CULTURA

Senza vincitori né vinti: la guerra senza retorica

“Quando con Rigoni Stern decidemmo di realizzare questo lavoro, io proposi un titolo provocatorio e inatteso: Senza vincitori né vinti. Ed è così, non ci sono stati eroi ma solo milioni di ragazzi che non sapevano per quale motivo si trovavano al fronte ad ammazzare e a farsi ammazzare”. Oltre la retorica del sacrificio, a cent’anni dalla fine del primo conflitto mondiale e a dieci anni dalla scomparsa dello scrittore di Asiago. A raccontare è il drammaturgo Francesco Niccolini, autore di uno spettacolo scritto insieme a Rigoni Stern e dedicato all’insensato orrore della guerra, di tutte le guerre, partendo da una riflessione sul primo conflitto mondiale. “È stato un grande inganno, lo sono tutte le guerre ma la prima guerra mondiale ancora di più - racconta Niccolini al Bo Live - Ora lo ricordiamo, a cent’anni dalla fine del conflitto, di una enorme menzogna”.

"Senza vincitori né vinti": la riflessione di Francesco Niccolini sulla guerra per Il Bo Live

Nel 2018 Senza vincitori né vinti compie dieci anni e dieci anni sono passati dalla scomparsa di Rigoni Stern. È quindi importante tornare ora sul testo, ritrovare le tracce di uno straordinario autore, della storia collettiva, della memoria del dolore abitando, ancora oggi, i luoghi del conflitto, a pochi mesi dal centenario della fine della Grande Guerra. Niccolini descrive l’incontro con Rigoni Stern come un momento indimenticabile: nell’autunno 2007, in una giornata di diluvio, il drammaturgo livornese sta cercando la casa del “sergente” sull’altopiano di Asiago, la trova. Trascorre, così, il pomeriggio nella sua cucina e pochi mesi dopo Rigoni Stern dà la sua benedizione al testo di Senza vincitori né vinti, che va in scena nel luglio 2008, sulla cima del Monte Tomba a Cavaso del Tomba (Treviso), nel luogo in cui passava il fronte del Grappa dopo la rotta di Caporetto, teatro di scontri fino al giugno 1918. Sul palco, Arnoldo Foà e Antonio Pizzicato; tra il pubblico c’è il figlio di Rigoni Stern, Mario se n’era andato appena un mese prima.

Il 28 e il 29 luglio, sempre sulla cima del Monte Tomba, andrà in scena la nuova edizione dello spettacolo-evento inserito nel programma del festival Vacanze dell’anima, che si svolgerà all’aperto, con qualsiasi tempo, e che coincide con “la prima volta” della coppia formata da Marco Paolini e Simone Cristicchi. Insieme ai due narratori, ad animare un palcoscenico naturale e suggestivo, interpretando le musiche originali composte da Alessandro Grego, ci saranno il coro Valcavasia e quattro musicisti diretti da Filippo Faes: alla viola Anna Serova, alla chitarra Isaac De Martin, al violino Alaa Arsheed, che porta la sua storia di confine come profugo siriano.

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