UNIVERSITÀ E SCUOLA

Scuola: lettera dal paese dei presidi-manager

Dopo due anni di tirocinio, nel 2006 ottenni il New Qualified Teacher Status e da allora insegno matematica in Inghilterra. È quello che ho voluto sempre fare, già alle superiori, quando aiutavo gli amici a fare i compiti per casa, e poi all’università a preparare gli esami.

Il sistema scolastico inglese è molto diverso da quello italiano. Non esistono graduatorie, qui sei assunto direttamente dal preside e la prassi è la stessa per le scuole statali e private. Come per una domanda di lavoro nelle aziende private, si invia il proprio Curriculum Vitae, generalmente via email, e se si è selezionati si dovrà tenere una lezione di prova e affrontare tre colloqui: uno con il preside, uno con lo head-of-department e uno con il pastoral team. In alcune scuole gli studenti prendono parte nel processo per l’ assunzione degli insegnanti. Di solito si convocano e si confrontano tre o quattro candidati per lo stesso posto di lavoro. È dura ma ne vale la pena.

A Londra ho avuto la possibilità di incontrare molti colleghi e studenti di diverse culture e classi sociali. E con il passare degli anni, il mio stile di insegnamento è cambiato sotto molti aspetti, grazie anche ai nuovi strumenti tecnologici, come lavagne interattive, diversi software e risorse online, ma principalmente perché la mia consapevolezza e il mio senso di responsabilità sono maturati con la pratica e soprattutto attraverso l’ interazione con gli studenti, i genitori e i colleghi.  

Tuttavia oggi l’insegnamento non è più una professione attraente. E ci sono diverse ragioni per cui gli insegnanti negli ultimi anni stanno lasciando la professione. Secondo il sindacato dell’Association of Teacher and Lectures, ATL, circa il 76% degli insegnanti abbandona a causa dell’elevato carico di lavoro. Infatti, alla preparazione delle lezioni si devono aggiungere le diverse valutazioni scritte - triplicate negli ultimi anni -, i compiti per casa e i temi di fine trimestre, o term. Con l’intento di migliorare il dialogic-feedback per ognuno di questi test l’insegnante deve creare e compilare una scheda  per ogni singolo allievo, indicando gli argomenti che sono stati bene assimilati e le aree che invece devono essere consolidate.  Bisogna ammettere che tutte queste innovazioni sono state introdotte a fin di bene per entrambe le parti, ma hanno prodotto una montagna di lavoro che spesso non è sostenibile nel tempo a disposizione degli insegnanti. 

Tutto questo ha anche creato una mentalità per la quale studenti, genitori e presidi si concentrano sui risultati delle valutazioni anziché incoraggiare il coinvolgimento nelle discipline per l’interesse del loro contenuto. Proprio sabato scorso, il 16 maggio 2015, Janice Turner scriveva sul The Times: “... Ora lo stress per gli insegnanti  deriva non solo dai presidi che vogliono che le loro scuole compaiono ai primi posti nelle liste locali, ma anche dai genitori”. In generale, un insostenibile work-life balance è ritenuto normale e accettato come parte del lavoro dell’insegnante, mentre non dovrebbe essere così.  

Non solo chi è nuovo alla professione, ma anche i più esperti oramai si trovano a non avere una vita sociale e a sentirsi continuamente stremati. In molte scuole è la norma che gli insegnanti lavorino una volta tornati a casa, nei fine settimana e durante le vacanze di fine trimestre, cioè durante gli half-term. Sebbene in media un insegnante lavori dalle 9 alle 11 ore al giorno – Monday to Friday –, questi deve anche preparare fino a cinque diverse lezioni al giorno, accertandosi di andare incontro ai bisogni dei singoli studenti, siano questi affetti da dislessia o non parlino l’inglese come prima lingua. Una classe può raggiungere i 31-32 studenti e nel preparare una lezione è anche necessario proporre attività didattiche che garantiscano il coinvolgimento e la differenziazione per le diverse abilità di apprendimento di ciascuno di loro. 

