SOCIETÀ
Cinque stelle, apocalittici o integrati?
Comizio di Beppe Grillo durante la campagna per le elezioni regionali in Sicilia. Foto: Reuters/Massimo Barbanera
Il successo del M5S è, sotto vari aspetti, uno “tsunami” - termine giapponese pressoché intraducibile in altre lingue che significa, letteralmente, onda anomala nel porto sicuro. Gli spostamenti d’acqua che la creano, intensi e poco visibili all’esterno, sono in questo caso costituiti dai flussi elettorali, un’onda lunga non percepita, rimossa o esorcizzata nel mare aperto della partitocrazia, la cui l’onda d’urto abbattendosi rende per ora visibili soprattutto gli effetti di rottura sul sistema politico.
Il volume Il partito di Grillo a cura di Piergiorgio Corbetta e Elisabetta Gualmini, scritto su dati relativi all’estate 2012, è una lettura interessante perché fornisce alcune chiavi interpretative di quest’onda lunga movimentista che pretende di essere non solo protesta e demolizione ma anche un nuovo progetto politico. Racconta della nascita, dello sviluppo e delle caratteristiche del M5S, cerca di spiegare le ragioni del successo di questo nuovo movimento politico e di evidenziarne i principali limiti e contraddizioni.
La principale tesi sostenuta e argomentata nel volume, con un ampio ricorso alla letteratura politologica sui partiti politici, i movimenti e i populismi è la seguente: il M5S è un movimento populista “che fa leva sulla crisi economica e la sfiducia nel sistema dei partiti” e, attraverso un leader carismatico, fa appello al popolo sovrano contro un nemico. Il nemico è costituito dalle élitesdominanti: dalla rappresentanza partitica e da una classe politica al potere da troppo tempo. La casta di politici e giornalisti è il principale nemico da abbattere. Il M5S si caratterizza come un web-populismo, una forma sui generis rispetto ai fenomeni già noti, che non combatte la modernità né le si contrappone, ma ne fa attraverso il web la sua bandiera. La rete è sia strumento di creazione, sviluppo e riproduzione di nuove relazioni, sia strumento di lavoro politico. Grillo si rivolge a un “popolo sofisticato” dotato di una nuova forma di alfabetizzazione che si caratterizzerebbe come una sorta di avanguardia e che, attraverso internet (i meetups), è riuscito a connettere realtà tra loro differenti e latenti, escluse o ignorate dalla politica dei partiti tradizionali. Secondo gli autori del volume, tratti dominanti del M5S sarebbero il “qualunquismo “ e il “dilettantismo”. Il primo riconducibile a un messaggio genericamente antipolitico e antipartitico del leader, il secondo incarnato nel dato generazionale dell’introduzione in politica e nelle istituzioni di un numero consistente di giovani dilettanti e inesperti. Ne risulterebbe un profilo socio-demografico degli elettori del M5S caratterizzato dalla prevalenza di uomini, in fascia di età tra i 25 e i 34 anni e tra i 35 e i 44, con un’età media che nel tempo tende a innalzarsi. Secondo un tratto tipico dei partiti populisti, la provenienza sociale del M5S sarebbe poi molto eterogenea, a eccezione delle casalinghe, quasi impermeabili al movimento e, forse non casualmente, indicate dagli analisti come uno dei principali serbatoi elettorali di Berlusconi e del Pdl.
Ma l’analisi dei flussi elettorali delle amministrative del 2010, incrociati con i dati usciti dalle urne delle elezioni politiche del febbraio 2013, ci dicono che il M5S è un “partito nazionale”, non territorialmente caratterizzato (come la Lega), assimilabile a un partito “pigliatutti”. Infatti, l’identikit dell’elettore grillino è mutato nel tempo: se inizialmente il principale bacino elettorale era costituito da ex elettori di sinistra, nel tempo il M5S è divenuto più traversale rispetto al tradizionale asse destra-sinistra e si caratterizza per un deciso rifiuto di collocarsi in questo spazio politico.
Il libro sfiora ma non approfondisce il tema, a mio avviso importante, dei frames, cioè del linguaggio che il M5S contrappone al sempre più diffuso “linguaggio orwelliano…che significa il contrario di quello che dice” e che non mantiene le promesse (Lakoff) della politica. La connotazione “antipolitica” del M5S, a più riprese sottolineata nel libro, è riferibile al suo carattere “non ideologico” o “post ideologico” che taglia trasversalmente destra e sinistra e si dichiara “orientato ai problemi” reali e alle idee. Tuttavia uno dei principali limiti del M5S, secondo Gualmini, sarebbe proprio il linguaggio del suo leader, aggressivo e iper-semplificativo della complessità della politica. Considerazione, a mio avviso, solo in parte condivisibile, poiché uno dei principali compiti della politica dovrebbe essere la semplificazione della complessità e la capacità di rappresentare e far comprendere la realtà.
Il volume, che come abbiamo visto è stato scritto su dati ed elaborazioni del 2012, pone alcuni interrogativi che hanno trovato una parziale risposta nei risultati delle elezioni appena trascorse. La crescita elettorale del partito M5S su tutto il territorio nazionale mostra come il radicamento locale (analizzato nel capitolo 4 del volume), sia in realtà una chiave determinante del successo. La differenziazione dei modi d’interazione via internet (youtube, twitter, forum, facebook) e in particolare la piattaforma meetup si sono trasformati non solo in luoghi di discussione e confronto, ma di progettazione e organizzazione politica in continua evoluzione, in cui si coagulano gruppi locali nuovi o già impegnati in attività di cittadinanza attiva. La messa in rete, fluida e dal basso, delle esperienze di cittadinanza attiva impegnata sui cinque temi centrali del programma del M5S (ambiente, mobilità sostenibile, acqua pubblica, sviluppo, connettività) è uno dei tratti più innovativi del nuovo soggetto politico.
Nelle conclusioni il volume s’interroga sul futuro del M5S. In particolare, avanza dubbi sulla sua tenuta nel passaggio dallo stadio di movimento a quello d’istituzione partitica, avvenuto attraverso le elezioni, e dubita delle sue capacità di affrontare le contraddizioni crescenti tra l’esistenza di “un capo unico al comando e le folle di cittadini in espansione e desiderosi di partecipare”.
Oggi più che mai è difficile fare previsioni, ma una delle sfide più interessanti è senza dubbio l’idea stessa d’istituzione, che sembra ispirare il M5S: un’idea leggera e flessibile, lontana anni luce da quella paludata e granitica che conosciamo e che caratterizza il nostro attuale sistema di governo.
Maria Stella Righettini
Piergiorgio Corbetta, Elisabetta Gualmini (a cura di), Il partito di Grillo. Bologna, Il Mulino, 2013