SCIENZA E RICERCA
Aurora boreale: cos'è e perché l'abbiamo vista alle nostre latitudini
Domenica 5 novembre, tra le 18 e le 19, i colori dell'aurora boreale hanno accesso il cielo italiano lasciando a bocca aperta tutte le persone che hanno avuto la fortuna di assistere ad uno spettacolo tanto suggestivo quanto raro. Solitamente per poter ammirare l'aurora boreale è infatti necessario andare parecchio a Nord, magari in Lapponia, avendo cura di allontanarsi dalle città per essere certi di avere le condizioni di visibilità migliori. Questa volta però il fenomeno ha fatto capolino, in modo particolarmente intenso, anche alle nostre latitudini, mostrandosi non solo in alta quota ma anche sul mare e in alcune zone del sud Italia.
Gli scatti pubblicati sul web e sui social sono tantissimi e tutti spettacolari, con straordinarie sfumature sui toni del rosso e del rosa osservate e fotografate da astrofili e astronomi in diverse località italiane, ma visibili anche ad occhio nudo (almeno per chi si trovava in aree favorevoli).
A dire il vero l'aurora boreale si era manifestata in Italia anche alla fine di settembre, sebbene in quel caso solo in Lombardia e in Alto Adige e senza raggiungere l'intensità che ha caratterizzato questo secondo avvistamento.
Ma perché un fenomeno che alle nostre latitudini è così raro si è verificato per ben due volte nell'arco di poco tempo? La ragione, come spiega a Il Bo Live il professor Roberto Ragazzoni, è dovuta al fatto che siamo vicini al “massimo solare”, vale a dire al momento di maggiore attività del sole che si ripete ciclicamente ogni 11 anni. A produrre gli straordinari colori dell'aurora boreale è infatti la fuoriuscita di particelle emesse dal sole che interagiscono con il campo magnetico terrestre.
Servizio e montaggio di Barbara Paknazar
Professor Ragazzoni, partiamo dall'inizio: che cosa è l'aurora boreale?
E’ un fenomeno che si verifica nella nostra atmosfera, in alta quota, tra i 100 e i 600 km. E' dovuto all’interazione tra le particelle cariche energetiche prodotte dal sole che occasionalmente colpiscono l'atmosfera terrestre, la eccitano e, per effetto del campo magnetico, assumono delle forme cangianti. Bisogna intanto ricordare che questi fenomeni solitamente sono visibili soprattutto in prossimità dei poli magnetici, che non coincidono con quelli geografici. Il polo nord magnetico è infatti verso il Canada. Per questo motivo, ad esempio, a New York si può vedere l’aurora boreale più facilmente che a Padova semplicemente perché il polo nord magnetico è più vicino al Nord America che all’Europa. E’ facile avvistarle dai paesi nordici, ma quando questo fenomeno si estende in altezza in atmosfera e arriva fino ai 600 km è possibile vederlo anche alle nostre latitudini.
Quali fattori hanno consentito di vederla anche in Italia?
Il primo è che siamo vicino al massimo solare: l'attività del sole è soggetta a dei cicli e ogni 11 anni si verifica un'inversione del suo campo magnetico. Questo momento di scambio corrisponde ad un picco di attività. L’altro aspetto è che, siccome siamo distanti dal polo nord magnetico, dall’Italia è più facile vedere i fenomeni che avvengono in alta atmosfera e che sono dovuti all'interazione tra il vento solare e l’ossigeno atomico. Quest’ultimo emette soprattutto in una lunghezza d’onda del rosso ed è questo il motivo per cui mentre in Norvegia, Islanda e Svezia l'aurora boreale è multi-colore e si manifesta anche nei toni del verde e dell'azzurro, da noi si riesce a vedere soltanto il colore rossastro.
Infine, occorre anche un cielo pulito e sgombro. Abbiamo avuto la fortuna che i venti e la pioggia avevano pulito il cielo e reso trasparente l’atmosfera. Se invece avessimo avuto nebbia in pianura padana e nuvole in montagna non si sarebbe osservato nulla, sebbene il fenomeno avesse avuto tutte le caratteristiche necessarie per essere visibile anche alle nostre latitudini. Insomma occorrono anche condizioni di visibilità favorevoli.
E' possibile rivederla in tempi brevi? E ci sono margini di previsione?
Dobbiamo ricordare che anche a settembre l'aurora boreale era stata visibile dall'Italia. E dal momento che siamo nel vicini al picco ciclico dell'attività solare non escluderei che, se si verificasse nuovamente un forte vento solare e vi fosse una contemporanea buona visibilità, il fenomeno potrebbe tornare.
Viviamo in una civiltà tecnologica e dipendiamo dal funzionamento di molti satelliti. La meteorologia spaziale studia questi fenomeni per monitorarli in modo da spegnere alcuni satelliti in caso di necessità e metterli in sicurezza per evitare che possano essere danneggiati dal vento solare. L’altro fenomeno collegato è la situazione geomagnetica. Il vento solare non è prevedibile ma siccome impiega un certo tempo per arrivare sulla Terra: se viene rilevato da alcuni satelliti è possibile conoscerlo con alcune ore di anticipo. La previsione di come interagisce con l’atmosfera è però difficile e naturalmente rimane l’aspetto legato alle condizioni di visibilità.