SOCIETÀ

Come cambia il bilancio del tempo di uomini e donne

Le donne lavorano troppo in casa e troppo poco fuori casa, gli uomini collaborano poco: luogo comune o realtà? L’analisi proposta da Mary Fraire al VI convegno della Società italiana delle storiche aiuta a capire quanto, tra uomo e donna, sta cambiando nell’uso del tempo. Non una fotografia, ma una riflessione sulle variazioni degli ultimi venti anni, che non manca di evidenziare aspetti inattesi. Nel 1988-89 l’Istat realizza la prima indagine nazionale sull’uso del tempo, nell’ambito dell’Indagine multiscopo sulle famiglie su un campione probabilistico della popolazione italiana, compresi i bambini dai 3 ai 14 anni. Indagini analoghe vengono ripetute nel 2002-03 e nel 2008-09.

Quel che colpisce, innanzitutto, sono i cambiamenti che negli ultimi vent’anni riguardano tutti. Aumenta la complessità della giornata, riscontrata non solo nel numero di attività svolte per più breve tempo, ma anche per lo svolgimento in contemporanea di più attività: una strategia per moltiplicare il tempo disponibile. Diminuisce il tempo libero, per maschi e femmine, occupate e non occupate, in gradi diversi ma senza eccezioni. Aumenta il tempo dedicato agli spostamenti: anche qui la tendenza riguarda tutti, ma questa volta è molto più pesante per le donne, per le quali raddoppia.

Esaminando la fase della vita caratterizzata di solito dalla presenza di figli conviventi e dalla partecipazione al mondo del lavoro (coppie sposate o conviventi, con donne di età 25-44 anni), inizialmente si confermano le attese scoprendo che la maggior parte del lavoro familiare è a carico delle donne (76,2%).

 

Coppie sposate o conviventi, con donne di età 25-44 anni (tempo espresso in % delle 24 ore)   lei occupata lei non occupata Attività M 88-89 M 08-09 F 88-89 F 08-09    M 88-89 M 08-09 F 88-89 F 08-09
Lavoro familiare 6,4 7,9 22,8 19,4    4,7 6,0 35,2 33,1
Lavoro 24,2 26,1 17,4 18,8    25,2 25,6 0,9 0,3
Tempo fisiologico 46,7 44,2 44,9 44,4    47,6 45,7 46,5 46,4
Tempo libero 16,3 14,8 11,2 10,8    16,7 15,7 15,0 14,6
Spostamenti 6,3 6,5 3,6 6,1    5,6 6,5 2,3 4,7
Altro uso del tempo 0,1 0,4 0,1 0,5    0,1 0,5 0,1 1,0
Totale 24 ore 100 100 100 100    100 100 100 100

Ma a concentrare l’attenzione sulle coppie nelle quali la donna lavora, ci si accorge che qualcosa sta cambiando: tra il 1989 e il 2009 il carico di lavoro familiare per le lavoratrici è diminuito di 49 minuti al giorno mentre è aumentato in corrispondenza il tempo dedicato al lavoro retribuito. In compenso, si nota un incremento di 36 minuti al giorno del tempo dedicato al lavoro familiare dai maschi. Pur in una situazione di squilibrio, il contributo maschile alle attività domestiche nel corso delle 24 ore aumenta in molti campi, con maggiore forza in presenza di figli: preparano i pasti (+14,8 %), puliscono la casa (+15,5%), apparecchiano, sparecchiano e lavano i piatti (+7,6%), mentre fanno meno spesso la spesa (-2,5%). Curiosamente, l’unica attività che non hanno ancora iniziato a fare, è lavare e stirare. Insomma, sembra che gli uomini inizino a partecipare alla gestione della casa quando diventa proprio necessario, ovvero quando la donna lavora e ci sono figli; a conferma di questo, il tempo da loro dedicato alla casa e alla cura dei familiari si dimezza nel caso in cui la donna non sia occupata.

Se negli anni dell’attività lavorativa è comprensibile che ad occuparsi del lavoro casalingo sia chi non lavora fuori casa (anche se non da tutti condivisibile, soprattutto per il fatto che questo accade soltanto alle donne), quel che preoccupa di più è che le abitudini rimangano invariate quando si va in pensione: tra gli over65, le donne dedicano alla cura della casa e della propria famiglia il 25% del tempo, contro il 10% degli uomini, per i quali il “tempo libero” è il 31% (per le donne il 21%). Dati che rimangono invariati tra il 2002 e il 2008.

Sembra quindi molto peggiore il gender-gap tra gli anziani. I maschi delle coppie più giovani infatti, oltre a dedicare più tempo al lavoro domestico, negli ultimi vent’anni lavorano in media un po’ di più anche fuori casa (+1,9%), e questo tempo va a discapito del tempo libero e delle attività fisiologiche, ovvero dormire, mangiare e vestirsi (-2,5%). Un passo non trascurabile verso il riequilibrio della situazione. Ma quel che ancora preoccupa, è che già tra i bambini di 9 e 10 anni si evidenzia una divisione di compiti per genere: le bambine partecipano ai “lavoretti” di aiuto in casa per il doppio del tempo rispetto ai coetanei maschi (21 minuti al giorno, contro 10).

Se le famiglie con donna lavoratrice sono quelle in cui l’asimmetria di ruoli tra maschi e femmine è meno forte, questo sembra causato da una vita quotidiana più caotica per tutti: meno tempo libero, più spostamenti, meno “tempo fisiologico”. Ma come influirà sulle nuove generazioni, già affaticate, la crisi economica? Sarà una spinta a impegnarsi tutti, condividendo gli sforzi? Oppure la carenza di lavoro retribuito favorirà un passo indietro? Per queste e molte altre risposte dovremo attendere i risultati dell’indagine Istat in programma nel 2013.

Elisabetta Menegatti

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