UNIVERSITÀ E SCUOLA

Un anno di lavoro de "Il Bo"

L’edizione online de “Il Bo” compie un anno di vita e possiamo già tracciare un primo bilancio del lavoro svolto. Nell’arco di questi 12 mesi abbiamo pubblicato un migliaio di articoli e molte notizie brevi di eventi organizzati in città o di eventi relativi al sistema universitario italiano, dimostrando che la difficile sfida di un quotidiano dell’Ateneo era possibile e andava giocata. Partendo dalla comunità universitaria, ma allargando lo sguardo ben oltre l’orizzonte della realtà locale. E il fatto che il 75%  dei lettori provenga dall’esterno è il segno migliore che di uno strumento come questo si sentiva forse il bisogno.

Oggi il giornale ha guadagnato numerosi lettori anche fuori dall’Italia, in Europa, in America e nel Far East e viene puntualmente seguito nelle rassegne stampa dei media nazionali, come nel caso delle pagine culturali di Radio Rai.

Qual è il compito di un giornale universitario? Abbiamo cercato di utilizzare al meglio la grande ricchezza di competenze posseduta dall’Ateneo per fornire un’informazione accurata, completa, approfondita, sia pure nei limiti intrinseci al giornalismo on line, e per stimolare la discussione e il confronto.

Un anno di vita de Il Bo ci ha fatto incontrare un pubblico eterogeneo, costituito non di soli studenti o docenti, ma anche di persone lontane dall’esperienza universitaria o dalla nostra istituzione, accomunate però da una curiosità, la stessa che ci spinge a guardare oltre le semplici apparenze e gli stereotipi. Essere lontani dall’ossessione delle breaking news è una scelta – e in un certo senso un privilegio in termini di libertà – e il milione e duecentomila pagine viste in quest’anno rappresentano un inizio incoraggiante.

Della nostra tradizione secolare abbiamo messo in questa nuova esperienza un po’ del dibattito intellettuale dell’Ateneo, rifiutando la visione riduttiva dell’università come istituzione il cui unico scopo è acquisire rapidamente le competenze necessarie per svolgere un lavoro. Il giornale testimonia, ogni giorno, la volontà di dare voce alle idee senza chiuderle in contenitori rigidi: facendo parlare le ragioni del dubbio e quelle della fede, affrontando senza pregiudizi temi sfuggiti ai riflettori della cronaca, dando voce alle domande di molti giovani sul futuro delle nostre società.

L’anno scorso avevamo iniziato il nostro lavoro parlando delle condizioni degli studenti americani; solo pochi giorni fa siamo tornati a riflettere sullo stato delle università europee.

Perché non c’è altro modo di guardare alle prospettive di un intero continente che occuparci delle sorti e del futuro dei nostri laureati, delle loro esperienze di vita e di lavoro all’estero, delle loro difficoltà nel trovare un’occupazione corrispondente alla loro formazione, ai loro desideri, alle loro speranze. L’università è una comunità viva, non un luogo di passaggio e noi cerchiamo di fare in modo che chi studia a Padova mantenga un legame con l’Ateneo basato sull’insegnamento di Norberto Bobbio: “Cultura è equilibrio intellettuale, riflessione critica, senso di discernimento, aborrimento di ogni semplificazione, di ogni manicheismo, di ogni parzialità”. Anche con Il Bo on line abbiamo cercato di attenerci a questi principi.

Giuseppe Zaccaria

Un anno da leggere: una piccola rassegna di articoli pubblicati negli ultimi 12 mesi

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