SOCIETÀ

Harley Davidson, placcate oro e made in Padova

Quando si parla di strategie per combattere la crisi spesso si sentono ripetere parole come specializzazione, qualità e formazione. Poi però come si mettono in pratica questi concetti ? Partiamo da questa domanda per ascoltare la storia di Daniele Fassiti da Limena (provincia di Padova), 28 anni, da quattro proprietario di un’officina e provvisto di una passione inestinguibile per le motociclette, che lo ha portato a realizzare e a vendere i suoi prodotti in tutto il mondo. “Ho iniziato ad andare in bottega a 14 anni e mi sono subito appassionato – spiega Daniele – in particolare ai dragster: moto costruite appositamente per le gare di accelerazione”. Col tempo Daniele inizia a costruire e a pilotare moto da competizione, con le quali arriva a disputare anche i campionati europei: “Le gare durano appena 400 metri e molti credono che basti solo dare gas: invece sono fondamentali i tempi di reazione, l’assetto e l’abilità di cambiare marcia, anche quattro volte in pochi secondi”. Dopo cinque anni Daniele va a lavorare nel team Honda nel campionato mondiale di motocross: “Non era però quello che volevo e dopo un anno ho lasciato. Da quando ho sentito per la prima volta il loro caratteristico rombo mi sono innamorato delle Harley Davidson”.

A 24 anni quindi Daniele si mette in proprio e decide innanzitutto di scommettere sulla qualità, che in questo campo oggi coincide con la personalizzazione estrema. Ai clienti non basta una moto qualsiasi: ognuno vuole, per quanto possibile, un pezzo unico e irripetibile. In gergo si chiama customizzazione ed è una delle specialità di Fassiti: “Adesso ad esempio vanno di moda gli assetti anni Cinquanta, con manubrio e colorazione particolari, elementi in acciaio lucidati a specchio e magari anche le sospensioni a spirale”. Così una moto, rispetto a un prezzo di partenza di oltre 20.000 euro, può arrivare a costare addirittura il doppio. Oppure molto di più: “La richiesta più strana? Il serbatoio e i componenti esterni placcati in oro. Ho dovuto rivolgermi a un laboratorio specializzato in Germania e alla fine, tra una cosa e l’altra, siamo arrivati a un costo complessivo di 90-100.000 euro”. In altri casi le moto vengono addirittura usurate ad arte, con tanto di finta ruggine, per dare la sensazione di un modello “vissuto”: un po’ come gli strappi sui jeans firmati. Tra i clienti ricchi industriali, ma anche tante persone normali che nella moto trovano la passione e anche uno stile di vita. Il giovane artigiano però non si limita a modificare e ad assemblare i pezzi: “Faccio tutto, anche ideare e costruire da zero progettando telaio, motore e ogni singolo componente. Basta che il committente abbia le idee, poi vedo io come realizzarle”. Nascono così i pezzi unici: veri e propri oggetti da collezione la cui realizzazione adesso è facilitata anche dalle nuove tecnologie. “Oggi a prezzi relativamente contenuti è possibile produrre anche singoli componenti, che rendono una moto unica e irripetibile. Poi i pezzi migliori possono anche essere prodotti e venduti a parte, attraverso reti specializzate di venditori in tutta Europa”.

Per arrivare a questi livelli di qualità la scelta di Daniele è stata quella della specializzazione: “I proprietari Harley sono un po’ particolari: vogliono che il loro meccanico di fiducia si occupi soltanto di quel tipo di moto. Per me è stata una strategia vincente, perché mi ha permesso di differenziarmi e di conquistare una clientela”. E se un giorno un cliente portasse nella tua officina una moto di un’altra marca? “Posso gonfiare una gomma, oppure custodire la moto fino a quando non arriva un altro meccanico specializzato. Di più no, mi dispiace”. In un mercato così di nicchia, costituito essenzialmente di appassionati, il miglior marketing è il passaparola: “Affidare la proprio moto a qualcuno è un incarico di altissima fiducia, perché riguarda innanzitutto la sicurezza. All’inizio funzionano soprattutto le fiere: diverse persone si mettono in contatto perché vedono le moto, anche sui siti web o sulle riviste specializzate”. Tanti anche i clienti della base americana di Vicenza, che poi hanno diffuso la voce in madrepatria: “I nostri artigiani sono molto apprezzati negli Usa per lo stile e la qualità: già oggi viene dall’Italia buona parte delle moto custom che circolano sulle strade americane”.

Insomma l’alta qualità e l’artigianato per reagire alla crisi, uniti all’utilizzo sapiente delle nuove tecnologie e alla capacità di affacciarsi, anche da piccoli, sul mercato globale. Tutto questo ovviamente non significa che sia tutto facile: “Anche in un settore altamente specializzato purtroppo oggi si fa fatica – spiega Daniele – il lavoro per il momento è ancora tanto: il problema semmai è riuscire a farsi pagare, oltre alla burocrazia e all’accesso al credito”. 

Tutto comunque non sarebbe stato possibile senza un percorso di formazione. “Nella formazione professionale ho trovato la possibilità di unire il lavoro alla teoria. Senza sicuramente non riuscirei a fare il mio lavoro come adesso”. Fassiti dopo la scuola media si è iscritto a un corso presso l’Enaip di Padova, prendendo un diploma quadriennale di qualifica professionale e risultando tra i primi del suo corso. Oggi il fai da te e la bottega non bastano più: “È sempre più fondamentale studiare i principi la meccanica e la motoristica, e inoltre i software grazie ai quali progettare e far produrre i componenti. E la formazione non finisce con il diploma: adesso per esempio sono interessato a imparare la tecnologia 3D”. Daniele è orgoglioso degli attestati e dei diplomi che campeggiano in bella mostra sul muro della sua officina. Percorsi che non sono necessariamente in competizione, ma che anzi spesso completano l’offerta delle scuole superiori e dell’università. Così almeno pensa Matteo, 19 anni, che proprio presso l’officina sta completando uno stage lavorativo di un mese e mezzo, sempre nell’ambito di un corso professionalizzante: “Avevo già perso due anni alle superiori e rischiavo di rimanere senza nulla in mano: con questo tipo di formazione invece sono riuscito a trovare quello che cercavo”.

Daniele Mont D’Arpizio

Daniele Fassiti nella sua officina. Foto: Massimo Pistore

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