CULTURA

Libri in tasca. Tutti. Per sempre. Sarà vero?

Amazon, una delle prime aziende di commercio elettronico al mondo, presenta in Europa Kindle Unlimited, che lo scorso 18 luglio era già stato lanciato negli Stati Uniti. Il nuovo servizio, che per il momento è disponibile in Italia, Regno Unito, Spagna e Germania, promette l’accesso a una lista di oltre 15.000 eBook in italiano, a cui se ne aggiungono 700.000 in altre lingue, che potranno essere scaricati sui telefonini,  glieReader e i tablet più diffusi. I titoli potranno essere scaricati fino a un massimo di 10 per volta, ma non si potrà più accedervi in caso di cancellazione dell’iscrizione al programma, un abbonamento da 9,99 euro al mese. 

Il servizio arriva su un mercato che, anche in Italia, sta conoscendo una rapida ascesa. Già nel 2013, secondo i dati citati da Pagina99 i lettori di eBook sono aumentati del 17%, mentre quelli di libri di carta sono calati del 9% rispetto all’anno precedente. Questo pur considerando che l’editoria digitale in Italia è ancora sfavorita dal trattamento fiscale, con un’Iva al 22% contro il 4% di quella cartacea. Kindle Unlimited non è una novità assoluta: precedentemente altre compagnie come Scribd, Oyster e Bookmate avevano già elaborato servizi molto simili, a prezzi addirittura inferiori rispetto alla multinazionale con sede a Seattle (negli Stati Uniti 9,99 dollari al mese). La grande A mette però in campo un’offerta molto più ampia e ricca di bestseller, come ad esempio il ciclo completo di Harry Potter e le opere di Tolkien. Mancheranno comunque i libri di narrativa appena usciti, buona parte della saggistica e soprattutto la manualistica scolastica e universitaria perché su Kindle Unlimited saranno presenti solo gli editori che aderiscono al programma, che ovviamente tenderanno a tutelare i settori di maggior profitto.

Quello che inquieta, e che probabilmente non mancherà di suscitare nuove polemiche, è il peso specifico del gigante guidato da Jeff Bezos, negli ultimi tempi sempre più accusato di approfittare di una posizione dominante sul mercato del libro negli Stati Uniti. Da ultimo è stato è stato Paul Krugman a dare l’allarme: “Amazon.com ha troppo potere, e lo usa in modi che danneggiano l'America” ha scritto il premio Nobel per l’economia nelle colonne del New York Times. Sotto accusa le strategie commerciali nei confronti dei concorrenti e soprattutto degli editori, che proprio a causa dell’esosità del gigante di Seattle lamentano margini di guadagno sempre più ridotti. L’esempio fatto da Krugman è quello della guerra fredda, ai limiti del boicottaggio, con la casa editrice Hachette, punita per non essersi sottoposta ai diktat economici di Bezos e compagni.

Sul fatto che comunque Amazon rappresenti un monopolio le opinioni sono discordanti, come ha riportato recentemente un articolo del Week. In effetti la società di commercio online non ha – o non ha ancora – una posizione comparabile a quella di una Bell o di una Standard Oil, tra le prime e più famose vittime della legge antitrust americana varata oltre un secolo fa. Da altre parti si fa notare come essa non abbia ancora provocato una morìa di piccoli commerci comparabile a quella causata da altri colossi della distribuzione come Walmart. Da altre parti si sottolinea, come fa Megan McArdle per Bloombergview.com, il pericolo che le politiche antitrust possano in realtà proteggere aziende e settori inefficienti o inadeguati. Se Amazon riesce a imporre minori margini alle case editrici, questo è davvero un problema per i lettori?

In generale, al di là delle polemiche, servizi come Kindle Unlimited sembrano confermare una tendenza in atto nell’industria libraria. Già l’avvento di strumenti come eReader, tablet e smartphone di ultima generazione aveva accorciato le differenze tra l’esperienza di lettura sul web e quella di un libro. Oggi, con l’accesso a un elenco pressoché illimitato di titoli, il libro sembra staccarsi ancora di più dalla sua materialità, smettendo di essere oggetto di possesso – pur virtuale, come può essere quello di eBook – per diventare sempre più fornitura di un servizio. Un pacchetto di informazioni interessante o autorevole, ma pur sempre uno dei tanti alla deriva nel magico mondo del World Wide Web.

Daniele Mont D'Arpizio

© 2018 Università di Padova
Tutti i diritti riservati P.I. 00742430283 C.F. 80006480281
Registrazione presso il Tribunale di Padova n. 2097/2012 del 18 giugno 2012