UNIVERSITÀ E SCUOLA

Ateneo e Ospedale insieme per carpire i segreti del cervello

La bramosia di conoscere i meccanismi  che regolano l’attività cerebrale è antica come la scienza stessa. Ogni età, dalla preistoria ai nostri giorni, ha cercato di svelarne i segreti.

Proprio per promuovere le ricerche in questo campo, difficile quanto affascinante, università di Padova e Azienda ospedaliera hanno firmato una convenzione e inaugurato un laboratorio, con una strumentazione all’avanguardia, che vedrà all’opera ricercatori dei dipartimenti di Psicologia generale e di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione, da tempo impegnati in studi nel campo delle neuroscienze cognitive. Saranno guidati dai professori Umberto Castiello di Neuroscienze cognitive, e Diego Miotto, direttore dell’Istituto di radiologia.

Il laboratorio di neuroscienze cognitive è dotato di Risonanza magnetica funzionale e di attrezzature, che permettono la stimolazione visiva e acustica, la registrazione cinematica del movimento, del tracciato elettroencefalografico e dei movimenti oculari. “Strumenti di ultima generazione – spiega Castiello - che proiettano il laboratorio a un posto di primo piano nel panorama della ricerca nazionale ed internazionale”. L’obiettivo è quello di produrre nuovi modelli di comprensione del cervello e della mente. Il terreno di indagine è affascinante: gli stati mentali soggettivi hanno particolari correlati neuronali che potranno essere individuati con precisione. Durante lo svolgimento di un’azione cosa avviene nelle aree cerebrali? Come si comporta il nostro cervello quando ci troviamo davanti a decisioni di carattere economico oppure di fronte a dilemmi di carattere morale? Cosa distingue il cervello di destrimani e mancini? Dalle neuroscienze cognitive si attendono risposte a queste e altre domande.

Le ricerche sui meccanismi cognitivi e psicologici si affiancheranno ad altri campi di indagine che riguardano la memoria e l’attenzione, la fase che porta il soggetto a decidere, le risposte comportamentali agli stimoli che giungono dall’esterno.

V.P.

 

Vengono indossati occhiali a cristalli liquidi per la visualizzazione di immagini e filmati.

La persona coinvolta nella simulazione risponde al test controllando con la mano una pulsantiera. La "bobina" che avvolge la testa della persona è invece lo strumento che permette la ricezione delle immagini del cervello.

L’apparecchiatura per risonanza magnetica garantisce anche l’applicazione funzionale: consente cioè di ottenere informazioni su quali regioni cerebrali vengono coinvolte durante l’esecuzione dei test.  

Le immagini sullo schermo rappresentano gli stimoli che la persona riceve durante l’esecuzione del test.

L’immagine rappresenta la connettività strutturale del cervello e individua i fasci di fibre nervose che collegano le diverse parti di esso.

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