SOCIETÀ

Elezioni comunali: il confronto sui programmi

Il Bo Live ospita una serie di articoli di studenti del laboratorio organizzato dall’Osservatorio DANE - Democrazia a Nordest dedicato alle prossime elezioni amministrative di Padova.

Il programma elettorale rappresenta uno degli elementi più importanti di ogni “chiamata” al voto: in esso troviamo promesse e proposte, dunque la visione politica di ciascun candidato. Vedremo perciò che approccio hanno avuto, nel cercare di rispondere e di risolvere alcune tra le richieste e le necessità della cittadinanza, coloro che secondo i sondaggi sembrano essere i due aspiranti candidati favoriti per presiedere il municipio di Padova.

I programmi a confronto

Entrambi i programmi elettorali di Francesco Peghin e Sergio Giordani sono costituiti da circa 15 punti. Mettendoli uno di fianco all’altro, si noteranno subito delle differenze nel modo in cui vengono presentati al lettore. Quelli del candidato di centro-destra richiamano esplicitamente lo slogan utilizzato nei suoi manifesti elettorali (“Serve adesso”), inoltre la forma lessicale ed espressiva scelta conferisce alla perfezione il senso di estrema necessità e urgenza di cambiamento di cui Peghin si fa portatore: serve più attrattività”, “serve più visione”, “serve più cultura”. D’altra parte i punti del programma elettorale di Giordani fanno spesso riferimento ai termini “Padova” e “città”: “Padova città dell’innovazione”, “Una città attrattiva che investe nel turismo”, “Padova: città di quartieri con le persone al centro”. Anche in questo caso, vi è un chiaro riferimento agli slogan presenti nei manifesti del candidato, ovvero “Insieme siamo Padova” e “il sindaco dei padovani”.

La parte iniziale di ciascuno dei due programmi è caratterizzata da una descrizione introduttiva, che esplica al lettore gli intenti del candidato sindaco e della relativa giunta. Vedremo ora in che termini esse divergono. Secondo il sindaco uscente Giordani Padova necessita di una continuità amministrativa per poter proseguire il processo di innovazione e sviluppo avviato dalla sua giunta, in particolare nella “costruzione” di una “città dei 15 minuti” di fama e calibro internazionale. Per il candidato della coalizione di centro-destra invece, Padova è una “città stanca, immobile”, senza alcuna visione e gestione di prospettiva a lungo termine: per questo il capoluogo di provincia dovrebbe impegnarsi per diventare città sicura e intelligente (smart city), con una giunta che sappia ascoltare quotidianamente la cittadinanza.

Entrando nel merito dei programmi elettorali, vedremo ora che approccio e che visione hanno i candidati riguardo due questioni programmatiche: sicurezza e mobilità. Il tema securitario rappresenta, senza alcun dubbio, uno dei “punti caldi” dei programmi politico-amministrativi di entrambe le agende di governo, poiché forse è il più sentito, perciò divisivo, dall’intera cittadinanza. Il sindaco uscente dichiara di possedere una visione “sostanziale e complessiva” della questione, caratterizzata da una molteplicità di fattori, soffermandosi innanzitutto nel fornire varie definizioni di sicurezza. Essa va intesa come “difesa del proprio corpo e dei propri beni”, ma anche come difesa da “paure generali” (crisi pandemica, crisi economica…). Per Giordani, al fine di mantenere sicura la città, si devono rafforzare le relazioni sociali entro uno spazio di condivisione e solidarietà. Perciò, si dovrà formare un “Patto di Vicinanza” tra l’amministrazione e i cittadini, con l’intento di condividere la gestione della sicurezza sociale nei quartieri. In aggiunta, egli afferma di dover potenziare il servizio su strada per il contrasto a svariate forme di disagio sociale, quali la povertà educativa, le dipendenze e le baby gang. Il sindaco uscente riconosce poi la necessità di dover mantenere attivi i sistemi di videosorveglianza in potenziali zone critiche (parchi ed aree verdi), e di implementare il corpo di Polizia Locale tramite un incremento d’organico e di mezzi a disposizione. L’approccio di Peghin sul tema della sicurezza urbana è indubbiamente diverso, specialmente in base alla sua definizione e concezione. Infatti, nel “capitoletto” del programma elettorale ad essa dedicato, egli riporta una classifica fornita dal Sole24ore, sulle città italiane con il maggior tasso di reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, ove Padova risulta ricoprire il primo posto. Nel suo programma sono quindi contenute varie proposte che punterebbero alla riduzione e al contrasto di tale fenomeno: potenziamento della formazione del corpo di Polizia Locale, istituzione di una sede di Polizia Locale h24 in ogni quartiere, istituzione della figura del “poliziotto di quartiere”, forte contrasto allo spaccio con unità cinofile antidroga.

