SCIENZA E RICERCA

I pulcini che contano fin dalla nascita

Lo studio di alcuni processi mentali di base, come i meccanismi di percezione, apprendimento e memoria, sia di processi più sofisticati, quali la cognizione numerica e spaziale, è un campo di enorme interesse scientifico. All’Università di Padova sono stati condotti numerosi esperimenti di natura comportamentale utilizzando un modello animale quale il pulcino di pollo domestico (Gallus gallus). Il pulcino a poche ore dalla nascita, infatti, padroneggia una serie di abilità sensoriali e motorie, nonché cognitive che, in quasi tutti gli altri modelli animali, possono essere testate solo più tardi. Il pulcino rientra quindi tra i pochi modelli, accreditati scientificamente, su cui sia possibile effettuare un controllo pressoché totale sul grado di esperienza acquisito prima del test: lo si può infatti far nascere in un ambiente controllato, senza che ciò vada ad alterare il comportamento naturale del piccolo. Studiarlo può aiutare a comprendere l’origine e lo sviluppo dei meccanismi cognitivi, cercando di comprendere che cosa renda unica la nostra specie: per esempio deducendo, attraverso lo studio del cervello delle creature “che non parlano”, quale possa essere il ruolo del linguaggio nei processi di pensiero.

Come esseri umani siamo tanto abituati ad utilizzare le parole per sostenere i nostri ragionamenti da non capire come molti processi cognitivi possano avvenire anche in assenza di un substrato linguistico. Le abilità numeriche sono un esempio di quest’ultima categoria. Per “far di conto”, infatti, non è necessario un supporto verbale: i bambini iniziano a “contare” ancor prima di imparare a parlare e anche gli animali, che a parlare non impareranno mai, sono in grado di farlo. Nel corso delle ricerche condotte a Padova è stato dimostrato come, a meno di una settimana di vita, i pulcini padroneggino una serie di abilità numeriche. Sono in grado di eseguire dei giudizi di non eguaglianza di grandezza del tipo ”più di”, “meno di”: identificando, tra due insiemi, quello composto dalla maggiore numerosità di elementi. Questa, ben lungi dall’essere una capacità meramente astratta, presenta un indubbio valore adattivo: consente cioè agli animali di stimare, ad esempio, il luogo dove è presente la maggior quantità di cibo e di compagni sociali.

In una differente serie di ricerche, si è dimostrato come i pulcini possano imparare a utilizzare un’informazione ordinale, intesa come la capacità di identificare un elemento, in una serie di elementi identici, unicamente sulla base della posizione in una serie. Anche se apparentemente questo sembra un compito molto più difficile del precedente, in realtà sono necessarie poco meno di due ore di addestramento per insegnare ad un pulcino ad identificare il 4° o il 6° elemento in una serie di 16.

Le “colonne d’Ercole” della matematica disponibile precocemente in questa specie non si fermano qui. Nascondendo in sequenza un certo numero di oggetti in un luogo, e un differente numero in un altro, si è provato come questi piccoli uccelli siano in grado di ricordare dove sia scomparso il gruppo più numeroso, addizionando mentalmente (uno ad uno) gli oggetti che venivano presentati e nascosti nei due nascondigli per rappresentarsi l’esatta somma dei due insiemi. Queste due rappresentazioni di numerosità venivano poi comparate per ritrovare il gruppo più grande: ciò equivale a risolvere delle piccole operazioni aritmetiche.

Con queste e altre ricerche è stato dimostrato come la capacità di comprensione del numero non sia una prerogativa della nostra specie. Nel complesso tali dati forniscono uno straordinario supporto all’ipotesi secondo la quale le rappresentazioni mentali dei numeri (così come quelle degli oggetti fisici, di quelli animati e della geometria) sarebbero presenti già alla nascita in tutti i vertebrati.

 

Rosa Rugani

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