SCIENZA E RICERCA

Verso l'estinzione dell'uomo sulla Terra?

Noi, Daniele e Roberto, gli autori di questa provocazione siamo due vecchi fisici teorici che hanno conservato il piacere di pensare ed elaborare, anche senza attingere alla norma di completezza e puntigliosità di ogni seria ricerca scientifica. A volte questo procedimento viene chiamato interdisciplinare quando queste elaborazioni vengono riprese e professionalizzate da un vero cultore della disciplina attigua. Con l' espandersi impetuoso delle conoscenze scientifiche, non è possibile essere professionisti seri in branche non contigue e, d'altronde, i ricercatori sono così intensamente impegnati nel loro specifico lavoro che difficilmente possono concedersi l'avventura di lasciarsi sedurre da idee inconsuete.

Questo è forse un privilegio della tarda età quando ci si può dare il lusso di non dover aggiungere un' altra riga ad un qualche CV. Noi due abbiamo preso l' abitudine di chiacchierare a ruota libera per un' oretta dopo il pranzo di mezzogiorno (del tutto analcolico) alla mensa della SISSA la nostra casa madre. Oltre ad eventuali commenti quotidiani, ci piace lasciarci trascinare a scambiarci punti di vista e commenti su come percepiamo la tumultuosa trasformazione della società e della natura del nostro mondo se non dell'universo la cui conoscenza avanza impetuosamente. Ed è rinfrescante provare a guardare le cose da lontano, come da un punto del cosmo da cui il nostro mondo si vede piccolo piccolo sperduto nel vuoto cosmico. E così emerge un tema centrale: come si è modificato e come si sta rapidamente modificano il posto dell'uomo nella natura e quali prospettive per il futuro possiamo immaginare.

Il dialogo che abbiamo intrecciato ci ha divertito e ci ha portato ad inanellare punti di vista e idee (delle quali non rivendichiamo alcuna paternità) che avremmo volute fissare per evitare lo slacciamento della nostra instabile memoria. Come farlo? Non certo col linguaggio scientifico a noi consono in quanto non si pretende alcuna originalità scientifica. Scrivere un dialogo è arduo, specialmente quando è difficile inventare un Simplicio sempliciotto e un Salviati-Galileo con idee chiare e misure precise.

Allora abbiamo pensato di proporre due modi di espressione, uno di seguito all' altro. Cominciamo provando a coniugare ironia e serietà, in una vena ironicamente-seria o seriamente-ironica, ingabbiando le nostre riflessioni e la nostra fantasia con la metrica il ritmo e la cadenza delle rime. Ecco allora come introduzione una poesia che tocca anche se in breve tutte le suggestioni della nostra visione:

Estinzione? (un messaggio nella bottiglia)

I

dei viventi lo scopo principale

è riprodursi cercando nicchie e vie

ove aermare il proprio potenziale

con forme nuove oltre alle stantie

sempre correndo ad inseguir lo scopo

di dominare ed asservire il mondo

per farsene poi che? se al dunque dopo

si può soltanto rigirarlo in tondo.

II

così dal virus all'erba assai infestante

tutti i viventi cercano successo

e con la seduzione di un amante

perpetuano la specie in un amplesso

perché per selezione piu' si espande

chi più si riproduce con vantaggio

a rendere la specie forte e grande

per parare dell' altre il sabotaggio.

III

è certo che c'è poi competizione

equilibrio ne viene pur precario

sia dinamicamente nell' agone

tramutandosi in modo sempre vario

ma mai una specie a dominar da sola

unica potestà sopra la terra

a imporre a tutto il resto la sua scuola

non s'era vista in tutta questa guerra.

IV

e invece eccola qua c'è il sapientone

sapiens s'è detto con gran sicumera

unica specie in tutto il generone

dell' omo (in romanesco voce vera)

i poveri cugini neandertali

e anche i denisova e quanti altri

sono pure scomparsi tali e quali

ma erano rivali meno scaltri.

