SCIENZA E RICERCA

Qualche giorno di febbre e basta? Non è detto

E se il virus dell’influenza non fosse solo causa di una settimana di malessere? Se fosse implicato anche nello sviluppo di malattie ben più gravi e debilitanti? È quanto sta cercando di capire l’équipe guidata dalla virologa Ilaria Capua (Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie) in collaborazione con l’ospedale San Raffaele di Milano. I ricercatori hanno infatti scoperto una possibile correlazione tra il virus dell’influenza e l’insorgere del diabete di tipo I nell’uomo. La rilevanza scientifica della ricerca è alta, visto che spiegazioni certe sulla causa scatenante di questa malattia ancora non esistono. La scoperta è nata da un’osservazione del virus influenzale negli animali: “Abbiamo notato - spiega Ilaria Capua - che negli animali affetti da influenza, il virus è frequentemente presente nel loro pancreas”. Da qui il passo è stato breve e la ricercatrice ha pensato di “verificare se un meccanismo d’infezione simile fosse presente anche nel pancreas dell’uomo, considerando che forse ancora nessuno aveva fatto ricerche in tal senso”. La scoperta è stata interessante: “Abbiamo visto come il virus dell’influenza prolifera anche all’interno di riproduzioni in vitro di tessuto pancreatico umano, mentre ci si sarebbe aspettati il contrario”, visto l’obiettivo principale del virus influenzale: vie respiratorie e alvei polmonari. 

Già in passato erano circolate diverse teorie che affrontavano la possibilità che alcuni tipi di virus potessero essere implicati nell’insorgenza del diabete. Ma nessuno di questi studi era riuscito a trovare riscontri sufficienti da far sì che queste teorie potessero essere prese in considerazione come ipotesi di ricerca scientifica fondate. Il lavoro della Capua mira a esplorare in modo concreto questa possibilità in relazione ai virus influenzali, suo terreno di indagine privilegiato. La ricercatrice spiega di essersi rivolta per una collaborazione al dottor Lorenzo Piemonti, referente all’ospedale San Raffaele di Milano dell’istituto di ricerca sul diabete (Hsr-Dri), tra i pochi centri in Italia “con la disponibilità di pancreas derivati da donatore che ci hanno permesso di fare interessanti scoperte”. Ha così trovato conferma quanto osservato in vitro, cioè che il virus influenzale prolifera in modo ottimale nel pancreas. “Inoltre abbiamo potuto vedere come il virus si annidi all’interno delle beta-cellule che poi producono l’insulina - prosegue Capua - e come provochi al suo interno una tempesta di citochine”. Si tratta di un’infiammazione del tessuto pancreatico che si osserva anche nell’insorgenza del diabete. L’infiammazione potrebbe poi generare una sorta di risposta auto-immune, da cui il diabete. 

Si tratta dei primi passi di una ricerca su un’ipotesi totalmente nuova. Ma se i dati fossero confermati si potrebbero aprire scenari fino ad ora impensabili: “Essere certi di una correlazione tra virus dell’influenza e diabete - conclude Capua - gioverebbe agli studi per la prevenzione di questa malattia”. Per esempio potrebbero essere vaccinati per l’influenza i soggetti ritenuti a rischio di diabete per una familiarità ereditaria nei confronti della patologia. Oltre a questo, la ricerca porterebbe comunque indubbi benefici riguardo alla comprensione dei meccanismi pato-biologici alla base della nascita del diabete. “Abbiamo ricevuto un finanziamento dal ministero della Salute e da alcuni privati”, conclude la ricercatrice, che spera entro breve tempo di avere maggiori informazioni da divulgare alla comunità scientifica.

Ma.S.

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