SOCIETÀ

"Mi prendono lo zaino. Ridono. Oggi sono in quattro"

"Ci sono tre percorsi possibili. Io cambio sempre, ma i ragazzi sono velocissimi. Certe volte riesco a venire via in tempo, ma di solito no. Ho svoltato appena due angoli quando mi raggiungono. Sento i loro passi avvicinarsi sempre di più. Mi afferrano per le braccia. Mi prendono lo zaino. Ridono. Oggi sono in quattro [...] Prego per avere i poteri e i muscoli dell’Uomo Ragno, ma finora quel desiderio non si è mai avverato, e anche oggi sono solo me stesso".

Vincent ha undici anni ed è tormentato quotidianamente da un gruppo di bulli della sua scuola. Ha paura, non riesce a parlarne e a chiedere aiuto, sa di non essere abbastanza forte per opporsi, ma non molla: ha un manuale e un kit di sopravvivenza per riuscire a cavarsela in situazioni difficili (a volte, estreme: il campo scuola si avvicina), ha una strategia da seguire, un piano da portare a termine con determinazione, tutto questo perché si aspetta sempre il peggio e vuole farsi trovare pronto. Per proteggersi, Vincent crea un mondo parallelo - popolato da amici/animaletti immaginari: il cavallino, lo scoiattolo, il verme, il coleottero - dove potersi rifugiare. 

Sono Vincent e non ho paura di Enne Koens (con illustrazioni di Maartje Kuiper) è un romanzo per ragazze e ragazzi - caso letterario nei Paesi Bassi e in Germania, finalista al Deutscher Jugendliteraturpreis, nominato per il Dutch Children’s Jury Prize -, ed è arrivato ora in Italia grazie alla casa editrice Camelozampa. Da qualche giorno è in libreria in una versione ad alta leggibilità. La storia commuove e diverte: descrive i meccanismi psicologici del bullismo, andando in profondità, chiedendo al lettore di provare a mettersi nei panni del protagonista, fino all'incontro con La Jas, una nuova compagna di classe. L'autrice propone un racconto sincero, che non fa sconti, senza dimenticare leggerezza e ironia. 

"A ricreazione sono venuti verso di me. Non si sono neanche guardati intorno per vedere se c’era un maestro o una maestra nelle vicinanze, l’hanno sentito e basta. Io sì che mi sono guardato intorno. Dov’erano, i grandi? Perché ne avevo bisogno [...] I bambini grandi mi hanno spinto contro il muro e hanno piantato i loro piedi enormi sulle mie scarpe nuove, imprimendo delle grosse strisce nere sulla pelle. Ci sono andati giù pesanti. Qualcuno mi ha dato un pugno nella pancia. Mi ha fatto male. Mi si è contratto lo stomaco e tutto ha iniziato a girare come se stessi per vomitare. Qualcuno mi ha graffiato in faccia. È suonata la campanella. Mi hanno lasciato andare e sono corsi dentro ridendo".

Adesso devo mostrare quanto sono forte. Adesso devo mostrare che ce la faccio a restare allegro e ottimista, qualsiasi cosa succeda "Sono Vincent e non ho paura" di Enne Koens

Bullismo e cyberbullismo: altre letture

Bullismo. Una storia per capire di Giusi Parisi (Einaudi ragazzi)

Io bullo. Da una storia vera di Giusi Parisi (Einaudi ragazzi)

Viola nella rete di Elisabetta Belotti (Einaudi ragazzi)

Obbligo o verità? di Annika Thor (Feltrinelli)

Ero un bullo. La vera storia di Daniel Zaccaro di Andrea Franzoso (De Agostini)

Scarpe verdi d'invidia. Una storia per dare un calcio al bullismo di Alberto Pellai (Erikson)

Cyberbulli al tappeto. Un manuale per l'uso dei social di Teo Benedetti e Davide Morosinotto, illustrato da Jean Claudio Vinci (Editoriale scienza)

Ciripò, bulli e bulle. Storie di bullismo e cyberbullismo di Giuseppe Maiolo e Giuliana Franchini (Erikson)

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio indifesa, con Terre des Hommes e OneDay, in collaborazione con ScuolaZoo, ottenuti coinvolgendo più di 1700 ragazzi e ragazze dai 14 ai 26 anni in tutta Italia, 1 adolescente su 2 avrebbe subito atti di bullismo. Dal sondaggio emerge un quadro di disagio psicologico esasperato da due anni di pandemia. Le giovani generazioni sono molto consapevoli dei pericoli del web, a preoccuparli è il rischio di cyberbullismo (68,8%), seguito da revenge porn (60%), furto di identità (40,6%) e stalking (35%), ma anche l’alienazione dalla vita reale (32,4%) è fonte di frustrazione, con la creazione di modelli e standard irraggiungibili. Al di fuori degli schermi virtuali, invece, il 50% degli adolescenti dice di aver paura di subire violenza psicologica e bullismo (44%). L’88% dei partecipanti afferma di sentirsi solo o molto solo. 

Uno studio americano pubblicato nell'ottobre scorso su Journal of Pediatric Psychology tratta l'argomento concentrandosi sugli atti di bullismo (compiuti soprattutto da compagni di classe) verso bambini e adolescenti con allergie alimentari.

Linee guida per prevenzione e contrasto di bullismo e cyberbullismo

Le linee guida del Ministero dell’istruzione consentono a dirigenti, docenti e operatori scolastici di comprendere, ridurre e contrastare i fenomeni negativi che colpiscono bambine e bambini, ragazze e ragazzi.

