SOCIETÀ

Gli Stati Uniti premono sul riarmo nucleare

Lo scorso 2 febbraio il segretario alla Difesa americano ha presentato la nuova Nuclear Posture Review  (NPT), che stabilisce le linee guida e delinea il programma legislativo relativo alle armi nucleari per i prossimi anni.

L’impostazione politica della nuova NPR. Mentre la DPR di Barack Obama (2010) poneva come primi obiettivi la prevenzione della proliferazione e del terrorismo nucleari e la riduzione del ruolo delle armi nucleari per la sicurezza americana, la nuova NPR intende affrontare la competizione con la Russia e la Cina, intenzionate a sfidare la supremazia degli USA, e i rischi alla sicurezza americana derivanti dalle incertezze del quadro internazionale di tipo geopolitico, tecnologico, operazionali e programmatiche.

In risposta a tali rischi viene potenziato il ruolo delle armi nucleari, non più solo per la deterrenza nucleare, ma anche a dissuadere: “Significativi attacchi strategici non-nucleari includenti, ma non solo, attacchi contro popolazione civile o infrastrutture degli USA, alleati o partner, e attacchi a forze nucleari statunitensi o alleate, e loro strutture di comando e controllo”. Una risposta nucleare ad attacchi convenzionali comporta una strategia di “attacco per primi” e il mantenimento di vettori armati alla massima allerta, sempre predisposti a venir lanciati in tempi brevissimi.

Il documento passa a illustrare le percezioni americane delle attuali caratteristiche delle forze militari, sia convenzionali che nucleari, e delle strategie dei potenziali avversari a livello strategico (Russia e Cina, ma anche Corea del Nord e Iran), in modo da individuare strategie specifiche e flessibili per affrontare i singoli paesi. Solo con la Cina viene considerata la prospettiva di un dialogo sulle rispettive politiche e dottrine militari nucleari, mentre non vi cenno di analoga disponibilità con gli altri tre paesi.

L’esigenza di flessibilità di azione richiede il superamento del congelamento imposto da Obama allo sviluppo di armi nucleari con nuove capacità: “questo bisogno di flessibilità per personalizzare le capacità e le strategie degli Stati Uniti per far fronte a  esigenze future e sviluppi inaspettati va contro il mantenimento di una rigida politica di ‘nessuna nuova capacità nucleare’.”

Osserviamo che la deterrenza nucleare richiede essenzialmente la disponibilità sicura di forze nucleari di reazione e la loro sopravvivenza a un primo attacco, mentre la flessibilità delle forze nucleari ha senso solo in un’ottica di loro impiego operativo sul campo di battaglia.

Le capacità nucleari americane presenti e future. La NPR ribadisce la necessità della ‘triade’ di armamenti nucleari strategici (missili intercontinentali terrestri–ICBM o lanciati da sommergibili–SLBM e bombardieri strategici con bombe e missili cruise–ALCM) e il potenziamento degli aerei per missioni sia nucleari che convenzionali (DCA). Vengono presentati i programmi di rinnovamento di ogni componente delle forze nucleari: la nuova classe di sommergibili COLUMBIA con i missili D5; i nuovi missili con base a terra GBDS; il bombardiere B-21 ‘Raider’ di nuova generazione, con bombe e missili cruise LRSO; per modernizzare i DCA si punta sugli F-35A, dotati delle bombe B61-12 in fase di realizzazione. Nel frattempo vengono modernizzate tutte le testate esistenti, incluse le bombe B83 (mille volte più potenti di quella su Hiroshima) che Obama intendeva eliminare. Poiché tutti questi programmi portano le forze nucleari americane a livelli qualitativi molto più avanzati, si corre il rischio di una nuova corsa agli armamenti nucleari.

Le vere novità del DPR riguardano il settore nucleare non-strategico, con varie opzioni centrate sulla nuove armi nucleari di ridotta potenza, per i nuovi DCA, quali testate di SLBM e per moderni missili cruise nucleari per sommergibili non-strategici (SLCM). Poiché “ora siamo nelle prime fasi di un complesso programma di sostegno all’arsenale delle armi nucleari” si rende necessario un grande potenziamento di tutte le infrastrutture coinvolte e la predisposizione di possibili test nucleari.

Va osservato che tali armi riducono la soglia dell’escalation nucleare e permettono un più facile impiego effettivo in situazioni di crisi, in particolare nella nuova prospettiva di risposte nucleari americane anche ad attacchi convenzionali.

Non proliferazione e controllo degli armamenti. Dopo un fugace accenno al problema del terrorismo nucleare, minacciando anche rappresaglie nucleari ai paesi che diano supporto a tali terroristi, la NPR definisce il nuovo ruolo che gli USA intendono riconoscere al processo negoziale contro la proliferazione e per il controllo degli armamenti. Primaria attenzione viene rivolta al Trattato di Non Proliferazione (NPT), che gli USA si impegnano a rafforzare con ulteriori iniziative volte ad accrescere i controlli sui programmi civili, mentre nessuna attenzione viene rivolta agli altri due capisaldi del trattato, la libera promozione degli usi pacifici dell’energia nucleare e, soprattutto, l’impegno al disarmo nucleare (art VI) vincolante per le potenze nucleari.

Lo stesso programma delineato dall’attuale NPT costituisce il più grave vulnus al trattato, con la produzione di nuove armi e nuovi sistemi d’arma, anziché procedere verso il disarmo. Purtroppo è molto probabile che tutto il regime di non proliferazione ne verrà scosso.

Per quanto riguarda il controllo degli armamenti, la NPR precisa che non sono un fine in se stessi, ma dipendono dal contesto della sicurezza e dalla volontà di partecipazione delle controparti. “Gli USA si impegnano in iniziative di controllo degli armamenti che accrescano la sicurezza degli Stati Uniti, alleati e partner; siano verificabili e si possano far valere [enforceable]; da attuare con controparti che rispettino responsabilmente i loro obblighi.” Vengono comunque esclusi ulteriori progressi con la Russia, giudicata in violazione dei trattati attuali.

L’introduzione della condizione di “enforceablement”, che implica la possibilità di imposizione e di punizione ai contravventori, è una novità assoluta nei trattati internazionali, se non nelle imposizioni ai paesi vinti, e rende praticamente irrealizzabile ogni possibile sviluppo del processo negoziale fra i paesi con armi nucleari e qualche nuovo passo concordato sulla via del ridimensionamento delle forze nucleari mondiali.

Alessandro Pascolini

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