CULTURA

Se il vino incontra il fumetto

Che cos’hanno in comune un viticoltore della Valle della Loira francese e un fumettista? Un libro e, in realtà, molto di più. Visti da lontano, vino e fumetti, sembrano due mondi capaci di condividere ben poco. E invece, tra le pagine de Gli ignoranti – Vino libri:reciproca educazione (Porthos Edizioni), graphic novel di grande successo uscita in Francia nel 2011, si scopre quanto queste due realtà siano in grado di comunicare tra loro e dirci più di quanto immaginiamo. La storia è semplice quanto il linguaggio con cui viene presentata (quasi 300 pagine in bianco e nero e scala di grigi in cui parola e disegno si fondono veloci). Racconta l’incontro tra Etienne Davodeau, fumettista francese conosciuto per i suoi reportage a fumetti e autore del libro, e Richard Leroy, altrettanto conosciuto viticoltore della Valle della Loira specializzato nella produzione di vini naturali. I due, che nulla o poco conoscono della professione dell’altro, trascorrono un anno fianco a fianco tra vigneti e tipografie, immersi ciascuno nel lavoro dell’altro, imparando ogni giorno attraverso strumenti a loro sconosciuti, qualcosa di, fino a quel momento, ignorato.

“Il libro – spiega Marco Bettiol, professore presso il dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’università di Padova -  mette in luce la grande profondità di conoscenze  e saperi nascosti in queste due professioni artigianali che noi immaginiamo come qualcosa di molto tradizionale ma che in realtà racchiudono in sé grandissima cultura, esperienza, passione. Anche il titolo è molto significativo, fa riferimento al fatto che entrambi i protagonisti consapevolmente ignorano il mestiere dell’altro e che grazie a questo, si rendono conto giorno dopo giorno del valore della conoscenza. Una storia piacevole, intensa, che racconta con semplicità e immediatezza il mondo dei vini e dell’editoria ma che soprattutto parla di una conoscenza reciproca e profonda capace di arrivare, attraverso un dialogo essenziale ironico e deciso, all’origine comune di un’esperienza, quella che spinge entrambi a dedicare la propria vita ad uno scopo preciso. Se la scelta di Leroy è quella di cercare esclusivamente la qualità del suo vino (dedicandosi ad una produzione limitata ottenuta con metodi biodinamici e lontana dal prodotto industriale) quella di Etienne è quella di realizzare libri che siano, per i suoi lettori, pezzi unici. “Senti, è davvero sorprendente l’ultimo fumetto che mi hai dato – dice il viticoltore al fumettista - queste storie in bianco e nero, un po’ assurde”. È leggendo, a volte a fatica e lottando contro il sonno, libri e autori a completamente sconosciuti che Richard, in questo tempo, scopre la forza e la bellezza della lettura (e del fumetto). E se Etienne non ha invece potuto modificare il suo personale gusto per il vino, alla fine di questo anno riesce finalmente a capire il valore di quello che sta dietro (e dentro) una bottiglia di vino. È in questo scambio di conoscenza ed esperienza ‘simmetrico’, che si svela capitolo dopo capitolo, la scoperta per entrambi della bellezza del far bene ciò che si ama fare. Una scoperta resa possibile dall’ignoranza, dalla non conoscenza, che obbliga ciascuno dei due a stare alla larga da pregiudizi guardando con occhio imparziale e pulito una  realtà delle cose nuova, ignota; un esercizio che rinforza pagina dopo pagina la convinzione che c’è sempre dell’altro da sapere e che spesso quell’altro è molto meglio di quanto si poteva immaginare.

“Attraverso il dialogo con cui ciascuno dei due ‘artisti’ spiega all’altro il proprio lavoro – continua Bettiol - il libro mette in luce la grande profondità che caratterizza le loro attività e quanto queste richiedano in termini di lavoro, sforzo, qualità del prodotto e  specializzazione. Attività che hanno in sé una complessità che si rispecchia anche nel mercato a cui sono destinati i loro prodotti. Entrambi infatti realizzano qualcosa il cui successo sarà poi soggetto ad una critica. Il loro lavoro non viene valutato solo in termini di prestazioni funzionali ma implica una dimensione culturale importante che coinvolge gli esperti del settore chiamati a valutare ciò che hanno realizzato.  Dalle pagine di questo testo – prosegue Bettiol -  emerge anche la dimensione della scoperta che si concretizza attraverso il confronto che i due protagonisti hanno e attraverso la quotidianità del vivere questa esperienza assieme. Ogni giorno, a dispetto di appuntamenti e uscite, l’ultimo posto in cui chiudere la giornata lavorativa è la vigna. È l’abitudine al lavoro quotidiano che noi diamo per scontata e che invece, per questo tipo di lavori, per cui è richiesto uno sforzo continuo e prolungato, fa la differenza. È nel quotidiano, infatti, che si fa la differenza perché il vino buono si fa giorno per giorno e così anche un buon fumetto”.

Francesca Forzan

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