SCIENZA E RICERCA

Conservatori o progressisti: non è solo questione di valori

Quali sono le motivazioni profonde che possono spiegare perché conservatori e progressisti hanno due diversi modi di vedere il mondo? Già a partire dagli anni '60 si è iniziato a parlare di “fine dell’ideologia” e la ricerca scientifica che ruota attorno a questo argomento è stata sempre molto fiorente. Ancor più oggi che, grazie anche a nuovi strumenti di indagine, un rinnovato e vivo interesse nella ricognizione delle radici profonde dell’ideologia politica ci porta a parlare di “fine della fine dell’ideologia”. Alcuni studi infatti hanno messo in luce aspetti dell’ideologia che rimandano a fattori cognitivi molto profondi. La psicologia sociale cognitiva definisce l’ideologia politica come una struttura funzionale all’individuo per gestire determinati bisogni e motivazioni, come ad esempio ridurre l’incertezza, l’ansia, la paura e l’ambiguità. In quest’ottica conservatori e progressisti, intesi in relazione alle loro scelte politiche non partitiche, si differenziano soprattutto per il loro diverso atteggiamento nei confronti del cambiamento: i conservatori sono caratterizzati da un maggiore attaccamento alla tradizione e da un maggiore rifiuto dell’ambiguità; al contrario, i progressisti sono maggiormente aperti al cambiamento e riescono meglio a tollerare le situazioni incerte ed ambigue.

Questo diverso atteggiamento nei confronti dell’ambiguità e del cambiamento emerge anche a livello di risposte neuronali, come dimostrano anche alcuni studi condotti in laboratorio. Di fronte a compiti che richiedono di riprodurre ripetutamente una specifica risposta alla comparsa di un dato stimolo e interrompere poi la sequenza e di cambiare risposta, i conservatori trovano maggiore difficoltà a gestire gli stimoli che causano una rottura con gli schemi appresi in precedenza. L’ideologia politica sembra inoltre essere correlata anche a risposte diverse in corrispondenza di stimoli negativi, che possono cioè spaventare o causare disgusto. In base ad alcuni studi è possibile infatti affermare che di fatto persone con ideologie diverse hanno non tanto una diversa visione del mondo, ma vedono e guardano fisicamente cose diverse nella realtà che li circonda. Questo può avere conseguenze anche sul piano della vita quotidiana, in quanto possiamo immaginare che conservatori e progressisti prestino attenzione a cose diverse, a contenuti diversi, quando ad esempio sfogliano un giornale o guardano la televisione. È emerso, ad esempio, che i conservatori pongono massima attenzione alle informazioni negative provenienti dalla realtà, e manifestano, rispetto ai progressisti, maggiori effetti di correlazione illusoria, quel fenomeno per cui le persone talvolta creano nelle loro menti delle associazioni tra due eventi che non sono assolutamente legati uno all’altro nella realtà ma che condividono solo alcune caratteristiche, come ad esempio la frequenza con cui vengono incontrati. Ne risulta la loro propensione a formarsi atteggiamenti più negativi nei confronti di determinati gruppi sociali, e questo in ragione del funzionamento del sistema cognitivo e non esclusivamente a causa di sistemi valoriali diversi.

È interessante quindi capire e tentare di capire l’origine di queste differenze cognitive. Da un lato diversi studi hanno messo in evidenza l’importanza della componente biologica, ereditaria, confrontando ad esempio gemelli omozigoti ed eterozigoti, indicando delle correlazioni più forti nel primo caso. Parzialmente a sostegno di questa componente biologica, un’altra ricerca ha messo in evidenza alcune differenze rispetto alle misure volumetriche di alcune strutture cerebrali. Tuttavia, bisogna sottolineare il fatto che questo tipo di studi non permette di stabilire se le dimensioni della struttura cerebrale siano la causa o la conseguenza di una diversa visione del mondo. Inoltre, la componente biologica non sembra essere in grado di spiegare completamente la variabilità che si osserva nelle differenti posizioni ideologiche assunte dalle persone. Sicuramente è importante considerare anche l’ambiente familiare, sia a livello di condivisione verbale che di condivisione non verbale, così come le istituzioni o altre fonti di influenza esterne alla famiglia.

In sintesi, quindi è importante considerare diversi elementi che possono contribuire nel plasmare l’ideologia politica di una persona e che possono quindi determinare il suo atteggiamento nei confronti del cambiamento e della tradizione.

Luciana Carraro

Questo testo è la sintesi di uno studio più ampio presentato dall'autrice come lectio magistralis alla cerimonia di inaugurazione del 791° anno accademico dell'università di Padova

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