CULTURA

La letteratura di genere non esiste?

Che il genere in letteratura sia tutto sommato una sovrastruttura lo dimostra Chiara Marchelli (che con Le notti blu – Giulio Perrone Editore – nel 2017 fu “sesta” allo Strega) nel suo Redenzione, da poco in libreria per NN editore.

Finora aveva abituato i lettori a storie d’introspezione in cui i personaggi scavavano dentro al dolore per uscirne cambiati (così anche La memoria della cenere, il suo penultimo) e c’è chi dice che tutti i romanzi, in fondo, siano Bildungsroman, cioè raccontino processi di formazione, e molto probabilmente è proprio così. Redenzione non si sottrae, anzi. È la storia di Giorgia Sala, di ritorno a Volterra, dove stringe amicizia con la vicina di casa Melina cui confida la sua esperienza di anoressia, venendo ricambiata dall’amica con qualche confidenza sulle sue origini. Rita, infatti, la madre di Malina, è stata rinchiusa per anni nel manicomio della città e la narrazione diacronica del romanzo è infatti inframmezzata dalle lettere straziate che Rita scriveva ai genitori: frasi cancellate, arzigogoli, suppliche smozzicate e grida di disperazione fanno ben capire come potesse essere la reclusione in quei luoghi. Tutto questo, però, viene narrato con gli stilemi del giallo. La scena si apre sul ritrovamento di un cadavere, e all’opera nelle indagini c’è il comandante dei carabinieri Maurizio Nardi che sarà lo stesso a indagare quando a scomparire sarà proprio una delle due donne.

Tra svolte, indizi, ricostruzioni e colpi di scena, con una lingua nitida ma avvolgente, Marchelli “usa” quindi il genere per “dimenticarsi” di cosa “voleva parlare” e fa invece quello cui ogni narratore è chiamato: raccontare.

Non ci chiediamo se Il nome della rosa di Eco o La donna domenica di Fruttero&Lucentini siano gialli (sì lo sono) e sappiamo per certo che dietro all’umiltà degli autori nel definirli tali – così facevano in particolare Carlo Fruttero e Franco Lucentini – si celava invece un lavoro certosino di ricerca strutturale e linguistica.

Ma non c’è una linea di demarcazione tra i romanzi tout-court e i romanzi di genere: la distinzione è tra romanzi buoni, che funzionano, e romanzi che non funzionano.

Ne abbiamo parlato con Chiara Marchelli e con la sua editrice, Eugenia Dubini nell’intervista video qui sotto.

intervista a Chiara Marchelli e Eugenia Dubini

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