CULTURA
I fratelli Coen e Netflix portano il western in laguna, tra risate e applausi
I fratelli Coen e il cast del loro film The Ballad of Buster Scruggs
Nella terza giornata della Mostra del Cinema, oltre al profumo di sabbia bagnata, quella del litorale veneziano, si respira l’aria del profondo west.
Merito (o colpa?) dei fratelli Coen, per l’anagrafe Ethan e Joel, che hanno portato in concorso un film western molto atteso e ispirato alla storia cinematografica di questo genere.
Si tratta di una pellicola dalle molte definizioni: di genere western, di tipo antologico e anche d’autore. Un film che è stato ampiamente applaudito in sala e che non ha tradito le (già alte) aspettative. Dopotutto, stiamo pur sempre parlando dei fratelli Coen, che già hanno saputo dimostrare di saperci fare con la macchina da presa e con gli stilemi del western nel 2007 con Non è un paese per vecchi (quattro premi Oscar).
Ma The ballad of Buster Scruggs è un western a tutti gli effetti ma anche molto di più, diviso in sei episodi distinti e uniti da un filo conduttore: il western e la sua storia. Inoltre è supportato da un cast abbondante, per via delle numerose storie, ma di una certa sostanza: Tim Blake Nelson, Liam Neeson, Brendan Gleeson, James Franco, Zoe Kazan, Tyne Daly, Willie Watson, Ralph Ineson, Stephen Root, Tom Waits, Saul Rubinek. Tutti calati nella parte alla perfezione, fino a far dimenticare che si tratta di un film a episodi e non di un'unica grande storia.
“ Probabilmente siamo davanti a un nuovo (futuro) cult
Il film inizia con un libro di storie sul vecchio West, con una mano che lo sfoglia mentre le pagine si trasferiscono dalla carta allo schermo. Il primo capitolo inizia con un cowboy canterino e apparentemente invincibile, Buster Scruggs appunto, e con un’abbondante dose di comicità e ironia. Il film continua con il secondo episodio, che avrebbe potuto durare qualche minuto in più, con un ladro un po’ sfortunato che tenta la rapina prima in una banca e poi con del bestiame. Nel terzo episodio c’è spazio per un impresario teatrale ambulante e per la sua logica di mercato, crudele e spietata, forse un riferimento velato all'industria cinematografica odierna? Si prosegue con un vecchio cercatore d’oro che viene raggirato, o meglio provano a rubargli il filone d’oro così ossessivamente cercato e trovato, mentre nel quinto episodio si seguono le vicende di una giovane donna che viaggia in una carovana verso l'Oregon. Proprio questo quinto capitolo pare il meglio riuscito di tutta l’antologia, grazie alla presenza di tre personaggi ben delineati e solidi.
Conclude l’antologia un episodio con cinque persone molto schiette e diverse tra loro a bordo di una diligenza lanciata a grande velocità, nel mentre questi sconosciuti si raccontano e si scontrano sulle loro ideologie e stili di vita.
Insomma, non manca davvero nulla: ci sono carovane, cercatori d'oro, duelli, indiani e saloon, morti, ingiustizie e colpi di scena, per un mix che spesso e volentieri va ben oltre al genere western in senso stretto, aggiungendo comicità, dramma e, ovviamente, il musical.
“ Nessuno fa più film antologici e noi siamo stati fortunati ad assicurarci i migliori registi di sempre Ethan Coen
I personaggi degli episodi passano in rassegna, uno a uno, tutti i tratti più iconografici di questo genere di film, aiutati dall’ambientazione incredibile del Nebraska, Colorado e del New Mexico. La bravura del cast completa il terzo film in Mostra (finora) prodotto da Netflix.
Niente male per quella che era stata definita un'opera "minore" dei due fratelli del Minnesota, che poi così minore in realtà non è. Infatti hanno saputo dimostrare di essere in grado di fare tutto nel cinema, quello vero. E questo tutto, come in questo caso, può essere rimescolato e unito fino a creare un western che è anche una commedia, un musical, un dramma e un film romantico. Probabilmente siamo davanti a un nuovo (futuro) cult.
Durante la conferenza stampa i Coen Bros hanno dichiarato che hanno lavorato su queste storie per molti anni e hanno continuato ironicamente dicendo che sono stato fortunati ad assicurarsi due dei registi più bravi si sempre (loro stessi).
Riusciranno i fratelli Coen ha portarsi in Minnesota il Leone d’oro? Difficile a dirsi a questo punto della competizione, nel frattempo va dato loro un riconoscimento speciale, l'essere riusciti a dimostrare che il western è davvero il genere che non muore mai.