UNIVERSITÀ E SCUOLA

Di cosa parliamo quando parliamo di università?

L'11 aprile, Palazzo Bo ospita l'incontro “Di cosa parliamo quando parliamo di Università?”, il primo incontro di una serie di seminari che il gruppo ‘Università libera, Università del futuro’ vuole proporre a tutta la comunità accademica e alla città.

Il relatore in questa occasione è Mario Ricciardi, professore di Filosofia del diritto all’Università degli Studi di Milano Statale. Insegna filosofia del diritto all’Università Statale di Milano e Legal Methodology alla Luiss Guido Carli di Roma. Dal 2018 è direttore responsabile della rivista «il Mulino». Ha scritto e scrive per diverse testate, tra cui «l’Espresso», «il Sole 24 Ore», «Il Riformista».

Introducono il tema e l'ospite, Margherita Losacco (Dissgea Unipd) ed Emanuele Zinato (Dissl Unipd).

Università libera, Università del futuro nasce dall'incontro di alcuni docenti dell'Università di Padova, appartenenti a diverse aree scientifiche e a diversi settori disciplinari. Il gruppo è nato in forma spontanea dal bisogno di condividere esperienze e pensieri relativamente agli effetti dell'emergenza pandemica sulla vita universitaria L'eccezionalità della situazione ha infatti prodotto una potentissima accelerazione di alcuni processi che coinvolgono l'istituzione universitaria, i quali erano però sorti, negli ultimi vent'anni, al di fuori di essa. 

Il dialogo tra colleghe e colleghi rappresentativi di diverse aree scientifiche si è concentrato dapprima sui cambiamenti che hanno coinvolto la didattica con l'obiettivo di richiamare l'attenzione sulla didattica emergenziale e sulla sua proiezione futura.

A partire da queste esperienze il gruppo di analisi e confronto ha deciso di proporsi come occasione stabile di incontro, di riflessione critica e di discussione plurale intorno a tutti gli aspetti della vita universitaria; e dunque non solo la didattica, ma anche le politiche della ricerca, i modelli di governance, i rapporti fra aree scientifiche, le politiche di reclutamento, le politiche relative al diritto allo studio. L'intento è quello di evitare che mutamenti paradigmatici che investono l'istituzione accademica avvengano, come troppo spesso è accaduto, sotto la sola pressione di esigenze esterne, magari emergenziali e contingenti, e senza un'autentica partecipazione, discussione e condivisione da parte di tutti gli attori che fanno dell'università, e tanto più dell'università pubblica, il luogo primario di una formazione e di una ricerca libere, autonome, democratiche, aperte a tutte e a tutti.

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