SOCIETÀ

Come si prepara una corsa a -70 gradi

Fra i buoni propositi più gettonati all’inizio di ogni anno c’è quello di rimettersi in forma: c’è chi decide di tentare il colpo grosso e si iscrive in palestra, chi invece prova un approccio più morbido e opta per la “corsetta” post abbuffate.

L’idea di “corsetta” di Paolo Venturini, però, è un po’ diversa: l’ultra runner padovano, che ha compiuto 50 anni, tenterà infatti l’impresa di essere il primo uomo a correre per 38 chilometri tra i ghiacci della Siberia, sfidando temperature che possono arrivare anche a -70 gradi Celsius.

Preparare e gestire una prestazione di questo tipo richiede tempo, competenze e passione, tre caratteristiche che Andrea Gasperetti possiede e padroneggia. Andrea è un medico specialista in Medicina dello sport e lavora all’Unità operativa complessa dell’Azienda ospedaliera dell’Università di Padova e fa parte del team che seguirà Paolo Venturini in Siberia. Con Paolo lo lega un rapporto professionale e di amicizia: assieme hanno preparato e portato a termine molte delle imprese dell’atleta della Polizia di Stato in giro per il mondo, e come il resto della squadra è pronto a tuffarsi in questa nuova avventura estrema.

“Con Paolo andiamo in luoghi e facciamo delle cose estreme – ha raccontato Andrea Gasperetti – noi del team ci occupiamo di garantire la sicurezza di queste spedizioni, preparandole con cura. Le idee e gli spunti arrivano direttamente da Paolo: “Andrea, voglio fare questa cosa!” e così un anno e mezzo fa eravamo a correre nel deserto dell’Iran, e adesso andiamo in Siberia”.

“Il mio ruolo è quello di garantire la professionalità del medico – ha aggiunto Andrea Gasperetti – ma naturalmente il gusto dell’avventura non deve mancare. Questa sfida è particolare, perché andremo a correre in un ambiente in cui nessuno ha mai corso prima e i fattori da tenere sotto controllo sono molti: dall’esposizione al freddo per numerose ore, alla velocità di corsa, alla possibilità di cambio dei vestiti”.

Dal caldo al fresco: l’ultima avventura di Paolo Venturini è stata una corsa nel deserto dell’Iran

Proprio il fatto di essere un’impresa unica rende questa sfida è interessante anche dal punto di vista scientifico, sia per i dati che verranno raccolti tramite i vari sensori che saranno applicati all'equipaggiamento di Paolo Venturini, sia dal punto di vista della scelta e dell'evoluzione dei materiali: "Quando abbiamo contattato il Guinness dei Primati per ottenere l'eventuale certificazione del record – ha spiegato Andrea – ci hanno detto che non era possibile perché non esistono strumenti in grado di misurare in maniera adeguata la prestazione alle temperature che incontreremo: così abbiamo dovuto inventarci qualcosa".

 

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