CULTURA

Ovidio a Padova: un viaggio tra miti e arte

Il ruolo del mythos nelle civiltà, in particolare in quella classica, è sempre stato oggetto di interesse e di studio: in esso infatti si fondono storia, letteratura e religione, costituendo la base dell’immaginario condiviso dell’uomo antico. Non solo: leggende e gesta di eroi e dei erano anche un’occasione di conoscenza, diversa da quella logico-razionale ma non per questo meno vera (come hanno intuito pensatori come Nietzsche e Jung). Nel mondo romano invece il mito esplica un’insostituibile funzione nella sfera pubblica, contribuendo a fondare e a sacralizzare il potere: dai racconti sulla fondazione delle città alla celebrazione delle famiglie più in vista e dei loro fondatori. 

Le numerosissime leggende che allora circolavano furono per buona parte raccolte nelle Metamorfosi di Ovidio: una vera e propria “enciclopedia” con più di duecento narrazioni, tutte viste sotto l’ottica privilegiata del mutamento, ogni volta descritto con maestria e dovizia di particolari. È proprio questo poema, che ancora oggi conserva immutata la forza di proiettare la mente del lettore in un mondo altro, a ispirare la mostra Metamorfosi. Miti d’amore e di vendetta nel mondo romano, che viene inaugurata all’Orto Botanico di Padova oggi 28 settembre. Il percorso dell’esposizione, attraverso una selezione di opere comprendente dipinti, gemme, ceramiche e manoscritti, segue i fili del contesto culturale e della fortuna del capolavoro ovidiano, con particolare riguardo al campo delle arti figurative. La parte più importante è costituita da 10 affreschi staccati di origine vesuviana, prestati dal Museo Archeologico nazionale di Napoli e presenti per la prima volta a Padova, tra cui spiccano i notevoli “Dioniso e Arianna” e “Achille a Sciro”. 

Attraverso il mito l’uomo antico arrivava con l’intuizione e lo stupore a percepire verità essenziali: tanto che ancora oggi figure come quelle di Narciso, Ermafrodito e Pigmalione, con le opere che hanno ispirato, sono un punto di riferimento per la conoscenza degli idealtipi che da essi hanno preso il nome. Anche grazie a questo le Metamorfosi nei secoli sono state capaci di esercitare un’influenza determinante nella letteratura, nell’arte e nella scienza. Solo per fare un esempio, fin dal Medioevo il mito di Narciso ebbe vastissima fortuna nella cultura occidentale grazie alla sua valenza simbolica, che lo destinò a divenire monito a evitare l’eccessivo amore di sé e a non abbandonarsi alle apparenze: dopo i secoli bui la figura dell’amante sfortunato di se stesso riaffiora già nel XII secolo, per poi arrivare a ispirare il Roman de la rose e autori come Boccaccio, Calderón de la Barca, Rousseau, Schlegel, Valéry, Gide, Rilke, Beckett e Ritsos.

Tema della mostra – che si pone come coronamento del progetto MArS: mito, arte, società nelle Metamorfosi di Ovidio – è anche la reciproca influenza tra arti figurative e letteratura. Se infatti il poema ovidiano ha influenzato a lungo artisti e letterati, è altrettanto vero che il poeta di Sulmona, da raffinato intenditore di arte qual era, fu probabilmente influenzato a sua volta dalle pitture e dagli oggetti delle ricche case di amici e patroni. Ne sono un esempio le decorazioni della Casa del Sacerdos Amandus e della Casa di Achille a Pompei, entrambe presenti nella mostra (la prima opera su riproduzione). I dipinti sembrano seguire fedelmente i racconti ovidiani, salvo poi scoprire che sono di epoca precedente: l’ipotesi degli studiosi è allora che sia stato Ovidio a ispirarsi agli originali greci di queste raffigurazioni o ad altre copie presenti a Roma. L’influenza tra arti figurative e letteratura non quindi come un percorso a senso unico, ma come dialogo che porta a uno scambio e a un arricchimento reciproco.

Anche nella modernità i miti conservano la loro forza immaginativa e conoscitiva, persino in una società che, come quella attuale, è  costantemente presa dalla furia desacralizzante e demitizzante. Non è un caso che nel secolo scorso una leggenda come quella di Icaro si sia ancora rivelata capace – come scrive Emilio Pianezzola nel saggio pubblicato nel catalogo della mostra – di “trasmigrare, sullo sfondo del 'folle volo' dantesco,  dalla letteratura alla Storia”, ispirando l’entusiasmo per la nascente aereonautica e suggerendo le imprese di letterati e uomini d’azione come Gabriele D’Annunzio e Lauro de Bosis. Oggi, attraverso l’interesse verso le filosofie orientali e le culture primitive (assieme a fenomeni post-moderni come Scientology), il mito continua ad affascinare un Occidente alla disperata ricerca di un senso che la scienza e il razionalismo sembrano ancora negare.

 

Daniele Mont D’Arpizio

 

METAMORFOSI Miti d’amore e di vendetta nel mondo romano

Centro di Ateneo per i Musei Via Orto Botanico, 15 – Padova 29 settembre – 1 dicembre 2012

www.beniculturali.unipd.it/metamorfosi 

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