CULTURA

MuSNa, il polo della storia naturale nell’isola padovana dei musei

Quattro musei in un sito unico, a formare un polo espositivo in cui convivano divulgazione e ricerca. Il progetto del MuSNa, il museo di storia naturale dell’università di Padova, inizia a svelarsi: tra un paio di mesi potremo vivere una prima esperienza di ciò che attende i visitatori. Dal 5 giugno l’atrio di Palazzo Cavalli, futura sede del museo, ospiterà un allestimento multimediale tipo, che permetterà di familiarizzare con le scelte di fondo, la grafica, la tecnologia che caratterizzeranno il MuSNa. L’impegno non è da poco, visto che si tratta di armonizzare e fondere in un solo percorso quattro storici musei dell’ateneo: antropologia, geologia-paleontologia, mineralogia-petrografia e zoologia; di origine comune (la raccolta settecentesca dello studioso Antonio Vallisneri), furono separati nell’Ottocento e gestiti da allora in autonomia in sedi distinte. Il progetto preliminare, firmato dallo studio Amuse, prevede la distribuzione dei quattro nuclei espositivi nei circa 4.000 metri quadri a disposizione nel complesso di Palazzo Cavalli, che comprende l’edificio del tardo ‘400 ornato all’interno dagli affreschi di Primon e Dorigny. I lavori attualmente in corso stanno aggiungendo all’immobile preesistente (ex sede dei dipartimenti oggi confluiti in quello di Geoscienze, trasferito in Via Gradenigo) un corpo verticale retrostante, che collegherà in modo rapido le collezioni e consentirà la visita di ognuna di esse anche singolarmente. La fase successiva, con l’approvazione del progetto esecutivo, comporterà l’avvio della ristrutturazione interna.

L’allestimento, ideato dallo studio Amuse sulla base del progetto scientifico elaborato da conservatori e ricercatori dei dipartimenti di Biologia e Geoscienze, è imperniato sul concetto di tempo: ogni sezione sarà articolata in senso diacronico ed evolutivo, accompagnando il visitatore in un cammino che illustrerà le fasi di sviluppo nei quattro àmbiti tematici; gli spazi di transizione tra una sezione e l’altra invece porranno a confronto il tempo dell’uomo con quello geologico o dell’universo. Altro concetto chiave è l’albero, metafora della relazione tra radici (le collezioni storiche) e chioma (l’attività di insegnamento e ricerca) sorretta dal tronco (la struttura espositiva). Lo schema ad albero è una delle varianti dell’allestimento, con pedane retroilluminate, ricche di grafica e contenuti, a sostenere elementi verticali che evidenziano la scala temporale tipica dell’ambiente considerato. Completano lo schema pannelli in vetro, legno o lamiera verniciata posti ad altezze diverse, che fungono da supporto a installazioni multimediali.

Il mondo della ricerca viene presentato attraverso tavoli interattivi dotati di piani dinamici e touchscreen, che consentono al visitatore di esplorare singoli temi attraverso filmati, scritti, animazioni. Si mira quindi, oltre alla funzione didattica, anche allo stupore e alla curiosità che queste installazioni susciteranno, base per stimolare l’interesse all’approfondimento. Altro espediente d’effetto sono gli highlight, specie di teche curve e trasparenti che creeranno, entrandovi, una sensazione di isolamento e sospensione spazio-temporale, utile per concentrarsi sull’oggetto esposto. Infine, un riferimento al passato è l’utilizzo delle “pareti mirabilia”, piani espositivi verticali in vetro che accoglieranno parte delle collezioni, grafica e didascalie: una citazione delle “camere della meraviglia” seicentesche, sbalorditive concentrazioni di reperti che univano il valore scientifico alla spettacolarità della messinscena.

Quanto ai tempi, molto dipenderà dal flusso dei finanziamenti. Ai due milioni iniziali stanziati dall’università di Padova si aggiungeranno ulteriori fondi pubblici (si punta a contributi regionali ed europei), e non è da escludere l’impegno di soggetti privati, attratti dalle potenzialità del MuSNa come museo di alta divulgazione e quindi meta di pubblici differenziati. Al momento la prima tappa è il 2017, anno in cui verranno inaugurate le prime due sezioni (geologia e mineralogia, costituite da collezioni tradizionalmente presenti a Palazzo Cavalli, che nel nuovo allestimento occuperanno il piano terra e parte del primo piano). In seguito, l’apertura delle altre due sezioni e degli spazi per la ricerca: laboratori, biblioteche, aule.

È una prospettiva che apre scenari interessanti per il panorama museale padovano, che si troverà, in un’area di pochi chilometri quadri, a raggruppare tre elementi chiave dell’offerta culturale cittadina: i Musei Civici, Palazzo Cavalli e l’adiacente Palazzo Zuckermann (la cui contiguità con il MuSNa offrirebbe l’opportunità di una collaborazione sia sul piano promozionale che dei servizi al pubblico). Un tris museale che, unito alla vicinissima Cappella degli Scrovegni, farà dell’area Garibaldi-Eremitani (attualmente 250.000 visitatori l’anno) il primo distretto culturale della città.

Martino Periti

Il progetto della sezione di paleontologia

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