Il secondo punto programmatico è la questione della mobilità. Secondo il sindaco Giordani vi è la necessità di rivedere sistematicamente tale aspetto, puntando sull’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici completamente non inquinanti per aspirare a far diventare Padova una città connessa e sostenibile. Si deve quindi completare ed ampliare la “Bicipolitana” e incentivare l’utilizzo di una mobilità “dolce, sicura e protetta”, quale ad esempio l’impiego di “bici-cargo”. Bisogna poi favorire un maggior uso del “bikesharing” e dei monopattini elettrici per integrare la mobilità, implementare il “car sharing” e introdurre gli scooter elettrici. Si deve sostituire completamente la flotta dei mezzi pubblici con autobus elettrici e presentare al pubblico un’unica app per usufruire dei vari mezzi di trasporto pubblico. Vediamo ora la visione che ha della mobilità urbana lo sfidante Peghin. Egli sottolinea l’urgenza di ridurre i livelli di inquinamento, promuovendo da un lato la mobilità elettrica e dall’altro sostenendo l’introduzione di tram-bus elettrici snodati con corsia riservata. Le sue parole chiave in tale ambito sono: zero inquinamento, puntualità, tutela del decoro urbano e inclusione. Propone poi la realizzazione di due nuovi parcheggi di notevoli dimensioni: uno presso l’ex Caserma Prandina, l’altro (sotterraneo) in Piazza Insurrezione. Peghin nel suo programma si oppone fortemente alla creazione di una terza linea tramviaria, ribadendo piuttosto la sua preferenza per una linea di tram-bus elettrici come quelli presenti in varie capitali europee. Conferisce inoltre notevole importanza a una riqualificazione “green” della zona industriale di Padova, da implementare tramite l’allestimento di una nuova stazione e di un parcheggio ricoperti da un grande sistema di pannelli fotovoltaici, utilizzando i fondi europei.

Sicurezza e mobilità: due approcci agli antipodi?

Analizzando e riflettendo attentamente sulle varie proposte dei due candidati sindaco, si noteranno sì delle differenze, ma anche alcune somiglianze. Per quanto riguarda il tema della sicurezza urbana il sindaco Giordani promuove da una parte un approccio di condivisione con la cittadinanza, dall’altra invece un’implementazione dell’organico della Polizia Locale. Quest’ultimo aspetto è sostenuto pure dal candidato del centro-destra, con qualche sfumatura differente. Sono evidenti le similitudini tra la visione di Peghin e quella del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Infatti, oltre alla stessa scelta cromatica del logo e ai manifesti elettorali che li ritraggono in compagnia, c’è anche una prospettiva molto simile riguardo la sicurezza urbana, riscontrabile nei programmi elettorali. Il sindaco della città lagunare, in questi suoi due mandati, ha notevolmente aumentato il peso della Polizia Locale, specialmente in ambito di contrasto al degrado e allo spaccio di sostanze stupefacenti, ad esempio dotandola di tre nuove unità cinofile.

Comunque al di là di tutto, nonostante le divergenze concettuali e ideologiche, entrambi i candidati ritengono necessario incrementare il numero di agenti e di mezzi a disposizione della Polizia Locale di Padova. Anche riguardo la mobilità urbana abbiamo osservato dei punti comuni, oltre alle divergenze. Sia Peghin che Giordani appoggiano l’esigenza di rendere Padova una città sostenibile, riducendo notevolmente i livelli d’inquinamento grazie a un sempre maggior utilizzo di mezzi in sharing (monopattini e biciclette in primis) e sostituendo gli autobus attuali con nuove linee di trasporto completamente elettriche. D’altra parte il sindaco uscente rimane un fermo sostenitore dell’istituzione di una terza linea tramviaria, mentre il candidato della coalizione di centro-destra vi si oppone fermamente, ribadendo di preferire piuttosto un impiego di tram-bus elettrici. Per concludere, se Peghin si mostra più pragmatico in ambito di sicurezza urbana, Giordani dimostra (sul piano teorico) di avere una visione più sistemica e coerente sulla mobilità a Padova. Le elezioni sono ormai alle porte, spetterà ai padovani ed alle padovane premiare il programma elettorale che ritengono essere più adatto e congruo allo sviluppo della loro città.

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