V

a vincere comincia con la mole

della demograa che non perdona

dai primi pochi all' ultima lor prole

con ritmo esponenziale che impressiona

così tra alcuni anticipi e ritardi

ma sempre più veloce anno per anno

di persone ne vengono miliardi

procurando al pianeta gran aanno.

VI

è una specie però assai singolare

con cervello più grande e ben connesso

che si esprime mettendosi a parlare

e ricorsivamente e con se stesso

e per immaginare la magia

l' arte la scienza e tutta la cultura

e sviluppando la tecnologia

per farsi forte (almen finché la dura).

VII

ha fatto fuori tutti i vertebrati

(salvo pochi esemplari da museo)

tenendo solo specie di allevati

mucche galline pecore e il corteo

di quelli da mangiare e cani e gatti

per averne a buon mercato aetto

anche se vari parassiti e ratti

nascostamente popolano un ghetto.

VIII

l'evoluzione viene poi stravolta

anche per sapiens vivo così a lungo

che età per riprodursi è bell'e tolta

invecchiando per cosa? e poi aggiungo

che la velocità di rimescolamento

di qualsiasi bio-gene innovazione

la diluisce a favorir l'avvento

dell'uniformità della popolazione.

IX

bio-evoluzione forse s'è fermata

ma esplosiva è quella culturale

nell'arco di una vita è già passata

dal neolitico all' era digitale

dalle radici bio nasce e si espande

crescere sempre e' questo imperativo

a costo di sconvolgere le lande

del territorio in modo autolesivo.

X

nel passato si stava molto peggio

paradiso perduto e' solo un mito

è nostalgia che prende dal saccheggio

di quel che resta del paesaggio avito

migliorare bisogna ecco il dilemma

benessere per tutti certamente

se siamo troppi non c'e' stratagemma

per procurarlo sostenibilmente.

XI

vale anche pei ricchi niuno escluso

l' economia si immagina sia aperto

il mondo e invece è su se stesso chiuso

non e' innito quello che ci e' oerto

ed e' una verita' lapalissiana

piu' attivita' vuol dire piu' riuti

riciclare non basta a far lontana

la trappola in cui siamo caduti.

XII

e quindi in conseguenza l' estinzione ?

o un mondo tutto quanto articiale

di robot senza eros seduzione ?

punto sperduto nel cosmo abissale

sta il pianeta difficile è fuggire

ma una sfida e salvezza è forse Marte

con bello sforzo che puo' il mondo unire

gia' solo questo ne varrebbe l' arte.

E poi, di seguito, proviamo a esporre la nostra visione in una versione più corposa, elaborata secondo i modi tradizionali del discorso razionale-scientifico. Ecco quindi, dopo la poesia, la prosa.

L'impressionante caratteristica (la principale) dei viventi, siano microbi, virus, funghi, piante, animali: riprodursi. Un insieme di sofisticate strategie per questo supremo scopo. L'individuo funge semplicemente da veicolo; una volta esaurito il compito non serve più. Ma chi glielo fa fare al virus di riprodursi a tutti i costi? A invadere le cellule, magari silente per lunghi periodi, e poi esplodere in vari tipi di starnuti per colonizzare altri portatori? Vuole conquistare tutto il mondo, e poi? Ha anche imparato, come un'intelligenza artificiale, a mitigare l'aggressività: un virus troppo virulento rischia l'estinzione.

Infatti, la riproduzione è la componente fondamentale della selezione naturale che ha generato l'evoluzione dei sistemi viventi. L'altra componente fondamentale del sistema darwiniano, le mutazioni, creano modiche al patrimonio genetico dell'individuo causate da effetti naturali esterni, quindi aleatori e non finalizzati a vantaggi evolutivi. Le mutazioni sono però ereditarie, quindi se una portasse chi l' avesse subita ad un vantaggio competitivo rispetto agli altri membri della specie, essa tenderebbe a stabilizzarsi nell'agone della vita, soprattutto se la prole che la eredita è numerosa.

