CULTURA

Divulgazione scientifica: la premiano i giovani

Diffondere il sapere tecnico-scientifico soprattutto tra i giovani, tentare di superare l’antinomia tra cultura umanistica e scientifica, coinvolgere un mercato editoriale in un settore in cui si investe ancora poco e stimolare chi fa ricerca a divulgare il proprio lavoro. È l’obiettivo del premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, quest’anno alla sua ottava edizione, che prenderà il via a Padova venerdì 17 gennaio.

Si parte innanzitutto da un presupposto: che l’Italia sta dietro a molti Paesi europei poiché dà alla cultura tecnico-scientifica un ruolo ancora marginale (come dimostrano anche i programmi scolastici) e i mediocri risultati dei nostri quindicenni nei test Ocse-Pisa di matematica e purtroppo la divulgazione scientifica viene considerata “affare” di poco conto. Come dire, la ricerca non va raccontata. Ben diversamente, invece, da quanto avviene nel mondo anglosassone. Che la ragione risieda nel timore da parte degli scienziati di banalizzare il lavoro scientifico, nell’iperspecializzazione o nella mancanza di scelte politiche adeguate, sta di fatto che la ricerca in questo modo rischia di rimanere arroccata entro le mura accademiche senza in-formare di sé la società. La quale invece, sottolinea Giulio Peruzzi delegato dell’università di Padova alla comunicazione della cultura scientifica e membro della giuria scientifica del premio, ha ben chiara l’importanza della scienza e della sua diffusione, forse più di quanto ne abbia percezione la stessa classe politica.

Se questa è la situazione, la prima cosa da fare è creare interesse per la scienza, soprattutto tra i giovani. Creare nuovi lettori. Attraverso il coinvolgimento della scuola, l’organizzazione di eventi e programmi di divulgazione scientifica e un occhio rivolto all’editoria del settore. In un “gioco” di domanda e offerta che spinga le case editrici a investire in un mercato ancora di nicchia ma non privo di potenzialità. In questo contesto si colloca anche l’iniziativa padovana che nei suoi intenti sembra aver fatto centro. “I risultati raggiunti nel corso di questi otto anni – spiega Peruzzi – dimostrano che l’interesse sta crescendo: rispetto alla prima edizione il numero degli autori che si occupano di divulgazione scientifica è aumentato e aumentate sono anche le case editrici che ne pubblicano i lavori, senza contare i 20.000 giovani lettori finora coinvolti nella giuria popolare”.

Ma c’è di più. Interessare il pubblico alla cultura scientifica significa tentare di ripristinare un equilibrio con la cultura umanistica di cui si è spesso insinuata la superiorità e cercare di superare l’antica antinomia tra le “due culture”. Perché anche la scienza può parlare italiano. È un’affermazione tutt’altro che scontata quella di Nicoletta Maraschio, presidente dell’accademia della Crusca e quest’anno della giuria scientifica del premio Galileo. Una presa di posizione che vede proprio nella lingua italiana il ponte che unisce cultura scientifica e umanistica e lo strumento che permette alla scienza di diventare conoscenza collettiva. Nicoletta Maraschio non si esime nemmeno dal prendere posizione nei confronti di quanti vorrebbero l’italiano “fuori dalle università”, in nome di un inglese più internazionale e spendibile: “Escludere la lingua italiana sarebbe altamente penalizzante poichè verrebbe a cadere il dialogo tra ricerca e divulgazione: sarebbe come vivere in una bolla”. A cui il pubblico esterno non avrebbe in alcun modo accesso.

Sono 150 quest’anno le opere proposte, tra le quali la giuria scientifica sceglierà i cinque finalisti venerdì 17 gennaio, in seduta pubblica, nell’auditorium del centro culturale Altinate San Gaetano. A essere premiate saranno la multidisciplinarietà e la varietà di contenuti. Le cinque opere saranno poi sottoposte al voto della giuria popolare composta da una classe quarta superiore per ogni provincia italiana (complessivamente 110). Il vincitore sarà poi proclamato venerdì 9 maggio nel corso di una cerimonia condotta dal giornalista Moreno Morello a cui parteciperanno gli autori finalisti e una delegazione di circa 800 ragazzi della giuria popolare.

Com’è ormai tradizione a margine del premio, oltre agli usuali incontri con l’autore, anche quest’anno avranno luogo due concorsi, La scienza in trenta righe e Recensire la scienza. Le due iniziative premiano le migliori recensioni della cinquina finalista e sono rivolte rispettivamente alla classe che per la città di Padova rappresenta la giuria popolare e (su Facebook) a chiunque abbia interesse per le tematiche del premio. Novità di quest’anno la presenza anche su Twitter, per non escludere alcuno dei canali di comunicazione (e dibattito) dei più giovani.

Monica Panetto

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