SOCIETÀ

Scompare Google reader, avanti il prossimo

Google reader è morto ieri. Nessuna sorpresa, lo si sapeva già da tempo. E subito si affrettano a reclamarne il posto altri strumenti all'avanguardia che promettono una nuova e straordinaria esperienza di lettura. Ecco quindi farsi avanti, tra gli altri, Andrew McLaughlin con il suo Digg Reader, altro aggregatore di informazioni, come Flipboard o Feedly, grafica minimalista per dare "una sensazione di calma di fronte all'overload di informazioni” che ci travolge in rete. Insieme al tentativo di offrire una lettura più coinvolgente, in cui si legge, si guarda, si ascolta. Un po' quel che si tenta di fare in altre forme con l'enhanced e-book (l’e-book “potenziato” con contenuti multimediali). E come per l’e-book, si punta a strumenti mobili (smartphone e tablet), non tanto al pc – e come sempre si pensa prima al mondo iPhone/iPad e solo in parte al mondo Android.

Come ad esempio Zite, fruibile solo come app: “your personal news”, recita il sito. Perché sempre di news si tratta, e McLaughlin – che pare proporsi come l’erede di Google reader, considerato anche che in fase di accesso a Digg viene chiesto di importare i propri dati dal reader di Mountain View – si preoccupa di ragionare sulla fine della lettura e dei lettori che, dice, non moriranno mai. Si tratta in realtà di lettori di notizie, informazioni e testi brevi; forse – ma solo forse – rimandi a letture più strutturate. Come si legge nel sito di Zite: “vogliamo tutti essere aggiornati con il Zeitgeist – lo spirito del tempo. Vogliamo sapere i fatti del giorno, le idee importanti e le opinioni intelligenti che circolano nel nostro mondo”. E cosa c’è di più comodo di un’app che le consegna direttamente sul telefonino, da qualsiasi parte provengano: giornali, video, social network?

Rss tradizionali verso la fine, allora? McLaughlin è convinto di no, anche se ammette che sono pochi quelli che effettivamente li usano o li considerano importanti. E in un'epoca in cui la parola d'ordine è "servizi su misura", l’autore di Digg Reader spiega la differenza tra feed "globali"che aggiornano sul mondo intero e feed personalizzati che parlano solo di quello che interessa, delle proprie cerchie, dei propri argomenti preferiti. Del proprio mondo e basta, insomma.

Fino a ipotizzare la possibilità di "graduare" i testi in base alla loro difficoltà e rendere più agevole scegliere testi alla propria portata. Fantastico, come i libretti di lettura in lingua straniera, graduati secondo le proprie competenze, così non si perde tempo dietro a testi che non si è in grado di leggere. Discriminante, così si può tracciare l’utente e vedere che legge solo testi da quinta elementare e resta marcato come persona di cultura (e cervello, penseranno) medio-bassa, con tutto quello che ne conseguirà. Omologante, perché quando si vedrà nero su bianco qual è il grado di difficoltà/leggibilità più diffuso e quindi più commerciabile, tutto si appiattirà su quel livello con buona pace di complessità o eleganza di uno scritto.

Ma soprattutto: visto che per crearci un'esperienza personalizzata di lettura o fornitura notizie avranno bisogno di raccogliere e conservare un po' di informazioni su di noi, non è che dopo averli usati – questi bellissimi strumenti – improvvisamente li troveremo brutti e cattivi e spioni come già abbiamo fatto con Google?

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