UNIVERSITÀ E SCUOLA

Scuola media, l’eccellenza parla al femminile

Eravamo abituati a chiamarla scuola media, oggi è la secondaria di primo grado. Tre anni di studi e poi l’esame finale, il primo vero banco di prova che gli studenti devono affrontare nel loro lungo percorso formativo. Una fase delicata nella crescita degli studenti, una sfida per gli insegnanti chiamati a guidarli nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza. A conclusione dell’anno 2013/2014, l’esame di Stato della scuola secondaria di primo grado ha coinvolto circa 589.000 studenti e, ora, a distanza di qualche mese, il Miur ha reso noti i dati sugli esiti, diffondendo un focus che ne analizza i risultati regione per regione, presenta la media dei voti conseguiti, individua le materie in cui gli studenti riportano risultati migliori (considerando le sei prove d’esame: italiano, matematica e tecnologia, inglese, seconda lingua comunitaria, prova nazionale Invalsi e colloquio orale) e rivela qualche interessante dettaglio relativo alle differenze di genere. È vero, per esempio, che le studentesse raggiungono risultati più brillanti rispetto ai colleghi maschi? La risposta è sì, con differenze che si accentuano in particolare in due regioni, Calabria e Molise, e che vedono le ragazze eccellere soprattutto in italiano e nelle prove di lingue (con differenze di voto invece più contenute in matematica e una sostanziale omogeneità nella prova Invalsi).

“Se nella scuola primaria – si legge nell’introduzione al rapporto del Miur - la componente valutativa è affidata a un giudizio sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno e, solo in casi eccezionali e motivati, è prevista la non ammissione alla classe successiva”, alle secondarie di primo grado le cose cambiano e, per la prima volta, gli studenti devono affrontare un vero e proprio esame alla fine dei tre anni. Ma cosa emerge esattamente dal rapporto? Per quel che riguarda gli scrutini delle prime due classi si evidenzia una fase di selezione più marcata con gli scrutini del primo anno. Passando invece ad analizzare i dati relativi all’esame finale del terzo e ultimo anno si nota un leggero aumento del tasso di ammissione che dall’anno scolastico 2011/2012 è cresciuto di un punto percentuale con un numero più consistente di alunni che hanno conseguito nove o dieci come voto finale, aumentati rispettivamente di 0,7 e 0,9 punti percentuali. Inoltre, a conferma di quanto già detto sopra, le eccellenze dalle studentesse superano quelle dei colleghi maschi: quasi 10 ragazze su 100 hanno concluso il ciclo conquistando un dieci, contro appena 6 ragazzi su 100. Passando alle singole prove, gli studenti italiani hanno ottenuto risultati migliori nell’area umanistica (con un voto medio di 7,6) rispetto alla prova di matematica (7,3), mentre le votazioni più alte sono state conseguite al colloquio orale (7,7).

Per quanto riguarda Invalsi - la prova nazionale che valuta la preparazione dello studente e permette di monitorare il sistema d’istruzione -, i punteggi dei due test di italiano e matematica vengono trasformati in unico voto decimale. Mediamente, i risultati ottenuti dagli studenti nei test Invalsi sono migliorati, passando dal 6,2 del 2012/2013 al 6,8 dell’anno scolastico 2013/2014. I meno brillanti sono risultati gli studenti sardi che hanno superato la prova con un voto medio di 6,5, mentre il risultato più alto è stato raggiunto da siciliani e molisani che hanno ottenuto un 7. Incrociando i risultati Invalsi con il voto finale riportato all’esame emerge una certa correlazione tra le variabili: man mano che aumenta la votazione conseguita nei test cresce il voto finale. 

In classe sono cresciuti gli alunni stranieri. Si tratta di una popolazione complessa, soprattutto se si considera la varietà di provenienza e culture (i Paesi di provenienza sono oltre 200). Nell’anno scolastico 2013/2014, nella secondaria di primo grado, l’8,9% degli studenti che hanno concluso il ciclo risultava essere di origine non italiana, di questi il 29,6% è nato in Italia. Il tasso di ammissione all’esame conclusivo degli alunni stranieri risulta più basso (91,9%) rispetto ai colleghi italiani (97,7%) e, all’esame, le differenze di voto maggiori si rilevano in corrispondenza della prova Invalsi. Prendendo in esame i primi dieci Paesi per afflusso di studenti, i risultati migliori in matematica li hanno ottenuti gli studenti cinesi che hanno addirittura riportato una votazione di circa un punto superiore alla media (voto 7,5). In italiano, che costituisce per tutti un fattore di difficoltà, i migliori risultati li riportano gli alunni moldavi, rumeni e ucraini. 

Infine, il rapporto sposta lo sguardo un po’ più in là, analizzando le scelte degli studenti una volta conclusi i tre anni di secondarie inferiori. Cosa fanno i ragazzi al termine del primo ciclo d’istruzione? Quali percorsi scelgono? I dati non stupiscono. Chi ha conseguito una votazione dal sette in su ha presentato un’iscrizione a una scuola secondaria di secondo grado per oltre il 90% dei casi, con la quota di iscritti al liceo che aumenta con l’aumentare della votazione finale, passando dal 21,5% dei licenziati con sei al 94% degli studenti con dieci e lode. 

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