SCIENZA E RICERCA

Ilaria Capua: il lockdown ha funzionato, ma ora non bisogna mollare

La pandemia è chiaramente un grande evento trasformazionale, che scuote alcune nostre certezze – spiega Ilaria Capua, in collegamento della Florida con Il Bo Live –. Molto più che un virus, il Covid-19 è uno stress test per un sistema complesso come il nostro. Le cose non torneranno come prima, ma credo che questa sia anche una grande finestra di opportunità per ripensarci come persone e come comunità”. Alla riflessione sugli effetti della pandemia, e su come volgerli in maniera possibilmente positiva, è dedicato Il dopo. Il virus che ci ha costretto a cambiare mappa mentale (Mondadori), l’ultimo libro della scienziata che da quattro anni guida lo One Health Center of Excellence dell’università della Florida.

Da settimane l’emergenza ci mette in contatto quotidiano con la nostra fragilità, minacciati dalla più piccola delle creature: poco più di una pallina microscopica di gelatina. “La pandemia però non l'ha causata il virus – continua Capua –: lui sarebbe restato nella foresta se nessuno gli avesse dato fastidio, e soprattutto se nessuno lo avesse caricato su un aereo. Un'altra botta così non la possiamo prendere: dobbiamo reinventarci un mondo diverso, e se non lo facciamo adesso non lo facciamo più”.

Intervista a Ilaria Capua, prima parte. Di Daniele Mont D'Arpizio, montaggio di Elisa Speronello

In poco tempo siamo comunque riusciti a scoprire parecchie cose sul nostro nemico: “Abbiamo molte incertezze ma anche alcune certezze. Adesso sappiamo ad esempio come arrestare il contagio: il fatto che il numero dei ricoverati in terapia intensiva e dei morti sia diminuito vuol dire che le misure di restrizione messe in atto 15 giorni fa hanno funzionato. Sappiamo anche che il virus ‘non ha le ali’: si trasmette attraverso il contatto diretto o con le goccioline che emettiamo, che però non viaggiano per chilometri. Sappiamo infine che per infettarsi non basta una singola particella ma ci vuole una nuvola di particelle virali di una certa consistenza”.

Se noi rispettiamo le regole il virus da solo non si muove Ilaria Capua

Quello che al momento invece non sappiamo è se arriverà una seconda ondata, come paventano alcuni. “Potrebbe arrivare se noi non ci comportiamo bene, o per motivi che adesso non abbiamo bene a fuoco, dato che l'infezione ci fa vedere ogni giorno una faccia nuova. Se però noi rispettiamo le regole di convivenza in un'emergenza di sanità pubblica – quindi teniamo protette le nostre categorie più fragili, ci laviamo le mani e le laviamo ai nostri figli, stiamo attenti a non contaminare gli altri e noi stessi – è chiaro che il virus da solo non si muove”.

Intervista a Ilaria Capua, seconda parte. Di Daniele Mont D'Arpizio, montaggio di Elisa Speronello

Insomma è ancora presto sia per cantare vittoria che per disperarsi. “Se ci sarà una seconda ondata non sarà perché il virus scompare e ritorna – spiega la scienziata –. Lui per ora continua a circolare più o meno indisturbato: in questo momento i ricoveri sono pochi e io mi auguro che così sarà durante l'estate; la circolazione virale effettiva continuerà però a esserci, sarà di basso livello e sarà soprattutto nelle persone che non mostrano sintomi. È chiaro che se dovessero di nuovo crearsi condizioni favorevoli al contagio ci saranno di nuovo dei cluster di infezioni…. dipenderà da come le persone sapranno continuare ad adottare comportamenti virtuosi, gli stessi che ci hanno portato fuori dal disastro nel quale l'Italia si trovava non più di un mese e mezzo fa”.

Tra le tante cose, la pandemia in questi giorni ha anche portato alla ribalta come non mai la figura dello scienziato: “Credo che sia una grandissima opportunità per la scienza, per fare una grande rimonta e ritrovare un ruolo non dico centrale ma circolare per la crescita da tutti i punti di vista dell’homo sapiensCredo anche però che la sovraesposizione mediatica, le litigate, le parolacce e gli insulti non facciamo proprio bene a nessuno. Infatti io cerco di non entrare in queste dinamiche, anche perché sono un una virologa della prima ora e lavoro da molti anni su queste cose”.

Il vaccino arriverà, ma temo che molti non lo faranno Ilaria Capua

Un’ultima riflessione Ilaria Capua la dedica all’altra questione di cui tutti oggi parlano: “Il vaccino arriverà, perché ci stanno lavorando in migliaia e non è possibile che non arrivi. Non c'è grossa esperienza di vaccini per il Coronavirus nelle persone: c'è però per gli animali, quindi la patologia e l’immunologia comparate torneranno utili. Credo che ci sarà per la fine dell’anno o l’inizio dell'anno prossimo, poi non so quanto ci vorrà per produrre il numero di dosi che servono per la popolazione che si intenderà a vaccinare”.

Questo però non significa che tutto sarà risolto magicamente: “La mia preoccupazione è che le persone non si vaccineranno, e questo sarebbe veramente uno spreco. Vorrei dire a chi ci ascolta che le vaccinazioni sono importanti, tutte: abbiamo visto cosa fanno le epidemie. E l'ultimo suggerimento è di vaccinarsi anche contro l'influenza. Innanzitutto perché ‘due virus is peggio che one’: una coinfezione da influenza e da Coronavirus è sicuramente più grave di prendere un solo virus. In secondo luogo non smetterò mai di dire che l'influenza non è una malattia banale, può essere anzi molto più aggressiva del Coronavirus”.

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