SOCIETÀ

Italiani e tedeschi in vacanza: lo spread cresce

Vacanze d’agosto all’insegna dello spread, il nuovo idolo delle classi dirigenti europee, il dio crudele a cui occorre tributare ogni settimana sacrifici salariali o pensionistici (per il momento quelli umani sono vietati dalle Nazioni Unite). A Bressanone, terra di confine dove convivono pacificamente romani e berlinesi, fiorentini e viennesi, non occorre neppure dire “buongiorno” per identificare la nazionalità: lo spread tra italiani, tedeschi e austriaci comincia dalle scarpe. Se in piazza notate mocassini Gucci e scarpe Tod’s potete giurare sull’italianità di chi le porta. Se invece sono dei sandali Birkenstock ad attirare la vostra attenzione, potete scommettere che i piedi così calzati vengono da oltre il Brennero.

Per essere assolutamente sicuri della provenienza del turista che si dirige con passo elastico sul sentiero, potete fare un rapido esame dell’abbigliamento: se ai piedi adesso porta l’ultimo modello di scarponcini in Goretex, ha una giacca a vento Dolce e Gabbana e, soprattutto, porta sulle spalle uno zaino pluriaccessoriato, di quelli che usa Reinhold Messner per affrontare l’Himalaya, sicuramente è italiano. Se invece cammina con scarpe da ginnastica, una maglietta qualsiasi e porta in groppa un bambino, ditegli pure “Grüssgott” perché la sua lingua è quella di Angela Merkel.

I bambini sono un indizio infallibile, assai più indicativo del passaporto: se sono pochi, lamentosi e mangiano Nutella sono guaglioni nostri; se invece sono tanti, camminano senza fare storie e hanno genitori giovani, si chiamano di sicuro Inge o Franz. Lo spread tra Italia e Germania è qui visibilissimo: tra i nostri vicini tedeschi la fiducia nel futuro, le opportunità di trovare un lavoro, l’abitudine a lasciare la famiglia a 18 anni invece che a 38 facilitano gli accoppiamenti e con essi le nascite. Le mamme sportive, con tre figli a 25 anni, da noi si vedono raramente, a Bressanone se ne vedono molte e tutte su auto con targa tedesca. 

Ah, già, dimenticavo le automobili: se un SUV vi sorpassa in un tornante, da dove pensate che venga? Se una Porsche sfreccia a 90 km. orari in un paesino dove si dovrebbe girare solo a piedi, chi sarà mai il proprietario? Se qualcuno insiste per arrivare in macchina fino a 3.000 metri di quota, avete bisogno di altre informazioni per capire che è italiano?  Non che i tedeschi girino con Volkswagen prebelliche o eroiche Dyane francesi: semplicemente parcheggiano dov’è previsto e poi prendono la navetta, o usano le gambe.

Cammina, cammina, sulle montagne sopra Bressanone si incontra sempre una malga o un rifugio dove la birra scorre a fiumi,  Wiener Schnitzel, Kartoffeln e  Würstel sono obbligatori, mentre nessuno se ne va senza aver assaggiato due fette di strudel. Questi sono gli italiani. I tedeschi tirano fuori due mele dal tascapane, bevono l’acqua della fontana e proseguono sulle loro mountain bike. Gli italiani fanno fotografia con il cellulare, si lamentano perché “non c’è campo” e poi tornano a valle per la strada carrozzabile.

L’Europa unita, il meticciato e gli scambi fra culture hanno comunque dato frutto: non solo i romani e i milanesi bevono birra mentre gli amburghesi e i francofortesi bevono vino, ma soprattutto i gestori delle malghe del Sudtirolo hanno adottato l’italianissimo costume di economizzare sugli scontrini. Sono rapidi nel servizio, cortesi con noi stranieri ma, da quando sono qui, non ho ancora visto una ricevuta fiscale.

 

Fabrizio Tonello

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