UNIVERSITÀ E SCUOLA

Spending review e università: non è un'occasione per aumentare le tasse agli studenti

 

"Non c’è alcuna volontà politica dell’Ateneo di aumentare le tasse", è la premessa del rettore di Padova. Ma la Spending review ha lasciato una coda polemica anche nell’ultima seduta del Consiglio di amministrazione dell’Università.

Protagonista un rappresentante degli studenti, destinatario il rettore Zaccaria. Il casus belli è una proposta di delibera, non ammessa alla discussione e avanzata da Davide Quagliotto, rappresentante del Sindacato degli studenti. Il testo avrebbe impegnato l’Ateneo in un tentativo di pressing sul Parlamento per chiedere la modifica di alcuni articoli della Spending review.

A ritenere irrituale la proposta c’è anche l’altro rappresentante degli studenti Gianluca Conzon (Ateneo studenti). "Avrei voluto elaborare un testo a quattro mani – afferma Conzon –, in cui si chiedesse più semplicemente all’Ateneo di non discriminare i fuori corso, ma non ho ancora ricevuto risposta da Quagliotto. Del resto, ne condivido la preoccupazione ma non i toni e i metodi sensazionalistici". Che hanno portato Quagliotto a bollare come “criminali” le posizioni del governo e a chiamare in causa anche l’Ateneo patavino.

Oggetto del contendere è l’art.7 del decreto legge 95 del 6 luglio 2012 che modifica i criteri per calcolare il tetto delle tasse universitarie fissato al 20% del fondo di finanziamento ordinario trasferito alle Università. Con i tagli ai trasferimenti ministeriali molti Atenei, tra cui Padova, si trovavano in posizione non allineata con il decreto precedente lasciando alle singole Università la doppia responsabilità di continuare a dare i servizi agli studenti e di rispondere delle scelte politiche del governo. Fin qui si tratta di una lettura pacifica degli effetti della manovra.

Ma l’esclusione dal calcolo di studenti fuori corso e non comunitari porta gli studenti a immaginare come unica conseguenza l’aumento indiscriminato delle tasse universitarie. "A spaventare sono i metodi adottati da questo governo con il ministro Profumo che cerca un capro espiatorio per i mali delle Università. E sembra averlo trovato nei fuori corso", conclude Quagliotto.

Il rettore suggerisce un’altra lettura e apre agli studenti "a patto che di dialogo si tratti e non ci si trovi di fronte ad ‘anatemi’ che hanno obiettivi propagandistici". Del resto, continua Zaccaria, "l’interpretazione data dagli studenti a norme come questa non è l’unica possibile. Gli atenei godono ancora di autonomia e posso dire che nella nostra l’aumento delle tasse non è al momento necessaria né rappresenta un obiettivo". Si tratta di un impegno che fa comunque i conti con una situazione di generale incertezza nella quale "non si possono prevedere quali saranno le prospettive future perché, nonostante i tagli, l’università deve garantire i servizi, e soprattutto la loro qualità, agli studenti. Le tasse servono a questo, non a escludere questa o quella categoria di studenti". 

Il ministro Gelmini aveva travestito da riforma una serie pesantissima di tagli all’Istruzione superiore e agli Atenei, resta da vedere se, al contrario, il governo Monti abbia ora iniziato con la Spending review – la vera finanziaria bis del 2012 – una serie di riforme travestendole da semplici tagli.

 

Carlo Calore

 

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