UNIVERSITÀ E SCUOLA

Più studenti all’estero e più cooperazione tra atenei: arriva Erasmus+

L’Erasmus è tutt’altro che morto, tanto che lo scorso 26 giugno è stato deciso, presso il Parlamento europeo, che darà il nome al megaprogramma che nei prossimi sette anni si occuperà a livello europeo di giovani, formazione e sport. Si tratta del cosiddetto Erasmus+, che prenderà il posto del vecchio Lifelong Learning Programme e all’interno del quale continuerà ad esistere, potenziata, la mobilità Erasmus, più gran parte dei vecchi programmi, che conserveranno nomi storici come Leonardo da Vinci, Grundtvig, Comenius.

Non è una notizia da poco, viste le voci allarmanti di qualche mese fa sul destino di uno dei programmi europei più conosciuti: “In realtà si trattò di un espediente mediatico, finalizzato a sollevare la reazione dei cittadini europei rispetto ai problemi di bilancio, attraverso Erasmus, uno dei programmi più conosciuti – dice oggi Luigi Filippo Donà dalle Rose, docente e responsabile dell’applicazione del programma Erasmus presso l’università di Padova – A settembre 2012, alla chiusura del bilancio europeo, mancavano ben 13 miliardi, di cui solo 90 milioni riguardavano la  mobilità studentesca”.

Tra gli obiettivi principali del “megaprogramma” 2014-20 ci sono il potenziamento delle varie azioni e la razionalizzazione della sua struttura. “Basti pensare che l’Eacea, l’agenzia europea competente, gestisce attualmente circa 2.000 progetti all’anno, divisi una in una sessantina di call – conferma Donà dalle Rose – Si è voluto semplificare questa foresta di bandi, unificando tutta una serie di sottoprogrammi”. Il nuovo Erasmus+ sarà strutturato secondo tre linee di azione: mobilità di studenti e docenti, cooperazione per l’innovazione e le buone pratiche, sostegno alle politiche di riforma.

Rimarranno sostanzialmente inalterate le procedure per la mobilità individuale, che oggi funzionano per accordi bilaterali siglati tra corsi di studio di  due università. “Proprio in questi giorni a Padova stiamo affrontando una grande operazione di riordino – conferma il docente – Oggi ci sono 1.400 accordi bilaterali attivi presso il nostro ateneo, con circa 300 docenti coordinatori. Il 35% però è ‘dormiente’, frutto della stratificazione di 25 anni di attività”. Con la riorganizzazione in corso gli accordi non più attivi saranno cancellati, mentre saranno valorizzati nella loro gestione i Consigli di corso di studio.

Nel nuovo Erasmus ci saranno due tipi di accordi: intraeuropei ed extraeuropei. Rispetto allo schema per la mobilità extraeuropea del vecchio Erasmus Mundus, basato su consorzi di università, ogni università europea sarà ora libera di collaborare con qualsiasi altro ateneo nel mondo, purché ci siano dei fondi Ue per l’area in questione. “Basterà che l’università ottenga l’Erasmus University Charter, e cioè il passaporto per partecipare ai programmi europei, mentre per le università extraeuropee ci vorrà l’adesione ai principi europei in materia. In questo modo i flussi extraeuropei saranno più semplici; inoltre il know how maturato nel vecchio Erasmus Mundus potrà essere recuperato attraverso la creazione di partnership strategiche appropriate”. Cosa significa concretamente e più in generale? “Che gli atenei partner potranno mettere in comune la propria offerta didattica, migliorandone l’ampiezza e la qualità. Sarà inoltre possibile organizzare insieme Summer e Winter School”. Tutti i finanziamenti relativi verranno decisi a livello nazionale.

Altra novità è la mobilità da ciclo a ciclo, per cui sarà possibile conseguire la laurea triennale nel proprio paese e quella magistrale all’estero: Bachelor at home, Master abroad. “Per questi scambi è stato inventato un programma di prestiti d’onore agli studenti, che saranno garantiti dalla Banca europea per gli investimenti”. L’Ue finanzierà un sesto di ogni prestito, con un effetto moltiplicatore che dovrebbe portare all’erogazione di circa 47.000 borse all’anno. La restituzione si articolerà in tempi flessibili e, soprattutto dipenderà esclusivamente dal possesso di un lavoro stabile.

Sul tema dei prestiti agli studenti nei mesi scorsi c’è stato un vero e proprio braccio di ferro: da una parte la Commissione insisteva sulla bontà dell’iniziativa, dall’altra le associazioni degli studenti (con in testa la European Students’ Union) e alcuni stati che, come la Francia, temevano la progressiva privatizzazione del welfare universitario (come riporta ad esempio Le Monde). Alla fine l’accordo è stato raggiunto, anche sulla base dell’impegno, da parte delle banche, di concedere i finanziamenti a prescindere dal reddito familiare degli studenti.

Erasmus+ favorirà la cooperazione tra università e imprese, con lo scopo di creare insieme programmi per tirocini e scambi conoscenze-competenze. Gli strumenti  operativi saranno le Alleanze per il sapere, le Alleanze per le competenze di settore e i progetti di capacity building: “Un terreno estremamente creativo per permettere all’innovazione di entrare dappertutto, a partire dalle conoscenze che si accumulano nelle università e nelle aziende”, conclude Donà dalla Rose. L’ultima delle tre azioni prevista nel programma sarà infine diretta alle politiche per il miglioramento delle attività formative. In tutti questi casi la selezione ed il finanziamento dei progetti avverrà a Bruxelles (pochi progetti ma di alta qualità).

Insomma il quadro del nuovo Erasmus+ sembra già delineato, tanto che alla Commissione europea stanno già lavorando alle linee applicative. Restano ancora da decidere, e probabilmente si farà ad ottobre, il finanziamento complessivo e la ripartizione tra le varie voci del programma. In un primo momento si era parlato di ben 19 miliardi di euro fino al 2020 (su circa 1.000 del bilancio europeo complessivo), a fronte dei 12 spesi nei sette anni precedenti. Oggi più modestamente si indica la cifra di 14 miliardi; l’ambizione rimane la stessa: arrivare nel 2020 a garantire al 20% di laureati in Europa un’esperienza di studio all’estero (oggi in Italia siamo intorno al 10%, dati AlmaLaurea).

Daniele Mont D’Arpizio

                                                                                                                                                                                 

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