SCIENZA E RICERCA

Capua, la ricerca genera lavoro e profitti: non ostacoliamola

A volte la scienza, oltre che creare ricerca e nuove cure mediche, può fare altro: unire ciò che solitamente è diviso, in questo caso la politica. Non è un caso infatti che nella querelle, squisitamente burocratica, del trasferimento della virologa Ilaria Capua (la ricercatrice che scoprì e condivise in open access la sequenza del virus dell’aviaria) dall’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie alla torre della ricerca della Città della speranza, la politica, per una volta, si trovi d’accordo. Istituzioni, centrodestra e centrosinistra concordi su un punto fondamentale: fare in modo che un’altra eccellenza della ricerca italiana non fugga all’estero, provocando l’ennesimo danno di immagine, e non solo, a un Paese che litiga troppo spesso con le parole giovane e ricercatore.

Perché dietro a questo “trasloco”, annunciato a giugno in pompa magna dal govenatore del Veneto Luca Zaia all’inaugurazione della torre della ricerca, ma ancora disatteso, c’è il rischio concreto che Ilaria Capua se ne vada all’estero a fare ricerca. La ricercatrice è ambita e non lo nasconde, ma tiene a precisare di voler fare il suo lavoro in Italia. “Io credo in quello che faccio - spiega Capua al termine di una maratona di interventi tra politici e gente comune con l’intento di sbloccare la situazione - Credo nella sanità pubblica e ritengo che la forza sia mettere insieme talenti diversi per arrivare a scoprire risultati nuovi sul fronte della ricerca”. Il riferimento è alla sinergia tra la ricerca oncoematologica pediatrica della torre della ricerca e il lavoro dell’équipe della dottoressa Capua che potrebbe dare nuovi frutti importanti per la cura delle malattie.

Questo trasferimento racchiuderebbe il simbolo del sogno di un ricercatore in Italia: avere un posto  di lavoro stabile e potersi mettere al servizio del Paese. Non usa mezzi termini Ilaria Capua: “Io ho oltre 40 precari - spiega la ricercatrice - che lavorano grazie alla competitività della ricerca che genera fondi provenienti per la maggior parte dall’estero, addirittura dall’Egitto”. Ricerca che genera lavoro e genera profitto: ecco allora il desiderio di rafforzare un gruppo di lavoro, “di estenderlo ad altri ricercatori”. Il messaggio, anche alla politica è chiaro: “Questa riunione trasversale - conclude Capua - per schierarsi a fianco di noi ricercatori deve farci capire che siamo il motore di un cambiamento in cui la politica riconosce l’importanza della ricerca in Italia e si fa carico dei suoi problemi”.

E allora è possibile vedere personaggi politici che difficilmente si trovano a parlare senza polemica alcuna: il portavoce della Regione, gli assessori regionali Isi Coppola (alla Ricerca) e Elena Donazzan (al Lavoro), il sindaco di Padova Flavio Zanonato. Tutti accomunati da un unico intento: salvaguardare la ricerca e favorire lo sblocco dell’impasse per il trasferimento della Capua. A fianco loro, ricercatori, semplici cittadini, addirittura alcuni dirigenti dello stesso zooprilattico, pronti a schierarsi per aiutare il gruppo di ricerca a spostarsi negli ultimi due piani della torre sorta a fianco del Cnr di Padova. La Regione assicura la massima collaborazione: “Le istituzioni devono essere unite - spiega Zaia per bocca del suo portavoce - per eliminare questa elefantiasi burocratica che si mette in mezzo a importanti progetti”. Isi Coppola parla di “follia e miopia” nell’ostacolare questa operazione e si dice “indignata come assessore”. Zanonato invoca l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in grado “attraverso la sua persuasione morale di sbloccare la situazione”, spiega il primo cittadino di Padova. Non è ancora dato sapere come evolverà la vicenda, “spero vada a buon fine - dice ancora Capua - perché il Veneto e l’Italia hanno bisogno di credere nei loro talenti e nella ricerca”. E di credere che un consiglio d’amministrazione non possa mettere in scacco istituzioni ed enti che appoggiano un progetto condiviso e di ampio respiro.

Mattia Sopelsa

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