Nella giornata di un insegnante ci sono solo due pause, per un totale di 60 minuti: 20 minuti per il morning-break e 40 minuti per il lunch-break; ma queste pause spesso vengono erose dai turni di sorveglianza, o duty, e dai colloqui con gli studenti mentre le ore di lezione frontale sono date per scontate. A queste si devono aggiungere il form-time, la sorveglianza durante le ore in più che devono trascorrere a scuola gli studenti che non hanno fatto i compiti a casa o semplicemente hanno disturbato le lezioni,  la disponibilità dopo scuola ad aiutare i ragazzi a comprendere meglio un argomento, la gestione dei vari club, 4 o 5 serate, generalmente dalle 16 alle 19, di presenza per i parents’ evenings, due meeting doposcuola per settimana, qualche supplenza, le email amministrative e quelle utilizzate per le comunicazioni con le famiglie ...E la lista non finisce qui. Certamente lo stipendio mensile di un insegnante non è proporzionato a tutto questo tempo dedicato al lavoro.

In generale si assume implicitamente che gli insegnanti, anche con diversi anni di esperienza alle spalle, ancora non lavorino con abilità ed efficienza. Infatti, sono imposte tre lesson-observation all’anno, una per ogni trimestre, e almeno un paio di drop-in per trimestre. Nelle drop-in un senior manager entra nella tua aula a inizio lezione per assicurarsi che la lezione abbia un titolo e che l’insegnante segua la routine suggerita dalla scuola. A questo riguardo ogni volta un modulo viene compilato e archiviato nel Performance Management (PM), dell’insegnante osservato. 

Il PM è un documento piuttosto spesso, fino a 18-20 pagine, che segue e raccoglie tutte le attività che l’insegnante compie durante l’intero anno accademico. In questo documento vengono inserite le sue lesson-observation, le drop-in e tutte le sue attività extra-scolastiche. Le promozioni e gli aumenti di stipendio vengono quindi decisi dal preside e dai senior manager sulla base di queste informazioni, degli obbiettivi accademici della scuola e dei target individuali suggeriti o imposti all’insegnante, e non da ultimo dei risultati ottenuti dagli studenti a fine anno scolastico. Accountability – responsabilità - è a ragione il fulcro della tua Performance Management. Tuttavia, I manager in quanto "controllori" devono dimostrare che sanno distinguere "buoni" insegnanti da insegnanti meno buoni, ma spesso questa funzione viene esercitata in modo arbitrario e condizionata da parzialità, scambio di favori, amicizie e inimicizie personali.

Bisogna aggiungere che molti insegnanti si sentono sottovalutati in quanto i giornali e la stessa l’opinione pubblica non parlano bene della loro professione. Spesso si ritiene che la mancanza di disciplina, di rispetto e di entusiasmo degli studenti siano dovute agli stessi insegnanti, che non riescono a stimolare e  a “intrattenere” gli studenti. 

In quanto tutor di nuovi insegnanti, ho constatato mio malgrado che i giovani insegnanti sono per certi aspetti sfruttati, perché, essendo contenti di avere un lavoro, sono meno consapevoli dei loro diritti e meno decisi a farli valere. Essendo giovani sono anche generalmente fisicamente e psicologicamente più saldi e, non avendo ancora una famiglia propria, hanno più tempo ed energie da dedicare al lavoro. E soprattutto incidono meno sul bilancio economico della scuola.

Sempre secondo il sondaggio del sindacato ATL, è solo il 20% degli insegnanti scelgono questo mestiere perche’ possono usifruire di lunghe vacanze. Insegnare è molto gratificante ma anche molto impegnativo e difficile e quindi le vacanze sono ben meritate. Non tutti vogliono insegnare e non tutti lo possono fare, ma quelli che lo fanno si meritano ogni minuto delle loro vacanze.

Insegnare dà la possibilità di esplorare la materia per la quale hai una forte passione. È una sfida intellettuale e personale gestire una lezione di matematica con un gruppo di menti giovani; ogni allievo possiede una esclusiva personalità e un modo unico di ragionare. Trovo straordinaria la relazione che si può costruire con una classe di studenti condividendo con loro gli stessi obbiettivi e difficoltà. Ogni domanda che ti viene fatta ti regala una nuova intuizione sulla tua materia, una nuova idea per la lezione successiva. Non sono solo gli allievi che stanno imparando.

Donato Schiavo

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