UNIVERSITÀ E SCUOLA

Insegnanti, la commedia nera dei corsi per salire in cattedra

Decenni di riforme, controriforme, ministri a rotazione, concorsi, sanatorie: la formazione e l'accesso alla professione per gli insegnanti rimangono, in Italia, una commedia nera. Non esiste settore in cui sia più sintomatica l'indifferenza per la certezza del diritto e la dignità di una categoria, e i gemiti politici sul ruolo cruciale dei docenti e sulla necessità di puntare sulla scuola si arenano, senza eccezione, su un cimitero di acronimi creativi: Ssis, Tfa, Pas. Così, alla vigilia del 2014, il nostro Paese si ritrova ancora senza regole organiche e (soprattutto) stabili, che permettano di spiegare a un liceale quali scelte compiere, e cosa aspettarsi, per un futuro da insegnante.

Non si sono ancora spenti (e come potrebbero?) gli echi della "fase Ssis", la scuola biennale di specializzazione per l'insegnamento secondario che avrebbe dovuto garantire abilitazione e posto di lavoro. Un decennio finito con la liquidazione dell'esperienza da parte del ministero e una sanatoria che ha consentito agli ultimi frequentanti (che, a causa dei pasticci legislativi, ne sarebbero rimasti esclusi) di entrare nelle cosiddette "graduatorie a esaurimento": unica via che (concorsi a parte) consente di ottenere, molto alla lunga, un posto fisso.

Sbaraccate le Ssis, è stato il turno dei Tfa, i tirocini formativi attivi: un nuovo modello di percorsi abilitanti per laureati, di durata annuale. Il primo ciclo, concretamente avviato alla fine del 2012 e concluso nel corso di quest'anno, ha alimentato le speranze dei circa 11.000 aspiranti docenti selezionati tra i 115.000 che avevano sostenuto i test d’ingresso. Speranze, purtroppo, deluse: esclusi dalle graduatorie a esaurimento, i diplomati Tfa avranno accesso alle sole graduatorie di seconda fascia, riservate agli abilitati, per l’assegnazione delle supplenze con priorità rispetto agli elenchi di terza fascia, quelli dei non abilitati. Ma l’aggiornamento delle graduatorie, che molti speravano venisse anticipato per dare ai diplomati Tfa un primo riconoscimento, non avverrà che nel corso del 2014.

Nel frattempo, il concorso 2012 bandito dal Miur è stato riservato a coloro che erano già in possesso dell’abilitazione (salvo i laureati da più di un decennio), e perciò era precluso agli iscritti ai Tfa (tranne i più anziani). Non bastasse, i “tieffini” debbono incassare l’ultimo colpo: un nuovo bando pubblicato dal Miur per i Pas (Percorsi formativi abilitanti speciali). Si tratta di un ulteriore corso abilitante, destinato stavolta a precari in possesso di almeno tre anni di anzianità, anche non consecutivi, conseguiti tra il 1999 e il 2012: dei tre anni, è sufficiente che uno solo sia stato compiuto nella classe di concorso per la quale si chiede l’abilitazione. I Pas, inoltre, non prevedono tirocini né, soprattutto, prove d’ingresso: i candidati che abbiano i requisiti vengono ammessi di diritto.

Risultato? I diplomati Tfa si vedranno inevitabilmente scavalcati dai diplomati Pas, abilitati senza aver superato una selezione ma dotati, in genere, di una maggiore anzianità di servizio. In attesa del nuovo concorso, infatti, anche i “passini” saranno inseriti nelle graduatorie di seconda fascia, e potranno così far valere i periodi di precariato per ottenere supplenze a scapito dei “tieffini”. Nel frattempo, la procedura per l’avvio dei Pas è alle battute finali: il ministero ha da poco comunicato che il totale dei candidati è di 68.892, e a breve verranno assegnati agli atenei dove svolgeranno i corsi.

Anche per gli aspiranti "passini", comunque, non mancano grane: lo scorso 21 novembre la Crui ha espresso “forte contrarietà” ad organizzare, secondo il piano del ministero, i Pas per l’abilitazione all’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia, ritenendo che le modalità di formazione di questi docenti previste dal Miur non siano adeguate: così, al momento, i corsi abilitanti speciali per i futuri maestri stentano a partire.

Il quadro complessivo rimane un dedalo: il 2014 vedrà parecchie decine di migliaia di abilitati in più a contendersi le supplenze, in attesa che un nuovo (e per ora ipotetico) concorso apra finalmente la via al posto di ruolo. E anche per coloro che vinceranno il concorso, i tempi per il contratto a tempo indeterminato si allungheranno sempre più: almeno finché non verrà riformato il principio base del reclutamento nella scuola, che in base al decreto legislativo 297 del 1994 deve rispettare un’aurea proporzione: 50% di posti ai vincitori di concorso, 50% ai precari della graduatoria a esaurimento.

Quanto al prossimo concorso, sarà comunque destinato a creare polemiche. Se sarà abilitante (come nel 1999) vedrà la rivolta degli ex Tfa e Pas, che dovranno giocarsi il posto con i giovani laureati; se invece, come nel 2012, sarà riservato ai già abilitati, costringerà il ministero a un nuovo ciclo di Tfa abilitanti, per non sbarrare ogni strada ai neolaureati (sempre ammesso, ovviamente, che non spunti un secondo ciclo di Pas). Tra corsi, ricorsi, concorsi, i nostri candidati alla docenza ricordano sempre più i bimbi sgomenti degli Uccelli di Hitchcock: barricati a scuola, in attesa che l’assedio dei corvi abbia fine.      

Martino Periti

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