SOCIETÀ

Una settimana decisiva per l'euro

Jyrki, pensaci tu. Jyrki Katainen, classe 1971, primo ministro finlandese. Nonché tappa decisiva del tour di Mario Monti, nell'ennesima “settimana decisiva” per la tenuta dell'euro. Chi l'avrebbe detto che il leader di un paese che appena pochi anni fa, con la fine della guerra fredda, era dato per spacciato nell'equilibrio geo-economico, sarebbe diventato uno degli aghi della scassatissima bilancia europea? Così è, e il premier italiano corre a metterci una pezza, subito dopo aver visto (domani a Parigi) Francois Hollande, e prima della riunione del board della Banca centrale europea nel quale, giovedì 2 agosto, si conteranno voti e teste al fine di mettere finalmente in pratica l'annuncio dato lo scorso giovedì da Mario Draghi: salveremo l'euro con ogni mezzo a disposizione, nell'ambito dei poteri che ha la Bce. Perché i poteri, e i relativi strumenti, ci sono: ne ha parlato Draghi facendo riferimento al fatto che la crisi in atto inceppa i meccanismi di trasmissione della politica monetaria, e dunque – detto in parole povere – non consente alla Bce di fare il suo mestiere, cioè garantire la stabilità finanziaria. Ne consegue che la Banca di Francoforte può usare le sue armi: e un utilissimo riepilogo dell'arsenale della Bce l'ha fatto l'economista Domenico Mario Nuti, in un articolo in inglese sul suo blog (http://dmarionuti.blogspot.it/) rilanciato in Italia da sbilanciamoci.info. Ma c'è la volontà politica di mettere mano a quell'arsenale, per evitare che l'agosto del 2012 passi alla storia come quello che pose fine alla breve e tormentata vita della moneta unica europea? Come superare l'ostilità di Bundesbank, parte dell'opinione pubblica e governo tedesco, nonché alleati dell'ex area del marco? Su questo verte la fitta rete di colloqui diplomatico-politici della settimana: la missione speciale in Europa di Tim Geithner, segretario al tesoro Usa, che vedrà prima il ministro delle finanze tedesco Schauble e poi il presidente della Bce Mario Draghi. Il tour di Monti, che dopo la virtuosa Finlandia toccherà l'atterrita Spagna. Che, oltre alla visita del premier italiano, attende i risultati delle prossime aste dei Bonos: proprio giovedì, giorno del giudizio. Se non universale, europeo.

 

Roberta Carlini


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