UNIVERSITÀ E SCUOLA

Se l’innovazione è un bene comune spetta agli atenei guidarne i processi

In una società che sta conoscendo mutamenti geopolitici, economici, tecnologici di rapidità sbalorditiva, l’innovazione assume un valore cruciale. La capacità di produrre idee in grado di generare cambiamenti, fonte e finalità del pensiero scientifico, è divenuta il metro privilegiato con cui si valuta il dinamismo di una comunità. Le vecchie categorie che, ancora nel ventesimo secolo, suddividevano il mondo in Paesi avanzati e Stati emergenti in base alle logiche di un assetto economico e industriale che ci sembra già antico, sono travolte dall’abilità delle nazioni più giovani nell’assimilare questa attitudine all’innovazione e raggiungere, quando non superare, i propri ispiratori.

Di questo processo, le università hanno l’obbligo di essere il motore. Come centri propulsivi della ricerca e dell’insegnamento ai livelli più alti, spetta agli atenei guidare l’innovazione dei nostri Paesi secondo i ritmi e le esigenze di un mondo sempre più competitivo e interconnesso. C’è un esempio che ci riguarda direttamente, una metafora efficace di questo nuovo ruolo: la collaborazione consolidata tra il nostro dipartimento di Ingegneria civile, edile ed ambientale e la Scuola superiore dei lavori pubblici di Yaoundé, in Camerun. È la trasmissione di un sapere che crea sul territorio benefici immediati di ordine ambientale, urbanistico, sociale, ma anche a lungo termine, con la formazione di una nuova classe di tecnici qualificati e dirigenti.

Se la dimensione internazionale è imprescindibile, altrettanto si può dire per i rapporti con il tessuto produttivo in cui la nostra Università è inserita. Con iniziative come Smart Unipd abbiamo intrapreso una strada ambiziosa, allo scopo di creare un legame permanente con il mondo delle imprese: una sfida coerente con la vocazione delle aziende più avanzate, che si orientano verso un modello organizzativo e produttivo in cui ricerca e innovazione sono centrali.

In questo percorso, Padova Nòva è una tappa che serve a riflettere e a confrontarci sui progressi che il Bo sta compiendo per l’innovazione, ma anche nell’adempimento della “terza missione” delle università. Accanto a didattica e ricerca, abbiamo infatti un terzo compito istituzionale: diffondere e promuovere le nostre idee perché diventino patrimonio della città, delle categorie economiche, delle formazioni sociali. È un confronto necessario perché la creazione di valore che nasce dall’avanzamento tecnologico non venga mai percepita come processo chiuso, elitario, ma come sviluppo che guarda, come orizzonte finale, alla qualità della vita di ciascuno di noi.

Rosario Rizzuto

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