SCIENZA E RICERCA

Cellule staminali: nuove speranze da una proteina

Il professor Roberto Mantovani e un gruppo di ricercatori dell’Università Statale di Milano hanno scoperto il ruolo centrale di una proteina nel mantenimento della totipotenza delle cellule staminali embrionali, ovvero nella capacità di queste ultime di trasformarsi in qualsiasi altra cellula del corpo umano. Alla decina di proteine finora conosciute e responsabili di questa totipotenza, si aggiunge ora anche NF-YA, frutto degli studi condotti dal dipartimento di Bioscienze della Statale. Un aspetto particolarmente interessante della pubblicazione riguarda le sue modalità di inserimento cellulare. Non è più necessario ricorrere a virus ingegnerizzati o altri metodi non virali per trasformare una cellula normale in staminale. Gli studi condotti da Mantovani su cellule staminali embrionali di topo hanno dimostrato che, una volta somministrata direttamente nella cellula, la proteina ricombinante è in grado di ripristinare autonomamente la propria funzione di progenitrice di cellule e tessuti differenziati. Lo stesso Mantovani spiega che questa peculiarità rende la proteina molto promettente per la formulazione di alcune tipologie di terapie future, con una particolare attenzione al sistema emopoietico per il trapianto di midollo osseo. Grazie alle loro caratteristiche, le cellule staminali sono particolarmente importanti per la cura di molte malattie degenerative visto che si possono ricavare non solo dallo stesso paziente ma anche da donatori. La loro immissione all’interno dell’organismo permette la rigenerazione di organi compromessi dalla malattia e quindi esse riducono la necessità di trapianti. Le persone che sviluppano patologie gravi potenzialmente trattabili con trapianti di cellule staminali ammontano, ogni anno, a poco meno di due milioni. Nel mondo, a oggi, sono stati effettuati più di 20.000 trapianti con cellule staminali ematopoietiche. Attualmente le cellule staminali sono utilizzate come terapia nella cura di diverse patologie fra le quali, per esempio, leucemie acute e croniche, linfomi e malattie del sistema immunitario. Sono inoltre in corso trials clinici per valutare l’efficacia terapeutica della somministrazione di cellule staminali in persone affette da patologie come morbo di Parkinson, sclerosi laterale, insufficienza renale e altre. Infine sono in atto indagini sperimentali in fase pre-clinica, per testare l’efficacia delle cellule staminali verso malattie come l’artrite reumatoide, il lupus sistemico eritematoso e altre condizioni patologiche. Il fattore trascrizionale NF-YA è stato incluso nelle analisi genomiche del Progetto ENCODE (Encyclopedia of DNA Elements), guidato dal National Genome Research Institute (Nhgri) e dallo European Bioinformatics Institute, che fonda le proprie ricerche nello studio delle funzioni del DNA cosiddetto “spazzatura”, rivelatosi recentemente un prezioso interruttore per l’attivazione di alcune sequenze biochimiche.

 

Gioia Baggio

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