SCIENZA E RICERCA

Otto nuove specie di api trovate nell'Oceano Pacifico e la risoluzione di un antico mistero

Nelle foreste di tre degli arcipelaghi più importanti dell'Oceano Pacifico - Polinesia francese, Micronesia e Fiji - vivono otto specie di api Hylaeus di cui finora non si conosceva l’esistenza e la loro scoperta sta aiutando a risolvere un mistero scientifico di vecchia data, iniziato negli anni ’30 con l’individuazione di alcuni esemplari di una specie simile che alcuni decenni più tardi, arriviamo così al 1965, fu formalmente descritta come Hylaeus tuamotuensis, o l’ape mascherata di Tuamotu.

Le isole Tuamotu fanno parte della Polinesia francese, a circa 4.000 chilometri dalle Hawaii e 6.000 chilometri dall'Australia dove si erano stabilite le popolazioni di api più vicine. Nel 1934 l’entomologo americano Elwood Zimmerman trovò tre minuscole api sui fiori tahetahe dell'arcipelago e le successive generazioni di scienziati cercarono di comprendere come questi minuscoli insetti avessero potuto raggiungere luoghi così remoti. 

Uno studio da poco pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution e condotto da un team internazionale di ricercatori guidato da James Dorey, docente dell'università di Flinders in Australia, ha permesso non solo di trovare otto nuovi tipi di api Hylaeus nell'Oceano Pacifico (suggerendo inoltre che ve ne possano essere altre ancora da scoprire), ma ha anche fornito informazioni preziose che aiutano a spiegare come questi insetti si siano spostati da un'isola all'altra, percorrendo distanze apparentemente proibitive. 

Gli autori dello studio hanno avuto l’intuizione di modificare le tecniche di campionamento, concentrandosi sulle chiome degli alberi della foresta e non sulle piante da fiore più basse, come invece era stato fatto in precedenti lavori. Queste nuove specie di api, scoperte tra il 2014 e il 2019, sembrano infatti prediligere proprio le cime degli alberi e mostrano una predilezione per i fiori rossi, circostanza che rappresenta un altro aspetto sorprendente perché solitamente la sensibilità della maggior parte delle api alla luce rossa è scarsa.

Le informazioni ricavate dal DNA di queste api, unite a quelle derivanti dalle loro caratteristiche morfologiche, hanno consentito di appurare che le otto nuove specie di Hylaeus identificate dai ricercatori sono parenti delle api scoperte da Zimmerman negli anni ’30 e poi riesaminate dal biologo Charles Michener che nel 1965 si era interessato ad alcuni esemplari consevati nel museo di Honolulu, a cui diede il nome di Hylaeus tuamotuensis.

Gli studi effettuati da Charles Michener avevano dato origine a diversi interrogativi, a cui finora non era stato possibile dare delle risposte: come queste minuscole api fossero arrivate nella Polinesia francese era infatti un mistero, destinato a rimanere tale per diversi decenni. 

Con i risultati del lavoro pubblicato da James Dorey e colleghi si è potuto appurare come le api Hylaeus siano state capaci di disperdersi lungo vasti tratti oceanici, supportate forse da correnti d'aria o da piante galleggianti. "Poiché la maggior parte di queste api nidifica nel legno, è probabile che facessero zattera tra le isole, soprattutto quando i cicloni tropicali trascinano masse di materiali vegetali lungo i fiumi e verso il mare. È anche possibile che siano stati spinti da forti venti, ma sarebbe stato un viaggio molto più pericoloso per le nostre piccole api”, ha osservato Dorey. La spiegazione degli scienziati è che gli antenati di H. tuamotuensis raggiunsero la Polinesia francese saltando da un’isola all’altra attraverso le Fiji e il Pacifico sud-occidentale, usando le foreste delle diverse isole come stazioni di passaggio. 

Sei delle nuove specie (Hylaeus albaeus, Hylaeus apertus, Hylaeus derectus, Hylaeus navai, Hylaeus veli e Hylaeus breviflavus) sono state scoperte nelle Fiji e si differenziano per colori, dimensioni e spazi abitativi prefferiti. Una è stata trovata nella Polinesia francese ((Hylaeus aureaviridis), mentre Hylaeus chuukensis è la specie identificata in Micronesia. Inoltre, Hylaeus tuamotuensis (la specie descritta da Michener) non era mai stata più raccolta e si temeva che fosse estinta. 

James Dorey, primo autore dello studio ed esperto di api native australiane, ha affermato che la ricerca condotta nell'Oceano Pacifico ha permesso di ridefinire l'intera storia evolutiva di questo particolare gruppo di imenotteri, protagonista di una massiccia dispersione al di fuori dell'Australia.

Le specie di api presenti nel mondo sono oltre 20.000, distribuite in maniera particolare. Uno studio pubblicato nel 2020 da un gruppo di scienziati della National University of Singapore e dell'Accademia Cinese delle Scienze aveva creato la prima mappa mondiale della distribuzione di api, grazie a una analisi dei database sulle specie conosciute e di quasi sei milioni di osservazioni di singole specie documentate in tutto il mondo. Adesso, la lista delle specie di api conosciute si allunga, ma questo non deve in alcun modo farci abbassare la guardia rispetto alla necessità di proteggere questi insetti dalle numerose minacce che ne mettono a rischio la sopravvivenza. Ogni tipo di ape svolge un lavoro speciale e preservare la biodiversità degli insetti impollinatori deve rimanere una priorità.

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