UNIVERSITÀ E SCUOLA

Bonus maturità, vinca il peggiore

Il Miur annuncia per mercoledì 12 giugno il varo di un decreto che posticipa a settembre i testi di ammissione. E mentre contraddizioni e paradossi del bonus maturità diventano protagonisti del dibattito, in discussione finiscono anche i "criteri di valorizzazione del percorso scolastico"

 

“E quanti, ma quanti / vorrebbero la luna nel pozzo / una loro strada sicura / che non si rompa tuttora nei bivii...”. Di sicuro Rocco Scotellaro, il poeta del contado lucano morto nel 1953 a soli trent’anni, nel cantare in “Giovani come te” i destini incerti dei ragazzi in città, non poteva immaginarlo: una scuola a lui intitolata simboleggia l’indolenza scolastica tutelata dalla legge. Perché il liceo delle scienze umane Scotellaro di San Giorgio a Cremano (Napoli) è, tra tutte le scuole superiori italiane, quella i cui studenti potranno godersi l’esame di maturità senza troppe preoccupazioni se, dopo il diploma, vorranno tentare un corso di laurea a numero chiuso. Stiamo parlando delle ambite lauree ad accesso programmato, quelle per le quali la legge prevede un test unico di ammissione in tutta Italia: medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria, medicina veterinaria e i corsi per la formazione degli architetti. Da quest’anno le modalità di selezione sono cambiate: su 100 punti assegnabili, 90 saranno attribuiti con la prova scritta, ma ben 10 dipenderanno dal cosiddetto “bonus maturità”, che distribuisce punti aggiuntivi in relazione al voto di diploma, con un meccanismo complicatissimo e oggetto di polemiche velenose. Al “bonus” accedono gli studenti che alla maturità abbiano ottenuto almeno 80/100. La parità di trattamento, però, finisce qui: perché il risultato di ciascuno studente “peserà” non in senso assoluto, ma in relazione alla media dei voti conseguiti da tutti i suoi compagni di scuola nell’anno accademico passato. E qui inizia il caos: perché questo sistema, pensato per evitare “eccellenze facili” in scuole poco severe, crea enormi disparità tra gli studenti. Così, secondo le tabelle ministeriali, i famosi studenti “scotellariani” conseguiranno un bonus corposo (7 punti) diplomandosi con il punteggio minimo utile (80), semplicemente perché l’anno scorso il 95 % dei loro compagni di scuola non ha ottenuto alla maturità più di 60/100, un vero record nazionale. E qui si apre il primo problema: una scuola con voti così straordinariamente bassi non è, evidentemente, molto severa, ma molto disastrata. E quindi premiare tutti coloro che riescono a uscirne con un voto appena decente, significa solo incentivare il corale disimpegno. Consideriamo invece una scuola i cui bassi voti di diploma sono frutto, con tutta probabilità, di un certo rigore da parte dei docenti, come il classico Vittorio Emanuele II di Palermo, il più antico della Sicilia. Qui chi ottiene un buon voto di maturità lo merita davvero: ma con 80/100 il bonus non scatta. Per ottenere il bonus minimo (4 punti), alla maturità bisogna ottenere 86; e per conseguire un “premio” di 6 punti bisogna ottenere 90: un extra comunque inferiore a quello che otterrebbero i liceali dello Scotellaro che si diplomassero con 10 punti in meno.

Infine, il caso opposto a quello del liceo Scotellaro: una scuola di ottima tradizione, il liceo Tasso di Roma, le cui votazioni medie di maturità, abbastanza alte, farebbero pensare a un buon livello di rendimento generale. Qui, per conseguire il “premio” minimo (4 punti) bisogna diplomarsi addirittura con 92; e per arrivare a un bonus di 8 punti, superando così i famosi 7 punti ottenuti dagli “scotellariani” con 80, bisogna diplomarsi con 97: 17 punti in più. In questo caso, gli studenti particolarmente bravi sono penalizzati dall’alto livello medio dei colleghi di studi.

I possibili confronti, per verificare le incongruenze del sistema, sono infiniti. E’ un meccanismo che rischia di condizionare in modo decisivo test come quello per medicina e chirurgia, in cui un punto in meno può significare l’esclusione: e contro il sistema dei bonus si intensifica la protesta degli studenti, che sulla Rete stanno promuovendo numerose petizioni per abrogare i punteggi extra. Lo stesso ministro Maria Chiara Carrozza non ha escluso interventi correttivi; nel frattempo, gli atenei registrano vistosi cali proprio nelle iscrizioni ai test d’ingresso per i corsi ad accesso programmato (tendenza dovuta soprattutto all’anticipo dei quiz a luglio, ma anche il caos-bonus potrebbe non esserne estraneo). E non è un caso se la Crui, che rappresenta i rettori, ha preso posizione per il congelamento del bonus e contro le prove di ammissione anticipate. A questo punto, mentre si attende la decisione del ministro, c’è da augurarsi che tra gli studenti non cresca, nei confronti dell’istituzione scolastica, lo stesso sentimento che Scotellaro descriveva nel padre verso l’ispettore del fisco: “aveva nelle maniche pronto / sempre un trincetto tagliente / era per la pancia dell'Agente”. 

Martino Periti

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