UNIVERSITÀ E SCUOLA

Da Dante alla poesia contemporanea, l'università ritrovata

Nelle settimane scorse hanno debuttato nella scuola di Scienze umane due iniziative seminariali concepite e organizzate autonomamente da studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale di lettere. Una, dal titolo “Ricomporre l’infranto", è sulla poesia e la narrativa contemporanea; l’altra, “Incontrando Dante”, sulla Divina Commedia. Il successo di partecipazione è stato travolgente e inatteso: un vero e proprio “evento” che ha attraversato in queste settimane le aule di Palazzo Maldura. Il presidente del corso di laurea Andrea Afribo e il professor Attilio Motta hanno incontrato Emanuele Caon e Isacco Boldini, del gruppo “Ricomporre l’infranto”, ed Emanuele Rampa e Emanuele Giraldo, tra i responsabili di “Incontrando Dante”.

Oggi l'ultimo incontro del ciclo "Ricomporre l'infranto".

 

Motta: Le iniziative seminariali che avete organizzato e proposto oltre ad avere un livello scientifico eccellente, hanno avuto un successo straordinario. La prima domanda è d’obbligo: come sono nate?

Caon: L’estate scorsa abbiamo costituito un gruppo di nove persone che si è dato il nome di “Ricomporre l’infranto”, con un’intenzione in qualche modo anche "polemica", contro la solitudine dello studio e l’impressione, che ricaviamo a volte anche dalla critica, che non sia possibile oggi ritrovare il bandolo della matassa della letteratura e della sua funzione. Da qui è nata l’idea di proporre dei seminari su un tema che ci interessava, la poesia e la narrativa contemporanee. Volevamo prenderci la libertà di organizzare noi la didattica, in maniera indipendente, anche perché la stretta contemporaneità non è coperta nell’offerta istituzionale. Era un’esigenza condivisa, perché l’“infranto” è anche la dimensione degli studenti. Per ciascuna delle due sezioni (poesia e narrativa) del seminario, oltre a un incontro di apertura per inquadrare il contesto storico-culturale, ce ne saranno altri due di approfondimento su temi progressivamente sempre più specifici, tenuti da relatori invitati, e infine un quarto dedicato esclusivamente al dibattito tra studenti su quanto emerso.

Rampa: Ci ha spinto la passione per la letteratura e per Dante, anzitutto. Crediamo che gli anni universitari siano una grande occasione per studiare ciò che più ci affascina. Non possiamo ridurci a "dare esami" soltanto per conseguire crediti formativi, desideriamo innanzitutto conoscere i grandi autori e imparare da loro. Da qui l’idea di una struttura seminariale che preveda, oltre alla lezione, una preparazione all’incontro attraverso la lettura di saggi critici, che abbiamo messo a disposizione di tutti i partecipanti. E poi c'è una carenza specifica dell’offerta formativa, dove manca un corso di filologia dantesca: invece che lamentarci abbiamo pensato: “rimbocchiamoci le maniche e facciamo qualcosa noi”.

Motta: Noi chi?

Rampa: Un gruppo di amici della Facoltà di Lettere, che studiano insieme e si confrontano. Quando abbiamo visto che l’università, attraverso il “bando mille lire”, metteva a disposizione finanziamenti per iniziative culturali organizzate da studenti, abbiamo colto al volo l’occasione e abbiamo deciso di proporre il nostro progetto di lecturae Dantis che è stato approvato.

Afribo: Siete soddisfatti di come stanno andando i vostri seminari? 

Giraldo: Assolutamente. Aldilà del successo numerico dei partecipanti al seminario su Dante - circa 400 a ogni incontro - ciò che ci preme sottolineare è la qualità dei relatori: alcuni dei più famosi dantisti a livello mondiale hanno accettato il nostro invito - uno su tutti, il prof. Lino Pertile della Harvard University - e questo ha permesso al seminario di addentrarsi in modo unico nella Commedia. I relatori sono portatori di metodi e approcci ogni volta diversi, e proprio per questo ogni lectura è l'occasione per imparare da veri maestri e appassionarsi sempre più a Dante.

Caon: Siamo rimasti abbastanza sorpresi dalla reazione "istituzionale", ci aspettavamo indifferenza, una distanza maggiore… abbiamo trovato un’atmosfera positiva, una grande disponibilità dei docenti, alcuni dei quali hanno partecipato all’iniziativa.

Rampa: Per noi è stato tanto inatteso quanto gradito l'incontro col Circolo linguistico-filologico, nato quasi per caso, ma che si è trasformato in una collaborazione attiva e molto proficua. È un onore che quattro incontri della nostra neonata iniziativa si siano svolti insieme a un’istituzione che ha fatto la storia dell’Università di Padova, speriamo che questo rapporto possa continuare.

Motta: 330 iscritti al seminario dantesco, 150 a quello di poesia e prosa contemporanea: numeri altissimi… In un periodo in cui il mainstream è che la letteratura non serve a niente, e a fronte di un'offerta didattica che già riempie fin troppo le giornate degli studenti, queste cifre sono un dato clamoroso in controtendenza e sembrano testimoniare una vera e propria “fame” di letteratura e di poesia: vi aspettavate questo successo?

