IN ATENEO

Il ricordo di Francesco De Ponte, Antonio Bezze e Walter Maccato

La tragedia dell’irrazionale consumata il 5 marzo di 15 anni fa nell’ex dipartimento di Fisica tecnica è stata ricordata in Archivio antico del Bo. “Quel giorno – ha detto il prorettore vicario Francesco Gnesotto rivolgendosi ai familiari delle vittime, a docenti e tecnici dell’Ateneo – ha cambiato la nostra vita e ha impresso una svolta nella gestione dei rapporti umani sui luoghi di lavoro”.

Nell’aula 216, al secondo piano del dipartimento di Fisica tecnica in via Bassi, la mattina del 5 marzo 1999 era in corso una riunione per discutere della riorganizzazione delle attività di laboratorio, con riferimento in particolare a un tecnico, Mariano Molon, che aveva alle spalle numerosi trasferimenti da un istituto all’altro e una serie di problemi personali e sui luoghi di lavoro. All’incontro erano presenti il direttore del dipartimento, Francesco De Ponte, 48 anni, il suo vice Cesare Bonacina, 59 anni, Antonio Bezze, 48 anni, tecnico, responsabile del laboratorio e Walter Maccato, 51 anni, sindacalista della Cgil e rappresentante dei tecnici nel consiglio di dipartimento. Temi sul tappeto: i rapporti fra colleghi, regole da rispettare in laboratorio, obblighi di presenza al lavoro. Ai richiami al dovere, Mariano Molon si è sentito ingiustamente sotto accusa e ha risposto facendo fuoco con una pistola. Si salverà solo Cesare Bonacina: Walter Maccato crolla esanime sul pavimento; Francesco De Ponte colpito alla testa non si riprenderà più e morirà 6 anni dopo; Antonio Bezze resta gravemente ferito a un braccio e all’addome e il suo calvario quotidiano avrà fine nel giugno 2006.

“Tre colleghi – ha detto Gnesotto – tre vittime disarmate di fronte alla follia umana. L’università di Padova non li ha dimenticati e anche in questa giornata, della memoria e degli affetti, li vuole ricordare per ciò che hanno dato al nostro ateneo”.

Morti sul posto di lavoro, colpiti mentre ciascuno svolgeva responsabilmente il compito che l’università aveva loro affidato. Di “etica del lavoro e responsabilità” ha parlato Enrico Berti, all’epoca direttore del dipartimento di Filosofia. Citando Max Weber si è soffermato sull’etica della convinzione e sull’etica della responsabilità, quest’ultima dovuta da chi ha compiti di governo, obbligato anche a decisioni sgradevoli e per questo rischiose. “De Ponte, Bezze e Maccato vanno ricordati per il loro esempio di giusto comportamento e onorati come vittime e testimoni dell’etica del lavoro”. Nicola De Carlo, docente di psicologia applicata, ha parlato dell’“irrazionale nel lavoro e dei fondamenti per un’etica di comunità”. Con il “lavoro da collocare nell’economia dei valori”, fatti come quelli accaduti a Fisica tecnica portano sì dolore ma anche la consapevolezza e la speranza che è possibile controllare l’irrazionale, prevenendone le conseguenze, mettendo in campo codici del lavoro e di corresponsabilità. Ha parlato, infine, Marco De Ponte, figlio di Francesco. “Ho voluto portare qui in Archivio antico i miei figli – ha detto – è un’occasione importante per conoscere il loro nonno che tanto ha insegnato a me, e per questo va il grazie della mia famiglia all’università”.

A conclusione della giornata, nel segno del ricordo di De Ponte, Bezze e Maccato, come è tradizione da diversi anni,  è stato portato in scena uno spettacolo al Teatro Ruzante.

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