Niente paura. I consigli di Save the children

"Contrastare i fenomeni di bullismo e cyberbullismo non è facile. Innanzitutto è difficile capire quando si è direttamente o indirettamente soggetti a questi fenomeni, e non è comunque semplice chiedere aiuto". Save the children ha pubblicato consigli, attività e libri per fornire agli adulti indicazioni e strumenti di supporto per aiutare concretamente bambine e bambini, ragazze e ragazzi vittime di bullismo e cyberbullismo.

Il bullismo oggi passa per il cyberspazio?

Sviluppando una riflessione contenuta nel libro Geografie d'infanzia. Molte voci per un unico tempo, quarto libro della collana dei libri de Il Bo Live (Padova university press), Gianluca Gini e Tiziana Pozzoli si sono posti questa domanda: il bullismo oggi passa per il cyberspazio? Riportiamo qui alcuni passaggi del loro intervento sul tema, in occasione della Giornata nazionale contro bullismo e cyberbullismo che si tiene oggi, 7 febbraio. 

"Le nuove tecnologie offrono ai giovani grandi opportunità, specialmente da un punto di vista comunicativo e relazionale. Allo stesso tempo, sono numerosi i rischi associati a un loro utilizzo improprio. Tra questi, negli ultimi 15 anni il fenomeno del cyberbullismo ha attirato l’attenzione di ricercatori, educatori e genitori. Le nuove tecnologie, infatti, possono essere usate per prevaricare i coetanei e questo può avvenire in molteplici modi: messaggi ingiuriosi, minacciosi o offensivi inviati mediante smartphone, email o instant messaging, fotografie e video diffusi tramite social network per danneggiare le vittime, offese, calunnie o isolamento dalla conversazione all’interno delle chat, creazione di gruppi mirati a prevaricare i compagni in rete. Il cyberbullismo, anziché un fenomeno nuovo e a sé stante, può essere definito come una sottocategoria del bullismo tradizionale, con il quale condivide le tre caratteristiche che lo definiscono: i comportamenti del bullo sono intenzionali, si ripetono nel tempo ed esiste uno squilibrio di potere tra aggressore e vittima. Tuttavia l’utilizzo che il cyberbullo fa delle nuove tecnologie come mezzo per compiere prepotenze rende opportuno tenere in considerazione le peculiarità di questo fenomeno. La ripetizione nel tempo delle prepotenze, per esempio, non è unanimemente riconosciuta come una caratteristica necessaria del cyberbullismo. Infatti uno degli aspetti specifici della comunicazione virtuale è che il materiale che finisce nel cyberspazio (un’immagine, un video, un commento) può essere visto e condiviso da molte persone in tempi diversi. Così, anche un singolo contenuto divulgato in rete può arrecare un profondo danno alla vittima. Un altro elemento che distingue i due fenomeni è la dimensione contestuale: [il cyberbullismo ] trascende la presenza fisica dei bulli così che la vittima continua a ricevere attacchi ovunque si trovi e in qualsiasi momento. Un’altra caratteristica del cyberbullismo è la maggiore difficoltà di identificazione dell’aggressore. Pensiamo, per esempio, a quanto possa essere difficile risalire all’identità dell’autore originario di un messaggio denigratorio che è rimbalzato di cellulare in cellulare. Tutto ciò aumenta inevitabilmente i vissuti di insicurezza e i sentimenti di impotenza di chi subisce"

E ancora: "Il bullismo è un fenomeno di gruppo e i comportamenti che gli spettatori decidono di assumere (sostenere o aiutare l’aggressore, difendere la vittima, osservare passivamente senza fare nulla) hanno una chiara rilevanza per il mantenimento o l’interruzione delle prepotenze. Nel cyberbullismo il pubblico è potenzialmente molto più vasto. Basti pensare al numero di visualizzazioni e condivisioni che possono raggiungere i contenuti postati su un social network o inviati tramite smartphone. Questa amplificazione dell’audience deve farci riflettere sul ruolo che gli utenti delle tecnologie assumono, anche quando non sono direttamente coinvolti nel fenomeno come bulli o vittime".

In conclusione, scrivono i due autori: "Bullismo e cyberbullismo vanno affrontati congiuntamente da istituzioni, famiglie ed educatori. Per farlo è fondamentale uscire dalla contrapposizione online contro offline. Gli adolescenti, cresciuti a stretto contatto con le nuove tecnologie, tendono a percepire una distinzione davvero minima tra vita virtuale e vita reale: ciò che accade nel cyberspazio non riguarda un mondo a parte rispetto alla vita vera e le conseguenze di ciò che i ragazzi fanno in rete si riverberano nell’offline, come nel caso del cyberbullismo. Inoltre le competenze trasversali (o life skills) necessarie nella quotidianità (senso di responsabilità, empatia, problem solving, saper chiedere aiuto, eccetera) sono le stesse che servono per vivere positivamente sia il mondo reale che quello virtuale. È proprio da questo tipo di formazione che si deve partire in ottica di prevenzione e contrasto al cyberbullismo, evitando interventi focalizzati esclusivamente sul fenomeno e prediligendone un’integrazione all’interno dei programmi tradizionali di contrasto al bullismo. Occorre anche ricordare che demonizzare le nuove tecnologie non fornisce ai ragazzi gli strumenti per evitare o affrontare correttamente i rischi legati alle attività online. Al contrario, valorizzarne gli aspetti positivi consente loro di conoscerne le enormi potenzialità, di individuarne i possibili pericoli e come farvi fronte".

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