CULTURA

L’omicidio politico fra le due Guerre mondiali

L’omicidio politico fra le due Guerre mondiali. È questo il titolo del convegno internazionale organizzato dal Centro di Ateneo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, dalla Fondazione di studi storici Filippo Turati e dal Comitato per le celebrazioni del centenario dell'omicidio di Giacomo Matteotti, il 17 e 18 maggio presso Palazzo del Capitanio.

Dall’omicidio del deputato pacifista francese, il socialista Jean Jaurès, alla vigilia della prima guerra mondiale, all’omicidio di Giacomo Matteotti nel 1924, dall’assassinio di Walter Rathenau in Germania a quello del re Alessandro I di Jugoslavia nel 1934, la storia europea e internazionale del trentennio fra le due guerre è segnata dal ricorso alla violenza mirata come strumento di lotta politica. Assassini politici segnano grandi cambiamenti, per lo più in senso autoritario, nei Balcani, nei Paesi dell’Europa centrale e orientale, in Spagna o in Irlanda, ma colpiscono a fondo anche in Giappone e in Messico. La pratica dell’omicidio politico caratterizza l’azione dei principali totalitarismi in Europa - il fascismo, il nazismo e il comunismo sovietico – non solo nella fase di avvento al potere, ma anche dopo, come strumento di resa dei conti al loro interno e neutralizzazione dei possibili avversari. 
L’analisi del fenomeno dell’omicidio politico rappresenta dunque un prisma per approfondire e capire a fondo da una prospettiva particolare un periodo cruciale della storia contemporanea europea e internazionale.  

L'evento può essere seguito anche online su iscrizione:

17 maggio: unipd.zoom.us/webinar/register/WN_QAzF2ZVuQkCoa43TG1uWrw
18 maggio: unipd.zoom.us/webinar/register/WN_I1OddfUsRzSzmTEFH7NtpQ

Programma

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