CULTURA

Internet, la Rete senza gerarchie voluta dall’esercito

Dal 1995 ad oggi il numero degli utenti di Internet è passato da 16 milioni a oltre 2,7 miliardi. Quali sono stati i fattori di tale capillare diffusione? “Occorre domandarsi quando, come e perché si sono venute affermando le attuali caratteristiche della Rete e per rispondere a tale interrogativo è necessario ricostruirne la storia”, affermano Tommaso Detti, docente di storia contemporanea all'università di Siena, e Giuseppe Lauricella, ricercatore e sviluppatore di strumenti web applicati alle discipline umanistiche nel loro nuovo saggio Le origini di Internet (Bruno Mondadori, pp. 192). 

Gli autori ricostruiscono, in un’ottica attenta al rapporto fra tecnologia, scienza e contesto storico, sociale e politico, il percorso che dagli esperimenti del secondo dopoguerra ha portato alla nascita di Internet. A partire dalla situazione attuale e dall’analisi dell’odierna società “iperglobalizzata” e “in Rete”, gettano luce sul progetto Arpanet, il vero padre del web, raccontandone i protagonisti, i retroscena, l’uso nella guerra fredda e nel conflitto del Vietnam, gli effetti sulla società e la politica, le influenze sul mondo di oggi. Tutto comincia nel 1957, quando il primo satellite artificiale viene messo in orbita intorno alla Terra: è lo Sputnik, ed è l'Unione Sovietica a lanciarlo. Colpiti nell'orgoglio, gli Stati uniti, sotto l'amministrazione Eisenhower, stanziano fondi per la nascita dell'Arpa, l’Advanced Research Project Agency, per finanziare la sperimentazione del networking tra calcolatori per un sistema di comunicazione che renda gli Usa in grado di sopravvivere ad un attacco nucleare sovietico.

Nel 1962 Joseph Licklider viene accolto all'Arpa. Studioso di psicoacustica, per primo riesce ad intravedere le potenzialità non solo militari dell'interconnessione di calcolatori elettronici: egli definisce per la prima volta il concetto di comunità virtuale. Viene messo a capo di un gruppo di lavoro, l'ipto (Information Processing Techniques Office) che coinvolge nelle ricerche tutti i più grandi centri di ricerca e le università americane. Proprio in questo contesto, Paul Baran, ingegnere polacco naturalizzato statunitense, e Donald Davies, scienziato informatico gallese, realizzano il primo lavoro di ricerca scientifica sulle reti di trasmissione dati inspirandosi alla rete più complessa in assoluto, il cervello umano.

Lickleader viene sostituito alla guida dell'Ipto da Ivan Sutherland e poi da Robert Taylor. Ed è con lui che si mette in atto il progetto Arpanet, sotto la supervisione di Larry Roberts. Dopo anni di ricerche, la visione condivisa degli esperti dà vita, il 1 ottobre 1969, alla rete Arpanet, il primo embrione di Internet.

La rete Arpanet rende il computer, che sino ad allora era uno strumento di calcolo, un mezzo di comunicazione. La Rete, condivisa, crea una nuova forma di comunicazione sociale multidirezionale. Il telefono stabilisce un collegamento paritario ma fra due soli individui; la televisione trasmette messaggi a un gran numero di persone, ma queste si limitavano a riceverli. Una rete digitale, invece, possiede la potenzialità di mettere in comunicazione molti individui che, al tempo stesso, possono trasmettere e ricevere: tutte le macchine (e coloro che le usano) hanno uguali possibilità.

La storia di Internet inizia dunque con un paradosso almeno apparente: perché un’istituzione gerarchica per eccellenza come quella militare realizza una rete paritaria, acefala, che è la negazione della gerarchia? Una prima risposta rinvia proprio agli studi di Baran e al problema della vulnerabilità nucleare: una rete condivisa ha più possibilità di sopravvivere, sia perché è “ridondante” (ogni “nodo” è connesso a innumerevoli altri “nodi”: per arrivare a destinazione un messaggio può utilizzare un numero molto più elevato di percorsi, aggirando i “nodi” distrutti), sia perché si tratta di un network “democratico”, in cui lo status e la funzione di tutti i “nodi” sono identici, quindi di più difficile individuazione. Nasce da qui il carattere user-oriented che tuttora contraddistingue il Web.

Tuttavia, il processo scientifico che ha dato vita alla “Rete delle Reti” non può essere ridotto semplicemente ad un progetto militare di ricerca: più che un mero risultato strategico delle forze armate statutinensi, Internet è stata una conquista umana e culturale di un gruppo di pionieri che hanno creduto nel networking in un momento in cui parlare di condivisione delle risorse suscitava, negli ambienti scientifici, grande diffidenza. 

Insomma, Internet è “in primo luogo lo specchio dei suoi utenti" e dalla sua natura “dipendono le peculiarità della globalizzazione contemporanea”.

Gabriele Nicoli

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