SOCIETÀ

Università sì o no? Prospettive a confronto

Mai come oggi docenti, studenti ed esperti si sono interrogati sul valore degli studi superiori. Intellettuali come Zygmunt Bauman e Frank Furedi hanno sostenuto che nel mondo moderno l’università è attaccata sia “dall’alto”, cioè dalle riduzioni di fondi pubblici e dai processi di privatizzazione, sia “dal basso”, cioè dalla proliferazione di corsi brevi e a pagamento che promettono di fornire competenze non reperibili nelle aule universitarie.

Per consentire ai lettori di guardare più a fondo il problema abbiamo deciso di mettere insieme due esperienze: quella di un imprenditore italiano, Enrico Loccioni, che è un convinto sostenitore della validità degli studi universitari e lo dimostra assumendo solo laureati e quella di un imprenditore americano, Peter Thiel, che crede solo nella creatività intellettuale e ha deciso di offrire borse di studio consistenti a chi abbandona l’università per sviluppare un’idea immediatamente utilizzabile sul mercato. Dal confronto emergono prospettive originali per il dibattito sull’istruzione terziaria.

 

Vuole lavorare con noi? Prima si laureiDi fronte alla prospettiva di ritrovarsi comunque disoccupati dopo la laurea molti si chiedono: ne vale ancora la pena? Un’azienda delle Marche, la Loccioni, all’avanguardia nel settore del controllo della qualità, risponde assumendo solo laureati

100.000 dollari se lasci l’universitàDi fronte al costo della laurea e alla prospettiva di ritrovarsi fortemente indebitati alla fine degli studi molti si chiedono: vale ancora la pena laurearsi? Negli Stati Uniti nascono iniziative a sostegno di un sistema di istruzione alternativo a quello universitario

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