SCIENZA E RICERCA

Dormi male? Forse puoi dare la colpa al tuo animale domestico

"Aprile dolce dormire" dice il proverbio. A quanto pare, però, bisognava integrarlo: "Aprile dolce dormire, ma solo se non hai un animale domestico". Uno studio trasversale di Kayla Medlin e Lauren Wisnieski conferma altri studi precedenti che concludevano che possedere un animale domestico può peggiorare la qualità del sonno, in aprile ma anche in tutti gli altri mesi dell'anno. Sia chiaro: non vi suggeriamo di disfarvi del vostro amico a quattro zampe se al mattino vi sentite stanchi, tanto più che altri studi hanno messo in evidenza anche gli effetti positivi della compagnia di un animale per quanto riguarda disturbi come ansia e depressione (che possono a loro volta prevedere disturbi del sonno nel quadro clinico), senza contare che la blanda attività fisica che è richiesta al proprietario di un cane può rendere più facile addormentarsi. Di contro, i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) condotto nel 2005-2006 fanno pensare che ci sia un legame tra il possesso di un animale domestico e alcuni disturbi del sonno.

Quelli citati fino ad ora sono studi che prendono in esame i problemi riscontrati dai cittadini americani, ma uno studio svolto più in generale sulla qualità del sonno della popolazione italiana e pubblicato su Nature rivela che un sonno insoddisfacente è correlato, tra le altre cose, anche al possesso di animali domestici. Via libera invece per gli animali che dormono insieme agli adolescenti: un altro studio suggerisce che non ci sia correlazione tra il co-sleeping adolescente/animale e una maggiore propensione a sviluppare problemi legati alla qualità del sonno.

Come si può vedere, gli studi disponibili vanno quindi in due direzioni opposte, ma Medlin e Wisnieski hanno fatto un'analisi di regressione logistica, che è un modello statistico che serve a stabilire quanto è probabile che un fenomeno si verifichi in presenza di una serie di variabili. Proprio per la presenza di dati così discordanti, le ricercatrici hanno deciso di partire proprio dalla NHANES, ipotizzando che ci fosse una differenza statisticamente significativa nella qualità del sonno dei possessori e dei non possessori di animali domestici.

Uno dei problemi che hanno riscontrato nella raccolta dei dati è che spesso gli studi non prendevano in considerazione l'animale domestico posseduto, mentre altri si limitavano a differenziare le due specie statisticamente più diffuse, cioè il cane e il gatto. Il secondo è molto diverso dagli esseri umani per quanto riguarda il ritmo circadiano: è un animale crepuscolare, molto attivo di notte, in particolare nella prima parte di essa. Se per un verso durante le sue attività di caccia potrebbe svegliare il suo umano di riferimento, per esempio per chiedergli di farlo uscire di casa, ci sono però gatti che vivono in appartamento, ed essendo animali dal carattere indipendente e tutto sommato autonomi possono condurre le loro attività di gioco senza disturbare l'umano di casa. La qualità del sonno dipende anche dal carattere dello specifico felino, e quindi bisognerebbe prevedere un campione statistico significativo. Senza contare che i gatti dormono da 12 a 16 ore al giorno: la sovrapposizione tra il loro sonno e quello degli esseri umani è per fortuna inevitabile.

Partendo dalla NHANES Medlin e Wisnieski hanno isolato i dati dei maggiorenni americani che avevano partecipato al sondaggio, e solo quando erano disponibili informazioni sulla presenza o assenza di animali domestici in casa. Ne è risultato un campione di 5499 persone, il 48,3% di sesso maschile e il 51,7% di sesso femminile.
Il possesso di animali domestici risultava correlato all'etnia (era più frequente che i bianchi non ispanici avessero un animale), al reddito (era più frequente che i più ricchi avessero un animale), con il titolo di studio (più alto è il titolo di studio, più è probabile avere un animale) e con l'età (tra i 45 e i 55 anni i tassi di proprietà di un animale erano più alti), ma non con il genere.
Per quanto riguarda la qualità del sonno, invece, sono state prese in considerazione manifestazioni come russare, sbuffare, ricevere una diagnosi di disturbi del sonno, avere difficoltà ad addormentarsi, svegliarsi durante la notte, svegliarsi troppo presto, sentirsi irrequieti, assonnati, non dormire a sufficienza, avere bisogno di pillole per dormire, soffrire di spasmi e crampi alle gambe, impiegare più di 15 minuti per addormentarsi e dormire in media meno di sei ore per notte. Altri fattori che potevano generare confusione e che sono quindi stati presi in considerazione sono sesso, etnia, reddito, età e indice di massa corporea. Non è stato incluso lo stato civile, perché comunque correlato alle variabili precedenti.

La conclusione è stata che i proprietari di cani hanno maggiori probabilità di avere problemi a dormire e disturbi del sonno rispetto ai non proprietari di cani mentre i proprietari di gatti avevano maggiori probabilità di avere spasmi alle gambe durante il sonno rispetto ai non proprietari di gatti.
Come dicevamo, questo articolo non vuole essere una spinta a esiliare il vostro amico a quattro zampe fuori all'addiaccio, anche perché questo lavoro, come ammettono le ricercatrici, non stabilisce un rapporto causale e ha dei limiti nella raccolta dei dati (per citarne alcuni: gli intervistati idealmente avrebbero potuto soffrire di disturbi del sonno prima di avere un animale, non si sa dove veniva tenuto l'animale durante la notte, non si avevano informazioni sulla potenza del legame con l'animale e inoltre il campione impediva di prendere in esame gruppi più specifici, per esempio le persone che possedevano sia un cane sia un gatto).

Prima di prendere qualsiasi decisione, insomma, è meglio aspettare ulteriori studi, che potrebbero per esempio suggerire di non far dormire il cane in camera da letto. Nulla impedisce, però, di tentare nel frattempo di far sentire in colpa il proprio cane/gatto dopo una brutta notte, per avere in cambio una dose extra di coccole che potranno migliorare l'umore dell'umano di riferimento.

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