Boldini: Non così, ma evidentemente siamo riusciti a canalizzare un’esigenza diffusa tra gli studenti.

Giraldo: Noi pure siamo rimasti colpiti, tuttavia avevamo avuto un’avvisaglia quando quest’autunno alcuni di noi hanno organizzato un incontro su Pascoli con il prof. Mengaldo: anche in quell’occasione c’è stata una partecipazione travolgente. 

Afribo: Con i seminari si acquisiscono crediti, ma francamente non penso sia questo il motivo del vostro successo… Partecipando sia all’uno che all’altro devo dire che ho respirato, come si dice, una ‘bella aria’, e ho avuto la sensazione di trovarmi dentro una comunità impegnata e orgogliosamente attiva. Potete spiegare qual è il lavoro richiesto oltre alla semplice partecipazione alle sedute dei seminari?

Rampa: Gli studenti che firmano per i crediti sono circa i tre quarti del totale, c’è una parte che ai crediti non è interessata. Ma è una distinzione che non mi piace fare, si può guardare ai crediti e insieme avere una reale passione per Dante e dunque per l’iniziativa. Per acquisire i crediti viene richiesto un lavoro serio: la partecipazione agli incontri, cui occorre prepararsi con la lettura dei saggi critici, e poi una relazione finale di dieci pagine, in due parti: una che faccia interagire i contenuti delle lezioni con la bibliografia fornita in precedenza e l’altra in cui provare in prima persona a svolgere un lavoro critico sul testo. Gli elaborati saranno quindi corretti dalla dott.ssa Maria Segato, una dantista ora dottoranda qui a Padova. Ci stiamo anche chiedendo se pubblicare le lezioni online, sotto forma di video.

Caon: Abbiamo adottato anche noi uno schema simile: gli studenti devono produrre un elaborato dalle sei alle dieci pagine, con una parte riassuntiva e un approfondimento; ma anche nel nostro caso c’è almeno un terzo dei partecipanti che dei crediti non ha bisogno, e non ci sono solo studenti di lettere. Anche noi stiamo registrando i seminari, e li stiamo già sbobinando: faremo una verifica, alla ricerca dei fil rouge, e procederemo a una rielaborazione come gruppo. Vorremmo coinvolgere i più giovani per garantire una continuità, penso proveremo anche noi il bando “mille lire”: l’estate sarà il momento della verifica, per capire se reggiamo alla distanza.

Motta: Vi aspettavate qualcosa di diverso dall’università?

Caon: Ci aspettavamo un'università più viva, più dinamica, con attività di questo tipo più numerose e diffuse; quando io mi sono iscritto era il 2010, c’era ancora l’eco delle proteste contro la riforma Gelmini, ma quell’attitudine a ragionare del posto in cui ci si trova è andata presto scemando. Mi aspettavo comunità e incontro critico, invece siamo risucchiati dal ritmo lezioni-biblioteca-esami.

Rampa: Sono l’ultimo di quattro fratelli. Avevo capito che non c’era da aspettarsi di trovare qualcosa già di pronto, ma un luogo ricco di risorse e in cui è possibile costruire. Non è poco aver trovato degli amici con cui condividere la passione per la letteratura e aver potuto realizzare l’iniziativa attraverso i finanziamenti dell’università...

Motta: Come avete organizzato le giornate di dibattito?

Caon: Visti i numeri abbiamo deciso di dividere la discussione in due parti. Prima ci sarà una sorta di laboratorio in cui gli studenti, in gruppi da 10/15, si confronteranno su alcuni testi poetici italiani degli ultimi 15 anni; ogni gruppo analizzerà un testo (su un totale di 4) sulla base del cammino critico svolto nei tre incontri precedenti. Nella seconda parte invece ci si riunirà tutti insieme, e un portavoce per ogni gruppo (non uno degli studenti organizzatori) riporterà quanto emerso dalla discussione. Il primo esperimento ha dato un esito complessivamente buono, pur con un lieve calo della partecipazione. L'idea di dividere il lavoro in gruppi si è rivelata intelligente, permettendo un confronto non caotico e incentivando i singoli a prendere la parola. Per il prossimo dibattito, sulla narrativa, giovedì 8 maggio, si tratterà in parte di confermare il già fatto, in parte di aggiustare il tiro, visto che una lettura dei problemi per singoli “campioni” rischia di rivelarsi problematica.

Rampa: Anche a noi, che abbiamo scoperto del seminario di letteratura contemporanea leggendo le locandine, come d’altronde loro della nostra, è piaciuta l’idea del dibattito. Magari il prossimo anno…

Afribo: In che modo si può restare aggiornati sulle iniziative e al limite contattarvi?

Rampa: abbiamo creato un pagina Facebook dal nome Incontrando Dante nella quale trovate tutti gli aggiornamenti sull’iniziativa e inoltre abbiamo un indirizzo mail: incontrandodante@gmail.com

Caon: Anche noi abbiamo creato una pagina Facebook: Ricomporre l’infranto – ciclo di seminari, e un blog: ricomporrelinfranto.wordpress.comdove si possono trovare la mail e tutte le informazioni sul ciclo di seminari.

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