SCIENZA E RICERCA

Il cambiamento del lavoro dovuto all'intelligenza artificiale

Non c'è granché di cui rallegrarsi nello tsunami tecnologico, sociale e politico che sta per investirci, alimentato dall'intelligenza artificiale. Martedì scorso a Londra Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'economia nel 2001, ha pronunciato la lezione conclusiva del ciclo organizzato dalla Royal Society su questo tema e il suo pessimismo era evidente.

Il primo tema affrontato è stato naturalmente quello dei posti di lavoro: come si sa, circolano da anni previsioni apocalittiche sulla sparizione imminente di impieghi, anche qualificati, che verrebbero sostituiti da robot (o meglio, da "sistemi intelligenti" che fanno uso di big data).

Un rapporto diffuso in agosto dal capo economista della Banca d'Inghilterra, Andy Haldane, andava in questa direzione. Stiglitz fa una distinzione tra intelligenza artificiale che sostituisce completamente i lavoratori e sistemi che invece aiutano i lavoratori a fare il loro lavoro in maniera più efficiente. Questo è il caso, per esempio, di molte strumentazioni diagnostiche già entrate in uso in medicina, dove i sintomi possono essere individuati più rapidamente e con maggiore certezza da una macchina con accesso a un vasto database di casi simili piuttosto che da un medico in carne ed ossa, che resta comune necessario, e responsabile della decisione finale.

Diverso è il caso di lavori a bassa qualificazione nei quali gli operatori possono essere sostituiti: già oggi le cassiere del supermercato sono in parte sostituite da casse automatiche dove tocca noi fare il lavoro di scannerizzare il prodotto, metterlo nei sacchetti e pagare (se non si ha lo scontrino non si può uscire). Oggi c'è ancora del personale che aiuta le vecchiette in difficoltà ma è prevedibile che nel tempo questo sia ridotto al minimo.

Il futuro potrebbe essere quello di supermercati simili a quello aperto da Amazon a Seattle

Il futuro potrebbe essere quello di supermercati simili a quello aperto da Amazon a Seattle, dove il cliente che ha scaricato l'apposita app riempie il suo carrello da uno scaffale "intelligente" che individua i prodotti, poi se ne va e il conto gli viene automaticamente addebitato sul suo account Amazon. Altri lavori a rischio sono quelli dei camionisti, essendo che la tecnologia per mezzi di trasporto senza pilota è già disponibile, o degli operatori di call center, sostituibili da sistemi di riconoscimento vocale appena più sofisticati di quelli già oggi inseriti negli iPhone (Siri) o nelle case (Alexa, di Amazon, o altri).

Stiglitz sostiene però che c'è una grande domanda di lavoro a bassa qualificazione in settori come gli asili, gli ospedali, o la cura degli anziani: "Se abbiamo bisogno di prenderci cura dei bambini, degli anziani e dei malati c'è ampio spazio per spendere di più in queste attività assumendo nuovo personale". Il Census Bureau degli Stati Uniti prevede che, all'orizzonte 2026 i mestieri più richiesti saranno le badanti, gli infermieri generici, le segretarie dei medici: un processo inevitabile nel quadro dell'invecchiamento della popolazione.

Questo anche perché non tutto ciò che è tecnicamente possibile è socialmente accettabile: i piccoli robot che distribuiscono pillole ai pazienti nelle corsie degli ospedali esistono già, ma non possono sostituire l'infermiera che fa un sorriso, che convince il malato riottoso a prendere le sue medicine, o semplicemente lo rassicura sul decorso della sua malattia. La preoccupazione principale di Stiglitz non è quindi quella relativa ai posti di lavoro ma quella della privacy: le multinazionali dei dati come Google, Facebook, Amazon sanno tutto di noi. Non solo cosa compriamo ma anche dove andiamo, con chi parliamo o chattiamo e cosa leggiamo. Non è esagerato dire che sanno cosa PENSIAMO. Questo dà loro un potere enorme, che in questo momento non è frenato da alcuna forma di regolazione significativa: sin qui hanno fatto loro le leggi che le riguardavano.

"Tutte le peggiori tendenze del settore privato nello sfruttare la gente sono rafforzate da queste nuove tecnologie". Governi e parlamenti hanno fatto sinora poco o nulla: l'appello di Stiglitz è ai cittadini perché si mobilitino attorno a un programma di regolazione severa e dettagliata dei giganti di Internet.

fabrizio tonello

FABRIZIO TONELLO

Fabrizio Tonello insegna un corso sulla politica estera americana in prospettiva storica: “Republic” and “Empire” in American Political Thinking. Ha insegnato anche Storia del giornalismo e Istituzioni politiche dell’America del Nord. Ha insegnato anche nel dipartimento di Scienze della Comunicazione presso l’università di Bologna e nella Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. È stato Visiting Fellow della Columbia University di New York e Fulbright Scholar presso la University of Pittsburgh (PA).

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