CULTURA

Attenzione! Libri a bordo

A partire dal 1859 a Warrington, nel Regno Unito, girava un cavallo che trainava un carro con dei libri: uno dei più rivoluzionari progressi in ambito bibliotecario del XIX secolo, lo definì lo storico George Ian Orton negli anni Ottanta del Novecento. Si trattava della Warrington perambulating library ed era un progetto promosso dal Mechanics’ Institute, un istituto scolastico rivolto soprattutto ai lavoratori, che portava in tutte le strade della città testi, mappe e pamphlet. In molti seguirono l’esempio inglese. Ne parla Il Parnaso ambulante di Christopher Morley, delizioso racconto di un bibliobus trainato da un cavallo nel Massachusetts di un secolo fa. Poco dopo fu introdotta negli Stati Uniti la prima bookmobile, in cui al cavallo si sostituì l’auto.

La biblioteca mobile che serviva il Bronx a New York

Storie d’altri tempi? Non proprio: di recente  la Seattle Public Library ha lanciato il progetto Books on bikes che per mezzo di 11 bibliotecari in bicicletta porta i libri attraverso la città, nei parchi, nei mercati ortofrutticoli e ad eventi pubblici. Oltre a distribuire libri, grazie ai tablet e a un collegamento wi-fi i bibliotecari insegnano ai visitatori come scaricare un e-book e danno indicazioni su altri servizi online. L’obiettivo, dichiara al Library Journal Jared Mills, che con Linda Johns ha ideato il programma, è di estendere l’accesso ai servizi della Seattle Public Library in modo innovativo oltre i confini fisici della grande biblioteca progettata da Rem Koolhas e raggiungere tutta la città. “Il programma dimostra come la biblioteca sia parte della comunità e noi vogliamo essere là dov’è la gente”. Qualcosa di simile si può trovare anche in Italia. Da Milano a Roma, da Firenze a Foggia, da Ravenna a Genova a Trento, esistono i bibliobus, autobus adattati a biblioteche itineranti che hanno lo scopo di avvicinare le persone alla lettura. Dopo i terremoti dell’Aquila nel 2009 e di Mantova, Modena e Reggio Emilia nel 2012, il bibliobus tra le tendopoli assumeva il valore aggiunto di lenta riconquista della normalità.

Non mancano anche iniziative private: a Ferrandina in Basilicata Antonio La Cava, maestro delle elementari in pensione, ha riadattato un vecchio furgoncino Ape e, dopo averlo riempito di libri, gira per le piazze della regione a portare i libri ai bambini con il suo “bibliomotocarro”.

Oltre i confini del nostro Paese i bibliobus sono molto diffusi in Giappone, in Germania, in Finlandia, in Danimarca solo per fare alcuni esempi. In Inghilterra, alcuni possiedono anche postazioni internet al loro interno. 

L’International federation of library associations and istitutions (Ifla), nel volume Mobile library guidelines del 2010, sottolinea come le biblioteche mobili siano essenziali nell’ambito dei servizi delle biblioteche pubbliche al punto che dovrebbero essere considerate parte integrante di esse. L’obiettivo è di promuovere l’uguaglianza nella fornitura dei servizi dando a tutti la possibilità di accesso ai libri, attraverso il massimo della flessibilità di fronte ai bisogni dei cittadini. 

Esistono territori in cui i servizi di biblioteca mobile rimangono l’unica possibilità di accedere alla cultura. In Africa, dove le infrastrutture di trasporto sono carenti, il servizio viene affidato ad asini e cammelli. Il Camel library service, iniziativa del Kenya national library service, è attivo in Kenya già da molti anni ed è rivolto in particolare agli abitanti degli insediamenti rurali e nomadi del nord-est del Paese, nelle zone che circondano Garissa e Wajir, altrimenti nell’impossibilità di accedere ai libri. Ne parla il romanzo di Hamilton Masha La biblioteca sul cammello. 

In Zimbabwe le Donkey drawn libraries raggiungono le comunità più isolate a nord-ovest del Paese. Munite oltre che di libri anche di dispositivi per la proiezione di video e musica, hanno contribuito all’aumento del tasso di alfabetizzazione nella zona. In Thailandia i servizi di biblioteca mobile sono affidati anche agli elefanti e ai corsi d’acqua: i libri sono trasportati nelle barche, nelle cosiddette boat libraries. Lo stesso avviene in Canada e Venezuela, solo per citare due esempi.  

Pur mantenendo lo stesso principio di fondo, esistono delle varianti a questo tipo di servizi. In Colombia, il programma Libros al viento, promosso nel 2004 dalla Secretaria de cultura recreación y deporte y la secretaría de educación, ha fruttato nel 2007 a Bogotà la nomina a Città del libro da parte dell’Unesco. I libri vengono distribuiti nei parchi attraverso il progetto Paradero para libros para parques, negli ospedali, nei mercati, nelle “bibliostazioni” del sistema di trasporto pubblico Transmilenio, nei distretti scolastici. E non manca anche in Colombia per raggiungere le zone più isolate il biblioburro, cioè il trasporto di libri a dorso di due asini, Alfa e Beto, promosso da Luis Soriano.

A Santiago, a Madrid e a San Paolo in Brasile, nelle stazioni della metropolitana sono stati costruiti dei “bibliometro”, punti in cui i viaggiatori possono prendere in prestito i libri e restituirli successivamente in una qualsiasi delle fermate. Se invece scegliete le spiagge di Tel Aviv come meta per le vostre vacanze non sarà insolito trovare sulla battigia, accanto ai gelati, postazioni mobili dove potrete rifornirvi di libri da gustare comodamente sulla vostra sdraio. Magari ci troverete anche Le storie del bibliobus di Tundrum di Ian Sansom che delle biblioteche mobili ha fatto l’oggetto di ben quattro romanzi pieni di umorismo inglese.

Monica Panetto

Un esempio di biblioteca mobile sulle spiagge di Tel Aviv

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