Un'idea di sviluppo equilibrato tra specie diverse nelle risposte chimico-molecolari alle mutazioni naturali deve essere all'opera nel sistema Darwiniano per mantenere l'equilibrio evolutivo. Equilibrio che ha mostrato un'eccezionale efficacia nell'ambiente terra generando un' evoluzione continua dall'insorgere di organismi monomolecolari no alle strutture ultra complesse di noi primati. Eliminando magari fluttuazioni inconvenienti (vedi l' estinzione dei dinosauri), riportando all'equilibrio dominante senza scossoni dirompenti che scardinerebbero il meccanismo già ben rodato e potrebbero portare ad un drastico arretramento del sistema vivente, se non alla sua estinzione.

Che l'ambiente terra abbia potuto ospitare un così lungo equilibrio tra mutazioni aleatorie e competizione evolutiva dando luogo allo sviluppo della vita da proto-organismi monocellulari in condizioni ambientali estreme, ad esseri complessi e intelligenti, è di per sé quantomai sorprendente. Altro che disegno intelligente! Tanto da spingerci a cercare nell'infinità di analoghe o alternative condizioni ambientali nell'universo - o almeno nel sistema solare a noi più accessibile - segnali di altri casi di un così raffinato processo.

Questa straordinaria continuità  della vita sul nostro pianeta che il genio e le osservazioni di Darwin ci hanno insegnato a capire senza assegnare alcun obiettivo precondizionato in un lungo susseguirsi di cause random e competizioni senza quartiere, rischia d'arrivare a ne corsa a causa dell'incredibile successo dell'ultimo meraviglioso frutto: noi esseri umani moderni!

L'uomo moderno con le sue notevoli capacità cognitive è già frutto di un'evoluzione non strettamente darwiniana. Infatti in accordo con la comune visione antropologica, esso rappresenta una recente (50-70 mila anni fa) evoluzione dell'homo sapiens geneticamente e anatomicamente maturo, che era già  in giro per la terra da più di 100.000 anni. E' forse possibile che le peculiari capacita' cognitive di noi uomini moderni, distinte dalle proto-capacità animali e dei nostri predecessori ominidi, derivino anche da una causa neurale frutto di fattori epigenetici in un cervello già assai evoluto.

E' incredibile quanto questo essere umano sia stato capace in queste poche decine di migliaia d'anni, di comprendere la natura e di sviluppare gli strumenti tecnologici per sfruttarla e modificarla. Unica specie capace di sviscerare le dinamiche dei processi naturali dai livelli sub-atomici no all'universo nel suo insieme analizzandone i segnali che ci permettono di seguire la sua evoluzione sin dal bing bang iniziale. E' riuscito a creare sistemi artificiali intelligenti, capaci di competere coll' uomo dotato da quella straordinaria macchina che è il suo cervello frutto risultante da milioni d'anni d' evoluzione. Ha debellato malattie portando la vita media umana a raddoppiare nell'ultimo secolo. Ha creato mezzi di comunicazione che rendono piccolo il nostro globo terrestre, creando anche mezzi di distruzione capaci di estinguere la vita sulla terra in pochi istanti. Ma quel che è impressionante è la tumultuosa progressione di questo processo, tanto che ci permette di speculare che abbiamo personalmente assistito ad una percentuale non indifferente (forse addirittura un 5-10%) del totale dello sviluppo dall' emergere di noi sapiens cognitivamente maturi ad oggi!

