SOCIETÀ

Il rompicapo elettorale

Elezioni: tutti ne parlano, per auspicarne la convocazione immediata o per sottolineare i rischi di una fine anticipata della legislatura. Riforma elettorale: tutti ne parlano, per auspicarne una rapida approvazione. L’argomento sarà affrontato dalla Corte costituzionale, che il 3 dicembre si esprimerà sulla costituzionalità della legge elettorale vigente, che prevede un premio di maggioranza per la coalizione che ottenga anche un solo voto più dei concorrenti.

Ma come si dovrebbe votare in una democrazia? Il tema è affrontato dal filologo Luciano Canfora in un agile libretto pubblicato alcune settimane fa, La trappola. Il vero volto del maggioritario (Sellerio, € 10, pp. 112). Canfora non esita a definire il risultato delle elezioni del 24 e 25 febbraio “il più grande scandalo mai verificatosi nella storia politica italiana”, perché? Perché “i due principali schieramenti – il centrodestra e il centrosinistra – hanno ottenuto, alla Camera, un risultato di parità: il 29,2% (centrodestra) contro il 29,5% (centrosinistra). La legge elettorale maggioritaria però ha dato al centrosinistra quasi il triplo dei deputati rispetto allo schieramento avverso: 340 contro 124”.

Per Canfora lo scandalo sta nello stesso sistema maggioritario, che distorce la rappresentanza e viola il principio “un uomo, un voto”. Nel 1947, l’Assemblea Costituente approvò un ordine del giorno che solennemente affermava: “l’elezione dei membri della Camera dei deputati [deve] avvenire secondo il sistema proporzionale”. Non a caso, l’autore dedica molte pagine al tentativo, nel 1953, di introdurre un sistema che concedeva un premio di maggioranza (per altro più equo di quello attuale) e alla battaglia che allora le sinistre sostennero, con successo, contro la cosiddetta “legge truffa”.

In politica, sostiene l’autore, non esstono scorciatoie e “Il sistema elettorale proporzionale è l’unico strumento che rispetti il principio del suffragio universale e uguale (…) esso è in realtà lo strumento che costringe le forze politiche alla ricerca di un compromesso. Ciò, in particolare nelle società industriali avanzate (…) nelle quali nessun partito consegue il 51% dei suffragi”.

Si obietterà che il sistema proporzionale non garantisce la “governabilità”, ma Canfora risponde così: questo “famigerato concetto” è “residuo di una mentalità elitistico-giacobina (autorizzare una minoranza fortemente determinata a proclamarsi maggioranza)” e, in realtà, nasconde una sfiducia nello stesso principio di maggioranza. Maggioranza da ricercarsi attraverso il paziente lavoro di confronto e compromesso, ciò che per l’autore (e anche per i padri della Costituzione italiana) costituiva l’essenza della politica.

Resta da vedere cosa potrebbe accadere se si tornasse oggi a votare, dopo 20 anni di maggioritario, con una legge puramente proporzionale (forse corretta da una “soglia di sbarramento al 4% o 5%). Con tre grandi forze politiche che si dichiarano mutualmente incompatibili la strada per trovare accordi e formare un governo sembra tutta in salita.

Fabrizio Tonello

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