UNIVERSITÀ E SCUOLA

Agli atenei più risorse, raschiando il fondo del barile

Il taglio dei bidelli finanzierà l'assunzione del personale nelle università. È una delle misure previste dal cosiddetto "Decreto del fare", il decreto legge 69/2013 entrato in vigore lo scorso 22 giugno. Il testo definitivo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale conferma sostanzialmente (agli articoli 57-60), i provvedimenti per il mondo universitario e le attività di ricerca le cui linee generali erano state anticipate dal governo dieci giorni fa.

Turnover. Per gli anni 2014 e 2015, gli atenei potranno spendere per nuove assunzioni fino al 50% del costo del personale il cui rapporto di lavoro è cessato l'anno precedente (attualmente il limite è il 20%). Dal 2016 la percentuale salirà al 100%, consentendo, potenzialmente, la sostituzione completa del personale non più in servizio. Rispetto alla normativa in vigore, il decreto anticipa di un anno l'allentamento dei vincoli di spesa, che era previsto a partire dal 2015. La novità è che ai maggiori oneri così determinati si farà fronte grazie al taglio dei costi dei bidelli nelle scuole: il decreto stabilisce un risparmio di 25 milioni di euro per il 2014 e di 49,8 milioni a partire dal 2015 grazie alla mancata assunzione di nuovi collaboratori scolastici e all'affidamento delle loro mansioni a servizi esterni. Le risorse così ricavate incrementeranno il fondo di finanziamento delle università statali (21,4 milioni in più nel 2014 e 42,7 milioni nel 2015) e, in misura minore, il fondo ordinario degli enti di ricerca, che beneficeranno anch'essi di minori vincoli alle assunzioni.

Iscrizione a università di altre regioni. Confermato un accantonamento pari a 17 milioni in tre anni per incentivare gli studenti meritevoli a preferire atenei in regioni diverse da quella di residenza. Il beneficio riguarderà coloro che, per il prossimo anno accademico, si iscriveranno a corsi di laurea oppure corsi di laurea a ciclo unico (e non, dunque, a corsi di laurea magistrale) presso atenei statali o non statali italiani (esclusi quelli telematici) che abbiano sede in altre regioni. Per concorrere alle borse di studio, gli studenti dovranno rispettare requisiti di reddito (calcolati sulla base dell'Isee), merito (voto di maturità pari almeno a 95/100) e distanza dalla regione scelta. Le borse saranno assegnate con graduatorie su base regionale. Gli studenti vincitori di borsa, per conservarla negli anni successivi al primo, dovranno mantenere una media di voti pari a 28/30, non riportare mai voti inferiori a 26 e acquisire ogni anno almeno il 90% dei crediti formativi previsti.

Contributi per la ricerca. Lo Stato incentiverà attività di ricerca di base ed applicata attingendo al fondo Far, secondo modalità stabilite in un successivo decreto del ministro dell'Istruzione. Tra i settori privilegiati, lo sviluppo di start-up, spin-off universitari e idee d'impresa innovative promosse da giovani, i progetti per favorire la collaborazione atenei-aziende e lo sviluppo di infrastrutture di università ed enti pubblici di ricerca, gli investimenti in ricerca delle piccole e medie imprese, il supporto a ricercatori vincitori di borse e premi, il sostegno all'internazionalizzazione delle imprese che concorrono a bandi europei di ricerca.

 Unificazione dei fondi e valutazione dei servizi. Tutte le risorse statali dedicate al funzionamento e alla programmazione del sistema universitario, alla mobilità studentesca e alla formazione dei ricercatori (come le borse post lauream) confluiranno in un unico fondo: il Ffo, per gli atenei statali, e il contributo per gli atenei privati legalmente riconosciuti. Nuova competenza per l'Anvur, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca: a essere sottoposti al vaglio dell'ente saranno anche i servizi amministrativi degli atenei.

Martino Periti

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