Comunque, l'uomo non solo ha cambiato la natura (basta guardare fuori dalla finestra per rendersene conto) ma è anche pesantemente intervenuto sull'evoluzione delle specie sovvertendo il meccanismo darwiniano e quindi l'equilibrio in atto sin dall'insorgere dei sistemi viventi. Ha modificato piante ed animali per asservirli ai suoi bisogni alimentari, praticamente estinguendo quelli che non entrano in questo novero, o che rappresentano un'interferenza non desiderata (come insetti, batteri e virus). Ma l'esempio piu' lampante della ne della selezione naturale esso stesso: ossia il sapiens moderno. Tanto per cominciare, l' uomo compete coi suoi simili sin dagli albori per appropriarsi delle risorse disponibili. Ma più che l'abbondanza della sua prole (fatto apparentemente determinante nella sua contesa con le forme ancestrali più prossime come Neanderthal o Denisoviani) conta l' evoluzione degli strumenti che inventa e produce grazie alle sue nuove capacità cognitive e dall'organizzazione di progetti collettivi per dotarsene e migliorarli. Questo sviluppo tecnologico, non solo è all'opera nella selezione ormai non più naturale, ma anche nell'impedire la stabilizzazione di eventuali ulteriori mutazioni. L'effetto mutante è in se combattuto dall'uomo, ma anche qualora apparisse silente in qualche parte del globo, esso non troverebbe la nicchia isolata per propagarsi e imporsi. Le uniche modifiche accettabili all'uomo sono quelle che sono convenienti all'intera specie. Quasi sempre introdotte dall'uomo stesso con manipolazioni genetiche o come risultato di fattori epigenetici. Un buon esempio di una caratteristica umana (forse anche precedente al sapiens nelle specie antropomorfe, ma a quanto pare non al resto del regno animale) è il distacco del richiamo sessuale dalla procreazione e quindi al dilagare dell'eros fuori dall'ambito evolutivo.

Ma se l'equilibrio della vita sulla terra è cambiato, è lecito chiederci (o immaginarci) come potrebbe evolvere l'uomo e la sua società. Il primo fatto ovvio è che l'aspettazione di vita dell'uomo seguiterà ad aumentare come lo ha fatto nel periodo che a noi ci toccato di vivere. Di questo passo la società sarà piena di vecchi. E anche se la qualità della loro vita sarà probabilmente migliore di quella che disponiamo oggi, è ovvio che il dinamismo e la vitalità della specie sarà notevolmente ridotta. Inoltre, se i progressi della scienza e della medicina in particolare, aiutano l'essere umano a sopravvivere, non sembra prevedibile che riusciranno a modificare sostanzialmente il loro periodo di fertilità. Questo resterà prevedibilmente confinato dai 20 a 50 anni e anche se la spinta a procreare tardi venisse meno, implica un lunghissimo periodo, addirittura sui 100 anni se l'aspettazione dovesse arrivare a 150 a metà secolo come molti valutano. Quindi non solamente un aumento continuo della popolazione, ma anche un costante e inarrestabile invecchiamento. Ed è anche ovvio che l'eros pur se slegato dalla riproduzione come prima notato, non manca (e non mancherà) di subire l' invecchiamento e quindi a condizionare i meccanismi e le aspettazioni sociali. Quindi una società che evolverà in modo nuovo e non necessariamente sano e attraente per chi sarà destinato a viverla. Forse potrà andare incontro all' estinzione o a qualcosa di molto diverso di quello che intendiamo per "umano".

Tutte queste ipotesi fondate sull' estrapolazione potrebbero però non vericarsi. E' possibile infatti che le future dinamiche dell'evoluzione fin qui arrivate darwinianamente, ma ormai più e più condizionate dall'intervento umano, ivi compreso su processi fisico-chimici a noi accessibili, possano introdurre elementi nuovi finora inaspettati.

Per non parlare di una svolta tecnologica che permetta l' espansione della specie nel sistema solare (Marte sembrerebbe la meta più accessibile) o addirittura (fantascienza?) nel resto del cosmo. Così come i nostri nonni non avrebbero mai potuto immaginare il mondo d oggi come estrapolazione del loro, è possibile che la nostra analisi sull'evoluzione ad oggi, manchi fattori del tutto nuovi che ne condizioneranno il futuro.

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