SOCIETÀ

Non è mai troppo tardi. Lotta all'analfabetismo in Germania

Berlino corre ai ripari dopo la pubblicazione dei dati sulla alfabetizzazione del paese, che mostrano una preoccupante diffusione dell'analfabetismo funzionale: il 14,5% della popolazione attiva (ossia della popolazione compresa tra i 18 e i 64 anni di età) è in grado di leggere e scrivere solo singole lettere, o al massimo qualche parola. I dati emergono da uno studio commissionato nel 2010 dal ministero dell'istruzione e della ricerca scientifica all’università di Amburgo. Un anno dopo, nel febbraio del 2011, il gruppo della professoressa Anke Grotlüschen ha reso noti i risultati attraverso il paperleo. - Level-One Studie”. I dati hanno allarmato non poco il governo tedesco che in settembre ha lanciato la campagna di sensibilizzazione “Leggere e scrivere - la mia chiave per il mondo”. Secondo lo studio, sono analfabeti funzionali  circa 7,5 milioni, quasi il doppio di quanto si aspettavano gli esperti (4 milioni). Sono per il 60% uomini e per il 40% donne, la maggior parte dei quali (58%) nativi: solo il 41%  utilizza il tedesco come seconda lingua. Dalla ricerca emerge anche che circa un terzo degli analfabeti funzionali tedeschi ha un'età compresa tra i 50 e i 64 anni e che il 60% ha un impiego stabile. Solo il 20% ha un’età compresa tra i 18 e i 29 anni e solo il 16,7% è disoccupato.

In occasione della pubblicazione dei risultati, il ministro dell’istruzione e della ricerca scientifica, Annette Schavan, ha sottolineato la necessità di uno sforzo a livello nazionale per combattere il problema, invocando la collaborazione dei Länder, delle aziende, delle camere di commercio e dei sindacati. Il suo ministero ha messo a disposizione 20 milioni di euro per promuovere l’alfabetizzazione sul posto di lavoro e ha promesso l’arrivo di altri 35 milioni nel 2012-2013, provenienti dai Fondi sociali dell’Unione Europea. Tra le soluzioni proposte c’è stato anche il lancio nel 2012 della già menzionata campagna di sensibilizzazione sull’importanza della diffusione di una formazione di base per gli adulti.

Come Schavan ha ribadito più volte, poter leggere e scrivere è il prerequisito fondamentale per la partecipazione alla vita culturale e sociale. Proprio per trasmettere l’idea di accesso al mondo attraverso l’uso corretto della lingua, il logo della campagna è il profilo stilizzato di una chiave.

“Chi impara a leggere e scrivere bene, può ottenere di più - nel lavoro come nella vita privata. E la vita sarà più facile. Esempi che lo dimostrano ce ne sono molti. La nuova campagna racconta storie di successi personali”. Questo è il pay-off dell’iniziativa, mentre lo slogan ribadisce che “non è mai troppo tardi”. Sul sito della campagna si trovano un motore di ricerca per i corsi di alfabetizzazione sul territorio, i link ad un paio di portali di e-learning per gli analfabeti e a quello dedicato ai più giovani, iChance.de.

Sul sito, inoltre, sono raccontate le storie di due ex analfabeti, Jutta Stobbe e Tim-Thilo Fellmer. La prima ha convissuto con l’analfabetismo fino a quando si è resa conto di non poter aiutare il figlio con i compiti, oggi è ambasciatrice dei progetti di alfabetizzazione. Il secondo ha iniziato a leggere e scrivere autonomamente in età adulta e oggi, dopo aver svolta la professione di meccanico, è editore e scrittore di libri per bambini. I due insistono sull’importanza di riconoscere il problema e di chiedere aiuto, senza vergognarsi. È proprio questo il messaggio principale della nuova campagna, con cui si pubblicizza l’Alfa-Telefon, un numero verde che si può chiamare per una prima consulenza anche anonima e per ricevere indicazioni sul percorso da seguire per vincere l’analfabetismo. I protagonisti dei diversi spot televisivi sono tutte persone adulte che hanno convissuto a lungo con l’analfabetismo funzionale, spesso contando sull’aiuto del migliore amico o del partner, fino a quando hanno compreso di doversi rendere indipendenti.

Marco Salsi

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