IN ATENEO

Ricordando Corrado Gini, 50 anni dopo la morte

Cinquant’anni fa moriva Corrado Gini (1884-1965), tra i fondatori della moderna statistica, e l’Università di Padova onora la memoria del suo professore (qui infatti ha insegnato dal 1913 al 1925) con una serie di iniziative, nel corso delle quali viene inoltre presentato il libro Corrado Gini, una meteora statistica, appena pubblicato da Cleup Padova.

Un’immagine, quella della meteora, che dà conto della personalità dello studioso originario di Motta di Livenza. Fin dall’inizio del suo percorso umano e scientifico, infatti, Gini brucia le tappe: laureato in giurisprudenza a 21 anni, vince il concorso a cattedra a 26 e per tre anni è professore all’Università di Cagliari, dove costituisce il primo Laboratorio di statistica italiano.

All’età di 29 anni gli viene assegnata la cattedra padovana di Statistica (la prima istituita in Italia). Anche a Padova Gini punta a difendere l’indipendenza della sua disciplina, fondando prima il Gabinetto e poi l’Istituto di statistica, allora parte della facoltà di Giurisprudenza, e riesce a istituire una scuola di perfezionamento biennale post lauream. A lui si deve anche la nascita di alcune riviste scientifiche, la più famosa delle quali, Metron è concepita da subito con un respiro internazionale e continua le sue pubblicazioni ancora oggi, a quasi un secolo dalla fondazione.

Sono gli anni in cui la statistica pubblica italiana ritrova i livelli di eccellenza che l’avevano contraddistinta nell’Ottocento, quando era considerata tra le migliori in Europa. Le stagioni del dopoguerra sono infatti l’occasione per dimostrare l’importanza delle competenze quantistiche degli statistici, a cui si aggiunge la personale attenzione di Mussolini alle rilevazioni demografiche. È in questo clima di rinnovato interesse che nasce l’Istituto centrale di statistica (Istat), che Gini viene chiamato a presiedere. A Padova viene fondata anche la Società Italiana di Statistica (SIS), di cui per decenni il docente padovano è presidente.

Gli studi di Corrado Gini lasciano un segno decisivo non solo nella scienza statistica ma anche in campi apparentemente distanti come la sociologia, l’economia, il diritto costituzionale e la biologia. Al grande pubblico Corrado Gini è però noto soprattutto per l’indice che porta il suo nome: il Coefficiente di Gini è oggi largamente usato in ambito sociale ed economico come un affidabile indicatore delle disuguaglianze nella distribuzione del reddito.

Si tratta di un indice di concentrazione: un numero compreso tra zero e uno, dove zero significa una perfetta equidistribuzione e uno la concentrazione della ricchezza in un unico soggetto. Quanto più è basso il coefficiente di Gini, tanto più in uno Stato la distribuzione del reddito o della ricchezza è uniforme tra tutti i cittadini o le famiglie. Una misurazione, quella del Gini Coefficient, ormai entrata con decisione a far parte del dibattito pubblico.

Nell’ambito delle celebrazioni di questi giorni, saranno assegnate assegnate anche una borsa di 700 euro e una di 350 euro ai due migliori articoli di statistica applicata presentati da studiosi che non abbiano compiuto 40 anni all'8 settembre 2015. I premi sono finanziati da una elargizione della Fondazione "Franca e Diego De Castro".

Approfondimenti: convegnogini.stat.unipd.it

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