SOCIETÀ

Il risveglio della società civile

Mentre l’attenzione dei commentatori si concentra sui risultati del voto di domenica e sulle sue possibili conseguenze per gli equilibri del governo un fenomeno politicamente più interessante sta crescendo: il risveglio della società civile. Sono sempre di più i cittadini che, delusi dai partiti esistenti, prendono l’iniziativa di agire politicamente in maniera diretta. Lo si vede nell’attivismo di migliaia di organizzazioni del volontariato, nella mobilitazione degli studenti sul problema del clima, nelle lenzuola esposte in piazza contro il ministro degli interni Matteo Salvini. 

Sono cittadini che rivendicano la loro autonomia e la loro diversità dall’immagine diffusa dai media: “L’Italia non è quella che ci viene mostrata ogni giorno sugli schermi televisivi” scrivono per esempio le Famiglie Accoglienti di Bologna in una lettera aperta al presidente del Consiglio Conte, “Non è un paese impaurito, rancoroso, ostile verso gli stranieri e i ‘diversi’. Non è il Paese dei respingimenti in mare, dell’indifferenza verso le sofferenze e le morti di donne e bambini, della chiusura di fronte a culture e religioni diverse. La paura e la fretta sono sempre cattive consigliere: ci spingono a rinchiuderci in fortini, ad alzare muri e a ignorare i diritti umani”.

Il gruppo di famiglie torinesi e bolognesisi è offerto di accogliere, per tutto il tempo necessario, il gruppo di migranti sbarcati dalla “Mare Jonio”qualche tempo fa (tra cui due donne incinte, una bambina di un anno e altri quattro minori non accompagnati). Si sono offerte di farlo “nel quadro delle procedure di accoglienza vigenti e con la collaborazione delle istituzioni ma senza alcun onere per lo Stato”.

In Italia, il settore del volontariato è sempre stato robusto: da tempo ci sono milioni di cittadini che non alzano muri ma aprono porte, anche quelle di casa propria. Dopo aver partecipato a progetti di accoglienza di minori stranieri non accompagnati, organizzazioni come Welcome Refugees, Open Arms, Agevolando, e centinaia di altre si sono messe in rete per dare voce alla solidarietà contro i respingimenti. Il tema dell’immigrazione, anche sotto l’impulso di Papa Francesco, è diventato il banco di prova della volontà e capacità della società civile di resistere alle politiche del governo.

La differenza rispetto a pochi mesi fa è che la polarizzazione sul tema dei migranti cercata dal ministro degli Interni per consolidare e ampliare la sua base elettorale ha prodotto una mobilitazione anche sul fronte oppostotra cittadini che, in realtà, non avrebbero affatto voluto essere trascinati nell’arena politica. Chi ospita dei migranti lo fa innanzitutto per la convinzione che si tratti di un dovere morale personale, che detta i comportamenti prima e al di là della politica. Il decreto Sicurezza, con le sue clausole crudeli e vessatorie ha cambiato tutto questo, rendendo evidente la necessità di un’azione maggiormente pubblica e organizzata.

Così è nata la manifestazione di marzo a Milano e così sono apparse le lenzuola sui balconi, un fenomeno ampliato e accelerato dopo la mal considerata iniziativa di zelanti funzionari di farli togliere alla polizia o addirittura ai pompieri (pericoloso sfidare la creatività popolare, che ha risposto con centinaia di nuovi striscioni più ironici e audaci). Lo stesso è accaduto con le numerose iniziative di solidarietà con la professoressa Dell’Aria a Palermo, sospesa per 15 giorni dall’insegnamento per non aver “controllato” un video prodotto dai suoi alunni in cui si accostavano le leggi razziali al Decreto Sicurezza.

La mobilitazione si è poi rivolta contro il cosiddetto “Decreto sicurezza bis”, il cui fine era impedire i salvataggi in mare multando le navi delle Organizzazioni non governative, un decreto cheoltre che eterogeneo, contrario alle leggi vigenti e ai trattati internazionali sottoscritti dall’Italia, era palesemente incostituzionale. Le pressioni per farlo approvare prima del voto di domenica sono state respinte dal presidente della Repubblica anche grazie alle prese di posizione pubbliche della società civile, ben sintetizzate da Luigi Manconi in un articolo in cui ricordava che “il soccorso in mare costituisce il fondamento stesso del sistema universale dei diritti umani”.

L’Italia, paese di emigranti fin dal 1861, sa quanto sia doloroso lasciare la propria terra e quanto sia importante trovare accoglienza e speranza in paesi lontani, accoglienza peraltro sancita nel troppo spesso dimenticato articolo 10 della Costituzione: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica”. 

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